ANAIS GINORI -
Arlecchino:
Da astensione a scoop, l'alfabeto del ballottaggio che ha cancellato i partiti
Scandali, leader sfiduciati, appelli a non andare alle urne: sarà il “voto grigio”, con gli indecisi che attendono le legislative tra un mese per schierarsi
Dal nostro corrispondente ANAIS GINORI
07 maggio 2017
ASTENSIONISMO. Mai così tanti appelli a non votare tra intellettuali e militanti di sinistra. C’è chi propone soluzioni di compromesso come il “voto grigio”: scheda Macron alle presidenziali e per la sinistra classica alle politiche. Altri ancora immaginano di votare, ma solo dopo le 17 per esprimere il proprio dissenso. Il partito del “né né” potrebbe rappresentare il 25% degli elettori, sette punti in più del 2012.
BERLINO. Alle scorse presidenziali Angela Merkel aveva dato il suo appoggio a Nicolas Sarkozy. Questa volta, di fronte alla pluralità dei candidati all’Eliseo, per non offendere nessuno la Cancelliera ha ricevuto a Berlino prima François Fillon, poi Emmanuel Macron e infine anche il socialista Benoit Hamon. Par condicio.
DÉGAGISME. Termine coniato dallo slogan “Dégage!”, vattene, utilizzato durante le primavere arabe contro i raìs. Tanti protagonisti della vita politica francese sono stati spazzati via in nome del rinnovamento: un ex presidente (Sarkozy), un presidente in carica (Hollande), tre ex premier (Juppé, Valls, Fillon), un ex ministro (Hamon). L’ultima vittima del “Dégagisme” potrebbe essere Le Pen.
EUROPA. Macron ha fatto sventolare il vessillo europeo in tutti i suoi comizi, Le Pen ha chiesto di ritirarlo ovunque. Il ballottaggio di stasera assomiglia a un nuovo referendum sull’Europa come quello del 2005 sulla Costituzione europea in cui avevano vinto i “No” con il 55%.
FAMIGLIA. Prima il padre, poi la figlia e forse un giorno la nipote. Anche se la dinastia Le Pen non riuscirà a varcare le porte dell’Eliseo, continuerà a pesare sulla politica francese. Dopo Marine c’è già Marion che si scalda: alle prossime presidenziali avrà solo 32 anni.
MOGLIE. Le rivelazioni sul lavoro fittizio in parlamento della moglie di François Fillon hanno fatto precipitare le chance di vittoria del candidato della destra. L’altra moglie protagonista della campagna elettorale è Brigitte Macron, 63 anni. Con lei l’Eliseo ritroverebbe una première dame. Dopo la separazione da Valérie Trierweiler, Hollande è rimasto ufficialmente presidente celibe benché in coppia con l’attrice Julie Gayet.
OLOGRAMMA. Jean-Luc Mélenchon ha fatto un doppio comizio tra Parigi e Lione grazie alla tecnica dell’ologramma. Il successo è stato tale che ha replicato anche ad aprile in nove città, sempre avvalendosi di una società francese che ha sviluppato una tecnologia all’avanguardia finora usata solo per spettacoli e concerti.
PATRIOTI. È la parola contesa tra Le Pen e Macron. I lepenisti si chiamano tra di loro “patriotes”, si è persino ipotizzato di ribattezzare così il partito. La sera della vittoria al primo turno Macron si è definito come il «presidente dei patrioti contro il rischio dei nazionalismi».
ROTHSCHILD. L’etichetta di “banchiere” perseguita Macron. Tra il 2008 e il 2012 ha lavorato per la banca d’affari Rothschild & Cie, dove era soprannominato il “Mozart della finanza”. Se sarà eletto stasera, diventerà il secondo banchiere all’Eliseo: prima di lui c’era stato George Pompidou che pure aveva lavorato per Rothschild.
