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Autore Discussione: NEIL ARMSTRONG, JAMES LOVELL, EUGENE CERNAN  (Letto 1984 volte)
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« inserito:: Aprile 15, 2010, 09:52:18 am »

15/4/2010

Una corsa che si deve vincere

   
NEIL ARMSTRONG, JAMES LOVELL, EUGENE CERNAN

Gli Stati Uniti sono entrati nella sfida dell’esplorazione dello spazio quando il presidente Eisenhower era al suo primo mandato e tuttavia a quell’epoca era l'Unione Sovietica a primeggiare. Grazie alla visione audace dei presidenti Kennedy, Johnson e Nixon e accompagnati dall’entusiastico consenso del popolo americano noi riguadagnammo terreno fino a guidare nell'ultimo terzo del 20° secolo la corsa all’esplorazione spaziale.

Quando recentemente il presidente Obama ha discusso il budget della NASA ha proposto un leggero incremento del finanziamento complessivo, lo sviluppo nei campi della ricerca e della tecnologia, l’estensione dell’operatività dell’Iss - l’International Space Station - fino al 2020, un piano a lungo termine per un nuovo ma non ancora ben definito sistema di razzo da trasporto e stanziamenti significativi per lo sviluppo dell’accesso commerciale alle rotte orbitali a bassa quota. Benché alcune di queste proposte siano meritevoli, la concomitante decisione di cancellare il programma Constellation con i propulsori Ares 1 e Ares V e l’astronave Orion, è devastante. La sola via per l'America alla circumnavigazione terrestre a bassa quota e alla stazione Iss ora sarà soggetta a un accordo con la Russia per l'acquisto di spazio sulle loro Soyuz (a un prezzo di oltre 50 milioni di dollari per ogni posto con la prospettiva di aumenti significativi nell’immediato futuro) fino a quando non saremo autosufficienti.

La realizzazione di un sistema di trasporto commerciale orbitale come previsto nel piano del presidente non può essere fissata in modo certo ma è probabile che richiederà lungo tempo e che sarà più costosa di quanto vorremmo. E così avremo sprecato l’investimento di oltre dieci miliardi di dollari per la Constellation e, cosa non meno grave, avremo perso i tanti anni necessari per ricreare l’equivalente di quello che abbiamo buttato via. Per gli Stati Uniti, la nazione che per quasi mezzo secolo ha condotto la corsa allo spazio, trovarsi a tempo indeterminato senza mezzi di trasporto per la circumnavigazione orbitale e senza la capacità di mandare esploratori oltre l’orbita terrestre, significa ridursi a un ruolo di secondo o terzo piano.

Benché il piano del presidente Obama preveda nel futuro viaggi nello spazio compiuti da esseri umani oltre la Terra e forse anche verso Marte la mancanza di vettori adeguati e di astronavi ci priverà di questa possibilità per molti anni a venire. Senza la capacità e l’esperienza garantite dall’attuale progettazione gli Usa sono con ogni evidenza avviati a una inarrestabile discesa verso la mediocrità. L’America deve decidere se vuole conservare il ruolo di leader dell’esplorazione spaziale. Se è così allora deve avere un programma che ci garantisca le migliori condizioni per raggiungere l’obiettivo.

TRADUZIONE DI Carla Reschia
da lastampa.it
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