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Autore Discussione: MATTEO RENZI  (Letto 141605 volte)
Arlecchino
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« Risposta #240 inserito:: Aprile 24, 2018, 05:10:18 pm »

Enews 524, giovedì 19 aprile 2018

19 aprile 2018

Ben ritrovati, care amiche e cari amici.
Ho saltato un paio di settimane nel nostro filo diretto e spero che possiate perdonarmi.
Ho iniziato a viaggiare in giro per il mondo, come un ex premier deve fare, compatibilmente con gli impegni da Senatore. Viaggiare serve per restare aggiornato, per aiutare le realtà italiane, per imparare. La visita in Qatar è stata dovuta all’inaugurazione di una splendida Biblioteca Nazionale voluta dalla Sceicca Mozah che avevo incontrato a Palazzo Chigi: ricordate il nostro slogan “per ogni euro investito in sicurezza, un euro investito in cultura”? Lo trovo più attuale che mai. La difesa della cultura, l’investimento nella conoscenza: questo è il primo modo per prevenire il terrorismo, per combattere la povertà educativa, per affermare una visione diversa della nostra società. Ci credo molto. E del resto, come diceva Marguerite Yourcenar, “fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito”.
Vedere bambini e soprattutto bambine stare in biblioteca con un libro in mano è il gesto più rivoluzionario per il Medio Oriente e per il mondo intero.
Non posso aggiornarvi sull’attività parlamentare perché fino a quando non si forma il Governo le Commissioni non partono. E l’Aula procede a rilento. D’altro canto eravamo stati facili profeti nel dire che dopo la bocciatura della riforma costituzionale formare un Governo sarebbe stato molto complicato per chiunque. Non faccio dunque polemiche: questa situazione era stata largamente annunciata da chi come noi aveva combattuto per quel referendum. Adesso, come abbiamo detto dal primo giorno, tocca ai vincitori delle elezioni. E vediamo se saranno in grado di farcela. Tocca a loro, come diciamo da sempre.
Nel 2014, quando siamo andati al Governo, non avevamo tempo. Avevamo l’acqua alla gola. Nel giro di qualche settimana abbiamo dovuto dare la svolta. Nei primi 45 giorni – gli stessi che ci separano dal voto del 4 marzo – avevamo già approvato le misure di urgenza: gli 80 euro, il tetto ai dirigenti pubblici, la diminuzione dell’Irap per le aziende, i primi decreti legge su PA e Lavoro.
Avevamo del resto un PIL a meno 2%, il Fiscal Compact senza flessibilità in agguato, la questione immigrazione esplosa e una crisi aziendale dopo l’altra.
Non potevamo permetterci il lusso di rinviare.
Oggi la situazione del nostro Paese è migliore. E bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo. Il Fondo Monetario ha appena rivisto al rialzo le stime sul PIL, gli occupati crescono secondo i dati INPS, i flussi migratori sono in netto calo. Persino su alcuni argomenti poco piacevoli come il pagamento delle tasse, chi in queste ore è alle prese con la dichiarazione precompilata tocca con mano le novità dei nostri mille giorni.
C’è ancora moltissimo da fare. Ma l’Italia sta meglio rispetto a quattro anni fa grazie alle riforme. E se anche non ci viene riconosciuto dalla grande maggioranza dei commentatori, tutti sanno che questa è la verità.
Chi in queste ore sta trattando per formare il Governo sa di non avere la spada di Damocle come avevamo noi quattro anni fa. Da italiano sono contento. Perché per noi l’Italia viene prima di tutto.
Vi leggo sempre volentieri: matteo@matteorenzi.it
A quelli che sentono la mancanza delle nostre iniziative politiche (e magari mi contestano di essere troppo lontano come mi hanno scritto in tanti dopo la pubblicazione di questo post) vorrei inviare un abbraccio grande. E l’invito a sbarrare nell’agenda le date 19-20-21 ottobre 2018. Quel fine settimana tornerà la Leopolda. Si chiamerà “La prova del Nove” e il titolo non ha bisogno di molte spiegazioni. Sarà il nono anno, certo. Ma non solo per questo sarà la prova del Nove.
Sto ricevendo molte segnalazioni del popolo delle E-News su argomenti specifici da portare all’attenzione del Senato. Vi sto leggendo e vedo che ci sono molti stimoli. Ci sono molti colleghi bravissimi e cercherò d’accordo con il capogruppo Marcucci di farmi aiutare da loro per affrontare i tanti spunti che mi state ponendo. Ai sindaci, soprattutto, dico che ci sono dei bravissimi colleghi – sia alla Camera che al Senato – che hanno fatto esperienza come primi cittadini. Vorrei che i sindaci di tutta Italia, di qualsiasi colore politico, sapessero che siamo a disposizione per cercare di affrontare insieme le questioni delle singole comunità. Proporrò che si costituisca un gruppo di lavoro su questi temi, coordinato da un ex sindaco.
Per quello che riguarda il mio meraviglioso collegio, segnalo una bella iniziativa del Sindaco di Firenze sull’educazione civica, che mi impegno a portare avanti insieme ai colleghi appena iniziati i lavori. Segnalo anche un paio di date: il millenario dell’abbazia di San Miniato che parte il prossimo 27 aprile e il prossimo 7 maggio una bella iniziativa sull’Aeroporto organizzata al teatro Puccini. Sul fronte sanitario ho partecipato all’inaugurazione della Fondazione Paolo e Marlene Fresco a Fiesole con la nuova sede che sarà centro di iniziative per la lotta contro il Parkinson, in collaborazione con New York University e istituzioni italiane.
Pensierino della sera. Vorrei che arrivasse un abbraccio grande a Paolo Borrometi e a Federica Angeli. Sono due giornalisti, minacciati per ciò che hanno scritto. Minacciati cioè per aver fatto il loro lavoro. Vorrei che sentissero forte l’affetto del popolo delle E-News ma anche di tutte le donne e gli uomini di buona volontà del nostro Paese. Vivere sotto scorta non è piacevole nonostante la professionalità degli agenti che ti aiutano. Farlo perché sei un giornalista è inaccettabile. Mi sono lamentato spesso del modo con il quale molte testate ci trattano (e continuerò a farlo, naturalmente   ). Ma vedere due ragazzi più o meno della nostra generazione rischiare la vita per quello che hanno scritto è inaccettabile. Un abbraccio a Paolo, un abbraccio a Federica, noi siamo con voi. Comunque e ovunque.

