LA-U dell'OLIVO
Novembre 26, 2024, 09:27:45 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: L’Italia è l’unico Paese al mondo ... che non condanna la frode fiscale...  (Letto 2545 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Agosto 21, 2007, 11:48:51 am »

In nome della legge
Nicola Cacace


L’Italia è l’unico Paese al mondo dove personaggi autorevoli, politici ma non solo, si permettono di non condannare la frode fiscale, senza essere sommersi da cori di disapprovazione. Sbaglia Walter Veltroni quando dice «all’estero riderebbero di noi», ma sbaglia per difetto, perché all’estero metterebbero alla gogna mediatica un simpatico evasore come Valentino Rossi o un leader politico come Bossi che minaccia lo sciopero fiscale o il leader dell’opposizione che periodicamente parla di fisco ingiusto.

In Gran Bretagna i conservatori al massimo promettono di ridurre l’imposta di successione, in America i repubblicani fanno politiche fiscali a favore dei ricchi, determinando crisi devastanti come quella del ‘29 o crisi gravi come quella attuale, in Francia nessuno contesta una pressione fiscale del 46%, superiore alla nostra, men che meno non condannare gli evasori. Senza parlare dei tanti ministri dimessisi, all’estero, per errori nel versamento dei contributi alla Colf.

In Italia molti politici, anche di sinistra, hanno protestato contro il livello di pressione fiscale, 42,8% del Pil nel 2007, dimenticando dati importanti, il contributo della lotta all’evasione, il massimo del 43,7% era stato toccato nel 1997, il fatto che più di metà delle entrate vengono da contributi sociali ed imposte indirette, cioè sono pagate allo stesso modo da ricchi e poveri. Alla faccia della progressività delle imposte sancita dalla Costituzione. Mentre in quasi tutti i Paesi le imposte dirette prevalgono sulle indirette. Quello che pesa nelle tasche dei contribuenti non è la pressione fiscale, ma la quota di imposte dirette, che in Italia conta meno di un terzo di tutte le entrate ed il livello a cui l’aliquota massima dell’imposta personale è applicata. In Italia l’aliquota massima è pagata da poche centinaia di migliaia di contribuenti, mentre nei Paesi scandinavi l’aliquota massima parte già da due volte il salario medio. In Europa continentale essa parte da quattro volte il salario medio, in Italia da sei volte, livello superiore solo agli Stati Uniti dove essa parte da 12 volte il salario medio.

È sbagliato parlare di «dovere di pagare le tasse sulla base di leggi giuste» come fa anche il Cardinal Bertone. È equivoco parlare di leggi giuste. Certo che le leggi devono essere giuste! Ma giuste sono le leggi democraticamente deliberate dai parlamenti nazionali, non quelle che ciascuno vorrebbe per i suoi interessi personali, tutte migliorabili ma che per senso civico vanno rispettate.

In questi giorni si parla molto di Sicurezza e Salute, bene! Perché i signori che maledicono le tasse non spiegano ai cittadini che questi capitoli fondamentali del benessere di tutti devono essere finanziati con le “maledette tasse”? E che i Paesi che hanno oggi livelli di Sicurezza e Sanità migliori del mondo sono proprio i Paesi scandinavi con alta pressione fiscale (50% del Pil), mentre il Paese più ricco del mondo, l’America, ma con la pressione fiscale più bassa, 30% del Pil, si trova agli ultimi posti sia delle statistiche mondiali della Sicurezza, con livelli di criminalità pari a quattro volte i nostri, che della Sanità con mortalità infantile e lunghezza di vita peggiore di noi, come accertato dalle statistiche dell’organizzazione mondiale della salute. È vero che in Italia c’è molto da fare per migliorare Sanità e Sicurezza, colpendo disorganizzazione, ruberie e sprechi, ed è vero che i politici sono i primi responsabili delle inefficienze diffuse, ma la classe dirigente e i media, quando parlano di tasse, hanno il sacrosanto dovere di dire tutta la verità, guardando al mondo e alla complessità dei problemi, non solo ai loro piccoli interessi di bottega.

Tanto più che nel mondo globalizzato le risorse umane sono diventate il primo fattore di sviluppo di un Paese. Quanti italiani sanno che i Paesi che oggi attirano più investimenti diretti esteri sono quelli a più alta pressione fiscale? Mentre in Italia solo il 2% degli investimenti fissi nazionali sono stranieri, in America sono il 10% mentre in Svezia superano il 30%. Non solo «all’estero riderebbero di noi», caro Walter, se sapessero che autorevoli leader minacciano lo sciopero fiscale: quel che è peggio è che dall’estero verranno sempre meno ad investire nel Paese che, oltre a mettere il senso civico sotto i piedi, teorizza “autorevolmente” la riduzione delle risorse pubbliche per i Servizi di base, istruzione, sicurezza, salute, tra gli altri.

Pubblicato il: 20.08.07
Modificato il: 20.08.07 alle ore 9.33   
© l'Unità.
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!