SCOOP. La stampa e il giornalismo d’inchiesta hanno dimostrato di pesare ancora con lo scoop del Canard Enchaîné sul PenelopeGate. La campagna ha avuto anche la sua dose di fake news, spesso diffuse dai candidati. All’indomani dell’uccisione di un poliziotto sugli Champs-Elysées, Fillon ha parlato di altri attacchi nella capitale, mai dimostrati. Le Pen ha detto 19 affermazioni false o incorrette durante il dibattito tv di mercoledì scorso.
TIC. “Pardon de vous le dire”, perdoni se glie lo dico, è diventato il tormentone di Macron che lo utilizza spesso per rispondere ai giornalisti. L’altro suo tic linguistico è “En même temps”, al tempo stesso, che utilizza per bilanciare gli argomenti, da perfetto leader centrista.
VVLADIMIR PUTIN. È il convitato di pietra dell’elezione. Il presidente russo aveva due “suoi” candidati alle presidenziali francesi: Fillon e Le Pen. La leader del Front National è andata a trovarlo al Cremlino il 24 marzo scorso e ha ottenuto da banche russe diversi prestiti per finanziare il suo partito.
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07 maggio 2017
Da - http://www.repubblica.it/esteri/2017/05/07/news/da_astensione_a_scoop_l_alfabeto_del_ballottaggio_che_ha_cancellato_i_partiti-164813184/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T2
Arlecchino:
Letta: "Nessuno si autoassolva, la strage dei bambini è una macchia per l’Italia"
Era il premier quando ci fu il naufragio dell’11 ottobre 2013: "Verità e giustizia per le vittime, fate vedere l’inchiesta di Gatti nelle scuole".
Dopo l’orrore trovai il consenso per l'operazione Mare Nostrum che ha salvato 100mila vite: perché abbiamo fatto marcia indietro?
Dalla nostra corrispondente ANAIS GINORI
15 ottobre 2017
PARIGI. "L'Italia non può autoassolversi solo perché si tratta di migranti. Dobbiamo garantire verità e giustizia". Enrico Letta era capo del governo quanto ci fu la strage del'11 ottobre 2013 al centro dell’inchiesta e del documentario di Fabrizio Gatti. "Un lavoro giornalistico di denuncia — commenta — che dovrebbe essere presentato in tutte le scuole. I ragazzi devono capire di cosa stiamo parlando quando si discute di migranti".
L'ex premier, oggi direttore della scuola per gli affari internazionali di Sciences Po, ricorda la notte di quattro anni fa in cui morirono 268 persone tra Italia e Malta, pochi giorni dopo un altro naufragio avvenuto nel mare di Lampedusa con 368 vittime. "La concatenazione di due tragedie in così poco tempo — racconta — mi permise di trovare il consenso politico per lanciare Mare Nostrum".
Decise sull’onda emotiva, senza esitazioni?
"Fu subito chiaro che non si trattava di singoli episodi ma di un fenomeno epocale, destinato a durare. Qualche mese prima c'era stato anche il profetico viaggio del Papa a Lampedusa, illuminante per me".
Il governo italiano però rimase da solo ad affrontare l'emergenza.
"Chiesi la convocazione di un Consiglio europeo. Dissi ai colleghi degli altri governi: l’Italia non può sopportare che il mare nostrum diventi un mare mortum. Domandai un contributo per la missione di salvataggio che stavamo lanciando. Mi rispose un solo paese, la Slovenia, mandando una nave. Andai avanti lo stesso. Si trattava di difendere il nostro onore".
L'Europa ha preferito voltarsi dall'altra parte?
"Da europeista, spiace dirlo: è così. La consapevolezza nelle altre capitali c'è stata solo due anni dopo, quando i rifugiati hanno spalancato la rotta balcanica, arrivando in Germania".
La missione Mare Nostrum viene accusata di aver aumentato i flussi di migranti verso l’Italia. Cosa risponde?
"È una falsità. Chi ha accusato le nostre navi di fare da 'taxi' per i migranti dovrebbe guardare questo documentario. E quando la missione è stata interrotta i flussi non sono diminuiti, anzi. Qualcuno mi deve ancora spiegare perché l'Italia ha poi deciso di abbandonare l'operazione".