Un sorriso, amici
E buon 25 aprile a tutti!
Matteo
P.S. Segnalo una bella intervista di oggi a Francois Hollande, la trovate qui.

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« Risposta #241 inserito:: Aprile 26, 2018, 06:04:25 pm »

Renzi: “M5s? Metodi da baby gang.

Piuttosto che governare con loro torniamo al voto, tanto mi rieleggono”

L'ex premier, secondo Il Giornale, si sente messo con le spalle al muro ma avverte: "Scelgo il muro. Io in Parlamento ci torno, Franceschini non so. Questi non hanno capito che non mi faccio intimidire".

E si affida al pallottoliere: "Per fare l'accordo non basta avere il 51% della direzione, devi assicurarti almeno l'85% dei gruppi. Numeri che non avranno mai".

Mattarella pronto a dare più tempo a Fico

Di F. Q. | 26 aprile 2018

 “Hanno impostato una trattativa violenta, con minacce e ultimatum. Vogliono mettermi con le spalle al muro: o dico sì al governo con i grillini o c’è il muro, cioè le elezioni. Ma io scelgo il muro, cioè le elezioni. Tanto io in Parlamento torno, Franceschini non so. Questi non hanno capito che non mi faccio intimidire. Sono pronto a trattare pure con Belzebù, ma certo non ho paura di chi nelle trattative politiche si comporta come sul web, con i metodi delle baby gang“. Sono i commenti attribuiti dal Giornale a Matteo Renzi, che avrebbe “comunicato agli amici” queste valutazioni rispetto all’ipotesi – che per l’ex segretario dem è da escludere – di un esecutivo M5s-Pd. Prospettiva che il presidente della Camera Roberto Fico cercherà di concretizzare con il nuovo giro di consultazioni partito oggi nell’ambito del mandato ricevuto dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

