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Autore Discussione: FRANCESCO PAOLO FULCI Onu, così può nascere il seggio Ue  (Letto 2046 volte)
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« inserito:: Ottobre 12, 2009, 05:36:55 pm »

12/10/2009
 
Onu, così può nascere il seggio Ue
 
FRANCESCO PAOLO FULCI
 

Il noto organo di stampa tedesco, «Der Spiegel», riferisce che il programma del nuovo governo di coalizione, in corso di negoziato tra democristiani e liberali tedeschi, prevederebbe che la Germania non debba più battersi alle Nazioni Unite per un seggio permanente nazionale, bensì per un seggio europeo. Se questa svolta venisse confermata le conseguenze sarebbero quanto mai positive per il futuro dell’Europa all’Onu. Sulla scia anche del Trattato di Lisbona, che prevede una politica estera europea più coesa ed unita, si potrebbe infatti già cominciare a realizzare da subito un embrione del seggio dell’Europa nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu procedendo per gradi e per piccoli passi (con lo stesso metodo cioè con cui si è costruita l’Europa Unita). Va premesso che l’Europa all’Onu in Assemblea generale, nelle sue commissioni, in Consiglio di sicurezza, nel Consiglio economico e sociale, ecc. parla già sempre, o quasi sempre, attraverso la voce del paese che ne assicura la presidenza di turno. Ove l’Europa è invece completamente assente è nelle riunioni informali del Consiglio di sicurezza, che si svolgono in un’atmosfera di grande riservatezza in un piccolo vano adiacente alla sala del Consiglio, severamente interdetto ai non membri, in cui prendono posto solo l’Ambasciatore e due delegati per ognuno dei paesi membri. È lì, in quella minuscola sala soprannominata «Sancta Sanctorum», che si svolge il 99 per cento dei lavori del Consiglio di sicurezza, al riparo da occhi ed orecchi indiscreti.

Se mi è consentito vorrei qui rilanciare un suggerimento che avevo avanzato al momento di lasciare la carriera, dieci anni fa. Perché non si chiede ad uno dei paesi membri dell’Unione Europea che sono stati democraticamente eletti per un biennio al Consiglio di Sicurezza - attualmente è l’Austria - di ospitare nella sua delegazione in Consiglio un alto funzionario del paese che esercita la presidenza di turno dell’Unione, cioè, a partire dal 1° gennaio prossimo, la Spagna? In questo modo il diplomatico spagnolo siederebbe nel "Sancta Sanctorum" del CDS subito dietro l’Ambasciatore austriaco: l’Europa, tramite la sua presidenza, avrebbe occhi ed orecchi propri per seguire l’andamento dei dibattiti su vari dossier all’esame del Consiglio e se su tali dossier esistesse già una posizione comune, sempre il funzionario spagnolo - con il consenso dell’Ambasciatore austriaco - potrebbe prendere la parola per manifestare tale posizione, dando così anche voce all’Europa nel momento in cui maturano le decisioni sui temi della guerra e della pace nel mondo.

Essenziale per una simile soluzione è l’accordo di Austria e Spagna. Esiste già, del resto, un preciso precedente nell’ambito dell’America Latina: già da qualche anno Argentina e Brasile hanno raggiunto un’intesa, in base alla quale un alto diplomatico dell’una viene inserito nella delegazione al Consiglio di sicurezza dell’altra, e viceversa, quando uno dei due paesi viene eletto al Consiglio. L’Europa non potrebbe provare a seguire tale esempio?

*Ex ambasciatore italiano all’Onu
da lastampa.it
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