Il governo di Matteo Renzi fermò Mare Nostrum, sostituita dall'operazione Triton che doveva garantire una maggiore cooperazione europea.
"Non voglio fare polemica. Rivendico però con orgoglio la mia scelta da capo di governo. In poco più di un anno Mare Nostrum ha salvato almeno 100mila vite umane. I nostri militari hanno fatto un lavoro straordinario rispetto all'egoismo di altri Paesi".
"Gli ufficiali italiani ci hanno lasciato morire", dice uno dei superstiti della strage dell'11 ottobre 2013 intervistato nel documentario.
"Dall'inchiesta giornalistica emergono responsabilità evidenti. Uno Stato non può archiviare una tragedia del genere senza garantire piena giustizia. Nel filmato appaiono altre due verità".
Ovvero?
"I migranti hanno aspettato ore in mezzo al mare. Sono morti per il rimpallo di competenze tra Italia e Malta. Serve quindi una catena di comando chiara a livello europeo. L'altra cosa evidente è l'insufficienza di Frontex, un'agenzia nata con altre finalità che, non a caso, ha sede a Varsavia".
Oggi la polemica si è spostata sul ruolo dell Ong, accusate di fare da 'taxi' per i migranti.
"Sono accuse rivoltanti. Può darsi che ci siano carenze o zone d'ombra da parte di alcune Ong. Il nodo fondamentale, però, è un altro. Una fenomeno epocale e di lungo termine come quello dei flussi migratori deve impegnare direttamente gli Stati. Le operazioni di 'safe and rescue' devono essere prese in carico dai governi. Era il senso della missione di Mare Nostrum. Aggiungo che la presenza della nostra Marina ha permesso non solo il salvataggio di tante persone ma anche di raccogliere prove per fermare i trafficanti".
Sull'immigrazione una parte della sinistra utilizza ormai argomenti un tempo monopolizzati dalla destra?
"Per esperienza so che su questi temi non c'è più distinzione tra sinistra e destra. Esiste una forma di cinismo collettivo. Si continua a fare campagna elettorale sulla pelle dei disperati".
Nessun politico italiano avrebbe il coraggio di riproporre un'operazione come Mare Nostrum?
"In Italia tutto viene messo in unico calderone, non si fa più distinzione tra rifugiati e migranti economici, creando un fenomeno di rigetto".
C'è addirittura chi parla di 'invasione'.
"Parliamo di cifre importanti ma gestibili. L'invasione è quella che abbiamo visto in Germania, dove sono arrivate un milione di persone in pochi giorni".
Esiste comunque una pressione migratoria forte, che preoccupa tanti cittadini.
"Infatti sono convinto che debba essere la questione numero uno della politica. Conta più dello spread e del futuro dell’eurozona. Il Brexit è figlio delle immagini di sbarchi a Lampedusa e delle bidonville di Calais. I populismi si nutrono di queste paure".
Un altro superstite della strage dice: "L'Italia deve dimostrare di averci trattato come esseri umani".
"Siamo nel mezzo di un processo di deumanizzazione.
La nostra civiltà si è smarrita. Tra un secolo i biologi marini che esamineranno i fondali del Mediterraneo si troveranno davanti a un cimitero di guerra. Dovranno tentare di spiegare come siano potute morire così tante persone senza che ci fosse un vero conflitto".
