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Autore Discussione: Segreteria regionale del Pd: Scarsi mezzi, ... (ma anche ridotte capacità).  (Letto 2801 volte)
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« inserito:: Febbraio 14, 2010, 09:01:20 am »

Bortolussi a un passo dalla rinuncia: «Basta, mi ritiro».

Poi il ripensamento

Mail alla segreteria regionale del Pd: «Scarsi mezzi, niente spot in tv, pochi manifesti».

Il caso rientra, resta la tensione
                       
 di Giorgio Gasco

VENEZIA (13 febbraio) - Basta, così non si può andare avanti. Mi ritiro da candidato alla presidenza del Veneto. Con tanto di porta sbattuta e minaccia di fare sfracelli. Il protagonista dello sfogo (così giustificano nel Pd), è Giuseppe Bortolussi, deus ex machina della Cgia di Mestre, assessore uscente della giunta comunale di Venezia. E soprattutto uomo che tenta di scalare il Palazzo della Regione per conto del Pd. Semplificando, è l’anti Luca Zaia, il concorrente messo in campo dalla Lega.

Lo "sfogo" è avvenuto l’altra sera dopo un appuntamento elettorale. E il livello di irritazione-sconforto di Bortolussi era così elevato che si è materializzato in una ufficiale comunicazione telematica spedita direttamente a Rosanna Filippin e Andrea Causin, rispettivamente segretaria e vice segretario veneti dei Democratici. Nello scritto, erano elencati alcuni punti come spiegazione del gesto: assenza di spot elettorali in tv, assenza di manifesti ovvero gli unici che si vedono in giro sono quelli di Pierluigi Bersani, rispettabilissimo e anche segretario nazionale, ma non certo non colui il quale deve rappresentare il partito nelle elezioni del 28-29 marzo per cercare di uscire con onore dalle urne.

Non solo, "radio dem" segnala che "all’artigiano del consenso" è saltata la mosca al naso anche per i fondi, pochi a suo dire, messi a disposizione dal Pd per la "sua" campagna elettorale. La candidatura costa, eccome. Ne sa qualcosa lo stesso Causin, pronto a ritentare la conquista di un seggio in Consiglio regionale, che confessa di avere rinunciato preferendo fare in proprio. Qualche esempio: una lettera spedita ai 350mila capifamiglia del Veneziano costa 20mila euro; dieci giorni per 13 spazi per i classici manifesti 6x3, costo 8.500 euro; uno spot tv, quindici secondi, parte da 200 euro; per trenta giorni di noleggio di un camion "a vela" si sborsano almeno 5mila euro.

Tornando al caso-Bortolussi, la protesta telematica è arrivata a destinazione. E subito è scattata l’operazione convincimento. Missione compiuta, visto che poi la lettera informatica è stata cancellata dai due destinatari. Ma tra i Pd è rimasta comunque traccia dello "sfogo" di Bortolussi. Che si aggiunge alla tormentata gestazione che ha portato all’indicazione del candidato presidente. Un passaggio che ha spaccato trasversalmente le aree del partito, il quale ha dovuto affidarsi ad una votazione (definita democratiche primarie domestiche): a maggioranza è prevalso l’assessore veneziano con 39 consensi contro i 29 della sfidante Laura Puppato, sindaco di Montebelluna.

«Non è così» è la replica che accomuna tutti i democratici. Per Giampaolo Marchese, consigliere regionale uscente, Bortolussi «ha solo voluto segnalare al partito e alla coalizione una difficoltà di avvio della campagna elettorale». Infatti campeggiano i manifesti di Bersani. «Ma cosa c’entra, quella è la campagna elettorale nazionale, quella del partito regionale è altra cosa». Stesse parole da parte di Causin: «Bortolussi è uomo concreto, ha a che fare con le imprese le quali, oggettivamente, hanno un passo più rapido di quello della politica».

Il vicesegretario e il consigliere minimizzano, riportando il ritardo a tempi fisiologici, quelli della politica, che per quanto denuncia Bortolussi si può parlare di 3-4 giorni. Da 72 a 96 ore generate anche da un paio di modifiche degli slogan, segnala sempre "radio dem", proprio per mano del candidato. E si sa quanto tempo si perde a rifare le bozze, ristampare volantini e slide per i passaggi televisivi. Per questo l’ "emittente" del partito chiede moderazione, in fondo la campagna elettorale di Bortolussi è stata discussa con lui, gli sono stati messi a disposizione gli addetti stampa e gli uomini della comunicazione, gli sono stati mostrati i bozzetti che lui ha cambiato due volte... insomma, un po’ di pazienza.

Da lunedì tutto sarà a posto e Bortolussi, confidando nelle rassicurazioni di Filippin e Causin, ritira la minaccia di rititarsi. E riparte per la campagna elettorale.
 
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