© Riproduzione riservata 15 ottobre 2017
Da - http://www.repubblica.it/esteri/2017/10/15/news/letta_nessuno_si_autoassolva_la_strage_dei_bambini_e_una_macchia_per_l_italia_-178344286/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T2
Arlecchino:
Macron-Renzi, incontro a due all'Eliseo: "Piena sintonia"
Oltre un'ora di colloquio, si è parlato anche di una road map delle riforme e della possibilità di nominare deputati "transnazionali" che facciano riferimento a più paesi, nelle prossime elezioni europee del 2019
Dalla nostra corrispondente ANAIS GINORI
21 novembre 2017
PARIGI - Non si erano ancora incontrati da quando uno è uscito da Palazzo Chigi e l'altro è entrato all'Eliseo. Matteo Renzi ed Emmanuel Macron si sono visti stamattina all'Eliseo per oltre un'ora di colloquio. I due si conoscono da tempo, hanno biografie e stili diversi ma condividono molte cose politicamente. Se uno si è fatto strada come "rottamatore", l'altro è arrivato alla ribalta promettendo di seppellire "l'ancien monde", il vecchio mondo della politica francese, rimasto praticamente immobile per una trentina d'anni.
Macron ha ripreso alcune idee renziane nel suo programma, ad esempio il pass culturale, la riforma del mercato del lavoro, e molte delle iniziative che l'ex premier ha tentato di promuovere durante la presidenza Ue del 2014, come l'idea di un ministro delle Finanze dell'eurozona. Renzi, d'altra parte, ha tentato di tradurre il movimento politico En Marche! nell'italiano In Cammino.
Renzi è volato a Parigi per suggellare quello che definisce un "rapporto forte e consolidato" e godere del sostegno de leader francese nella campagna elettorale che si annuncia. Così come Macron è stato capace di battere Marine Le Pen, Renzi vuole accreditarsi sulla scena internazionale come argine contro i populismi. A sei mesi dall'elezione, la presidenza di Macron è controversa, il capo di Stato ha perso molto nei sondaggi, anche se sta risalendo di qualche punto. Ma è considerato da molti, e anche da Renzi, il nuovo "riferimento forte" in Europa, anche viste le difficoltà di altri paesi membri.
Con il presidente francese, hanno spiegato fondi vicine al leader Pd, c'è "piena sintonia" sull'idea di rilanciare l'Europa su base più democratica anche attraverso le liste transnazionali, ovvero inserire nelle prossime elezioni europee del 2019 una quota di deputati che facciano riferimento a più paesi.
L'altra proposta di cui Macron ha voluto discutere con Renzi è l'idea di formare un nuovo gruppo politico presso l'europarlamento, che prenda sostanzialmente il posto degli attuali liberali, riducendo così ai minimi il peso del Partito socialista europeo.
E ancora: il leader francese tiene molto all'idea delle "convenzioni" che i paesi membri dell'Ue dovrebbero lanciare nel corso del 2018 per scrivere sulla base delle priorità espresse dai cittadini una road map delle riforme europee: lo stesso Macron aveva lanciato una serie di consultazioni popolari per elaborare il programma del suo movimento En Marche! Tutte le iniziative discusse sono ovviamente appese alla nuova incertezza provocata dalla crisi politica in Germania.
© Riproduzione riservata 21 novembre 2017
Da - http://www.repubblica.it/esteri/2017/11/21/news/macron_renzi_eliseo_parigi_incontro-181705641/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P1-S1.6-T1
Arlecchino:
Francia, Nicolas Sarkozy in stato di fermo
L'ex presidente è sotto interrogatorio della polizia su presunti finanziamenti illeciti alla sua campagna elettorale del 2007, probabilmente legati alla Libia di Gheddafi
dalla nostra corrispondente ANAIS GINORI
20 marzo 2018
PARIGI - La storia della guerra in Libia e il fantasma di Gheddafi continuano a perseguitare Nicolas Sarkozy. L'ex Presidente è da stamattina in stato di fermo dai magistrati anti-corruzione di Nanterre nell'ambito dell'inchiesta sul presunto finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 - la prima in cui era candidato all’Eliseo - da parte dell’allora potentissimo raìs libico.
Le prime accuse erano state rivelate dal sito Mediapart sei anni fa e documentate in un libro uscito qualche mese fa dal titolo “Avec les compliments du Guide” firmato da due cronisti del sito Fabrice Arfi e Karl Laske. I giornalisti avevano raccontato di borse piene di banconote passate da Tripoli e Parigi, bonifici sospetti, lettere con promesse di milioni di euro per favorire l’elezione dell’allora leader della destra francese, fino ai ricatti, le minacce e la guerra scatenata da Sarkozy. Nelle varie ricostruzioni si parla di finanziamenti di quasi 50 milioni di euro in diversi pagamenti cash.
L'ex capo di Stato ha sempre smentito le accuse. Dall'autunno 2016 si è ritirato dalla vita politica dopo la sconfitta alle primarie del centrodestra. Sarkozy è già stato rinviato a giudizio per non aver rispettato le regole sul finanziamento della sua campagna elettorale del 2012, avendo speso circa 20 milioni in più rispetto al tetto dei 22,5 milioni consentiti per legge.
Dal 2013 i magistrati francesi indagano sul presunto finanziamento da Tripoli a Parigi. L'inchiesta ha proceduto a rilento, anche per la morte di Gheddafi e di molti suoi fedelissimi. Un nuovo colpo di accelerazione è arrivato a gennaio con l'arresto all'aeroporto londinese di Heathrow dell'uomo d'affari francese Alexandre Djouhri con un mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia: sarebbe stato lui a fare da tramite per il denaro con cui l'ex leader libico L'udienza per l'estradizione inizierà il 17 aprile.
© Riproduzione riservata 20 marzo 2018
Da - http://www.repubblica.it/esteri/2018/03/20/news/francia_sarkozy_fermato-191735781/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
Arlecchino:
La mano tesa di Macron a Conte: "Impazienti di lavorare insieme"
Uno dei collaboratori del capo dell'Eliseo spiega a Repubblica: "Vogliamo stabilire rapidamente il contatto con il nuovo presidente del Consiglio già nei prossimi giorni, non appena sarà ufficializzato il governo"
Dalla nostra corrispondente ANAIS GINORI
25 maggio 2018
PARIGI - "La Francia è pronta a lavorare subito con il nuovo governo italiano". L’Eliseo tende la mano senza indugi al premier incaricato Giuseppe Conte. Uno dei collaboratori di Emmanuel Macron spiega a Repubblica: "Vogliamo stabilire rapidamente il contatto con il nuovo Presidente del Consiglio già nei prossimi giorni, non appena sarà ufficializzato il governo".
Nell’entourage di Macron si percepisce impazienza in vista delle prossime scadenze su cui Roma è clamorosamente assente, in particolare le trattative in vista del Consiglio europeo di fine giugno. La sensazione è che Macron prenda con pragmatismo e senza pregiudizi la situazione italiana. E a sorpresa l’Eliseo spiega che ci potrebbero essere delle convergenze di interessi con il nuovo governo. "Noi stiamo già lavorando su punti che sono importanti per l’Italia come la riforma eurozona e il controllo flussi migratori". Certo i toni dei leader di Lega e M5S sull’Europa sono molto lontani da quelli di Macron. Ma il presidente francese pensa che sia importante sbloccare l’attuale impasse, non a caso ha tuonato qualche settimana fa contro il ‘feticismo delle eccedenze di bilancio e commerciali’ della Germania.
Macron applicherà con il nuovo governo italiano la dottrina che ha usato con altri interlocutori internazionali, da Trump a Putin: mettere sul tavolo con franchezza punti di accordo e disaccordo per poi capire come si può lavorare insieme. Macron è preoccupato per questa unione di populisti inedita in Europa? "Vediamo in quale stato d’animo saranno una volta arrivati al governo - risponde il suo fidato collaboratore - Il nostro messaggio è chiaro: non vogliamo perdere tempo, bisogna avanzare in fretta. Spero che gli italiani saliranno a bordo subito. Noi siamo pronti ad accoglierli. L’Italia è un paese importante di cui non è pensabile fare a meno".
© Riproduzione riservata
25 maggio 2018
Da - http://www.repubblica.it/esteri/2018/05/25/news/macron_conte-197334427/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S3.3-T1
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