Il giorno dopo il “sondaggio” dell’ex premier tra i fiorentini sull’opportunità di un accordo, Yoda – alias Augusto Minzolini – sulle pagine del quotidiano berlusconiano dà conto anche di come Renzi si senta forte dei calcoli al pallottoliere sui voti in direzione Pd e in Parlamento. Non a caso, come ricorda La Stampa, ha fatto convocare per mercoledì 2 maggio, lo stesso giorno in cui si terrà la direzione (ma oggi si è saputo che slitterà al 3) una riunione del gruppo al Senato dove i numeri sono a suo favore. “Per fare un governo con i grillini”, è la riflessione che gli attribuisce il Giornale, “non basta avere il 51% della direzione, devi assicurarti almeno l’85% dei gruppi parlamentari. Numeri che non avranno mai, specie con la rivolta che c’è nel partito”.

L’ex segretario: “Possiamo dare il Paese ai giustizialisti?” – Secondo il Giornale, il senatore di Rignano imputa a chi ha aperto al dialogo di aver impostato male la trattativa, o di puntare solo a mantenere salda la poltrona. E annota che tra i “colpevoli” verrebbe annoverato pure il Colle, che “ha accelerato i tempi del confronto e non ha impedito che i grillini usassero l’arma di ricatto delle elezioni”. Insomma, Renzi si sente messo al muro da “minacce, ricatti e ultimatum”, per di più da parte di quelli che – annota Yoda – giudica “giustizialisti” per le reazioni alla sentenza palermitana sulla trattativa Stato-mafia.

Pd spaccato. Bindi: “Valutare accordo ma non sulle poltrone” – Il Pd però è spaccato, con il reggente Maurizio Martina schierato tra gli aperturisti insieme – come riporta il Corriere – al governatore pugliese Michele Emiliano, al deputato Francesco Boccia e ai compagni di corrente, da Dario Ginefra a Beppe Lumia. E anche Dario Franceschini, Piero Fassino, Andrea Orlando, Graziano Delrio e Anna Finocchiaro, tra gli altri, spingono per il confronto. Per Rosy Bindi, intervistata da Repubblica, “prima vengono gli interessi del Paese, poi quelli del Pd. Perciò penso che occorra valutare se un accordo con i 5Stelle sia possibile. Ma attenzione, non è che si vanno a vedere le carte in nome di un nobile motivo e poi lo si trasforma in un accordo di potere, sulle poltrone, sul numero dei ministeri, su chi va a Palazzo Chigi e chi no”.

Scalfarotto: “Distanza enorme sui valori, nascerebbe mostro incomprensibile” – Contrari invece i fedelissimi renziani Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Matteo Orfini, Michele Anzaldi, Simona Bonafè, Silvia Fregolent, Alessia Morani, Alessandra Moretti. Ma anche il ministro dello Sviluppo uscente Carlo Calenda che ribadisce: “Tra noi e il M5S c’è una distanza siderale, bisogna avere un minimo comune denominatore”. Un’alleanza con M5s “sarebbe un voltafaccia ai nostri elettori”, dice dal canto suo Anzaldi in un’intervista al Foglio. “Per tutta la campagna elettorale abbiamo detto ‘mai con gli estremisti‘ e ora ci alleiamo con chi non soltanto ci ha dato per cinque anni dei ladri, dei mafiosi e via insultando, ma ha anche un programma che è opposto al nostro? Credo che nessun elettore Pd capirebbe. Basta vedere come reagiscono i nostri militanti sui social, ma lo stesso avviene con le persone nei bar o per strada”.

“A un governo con i grillini sono decisamente contrario, e non solo per le differenze programmatiche. Esiste una distanza enorme sui valori“, aggiunge il deputato dem Ivan Scalfarotto intervistato da Repubblica. Dall’intesa tra Pd e M5S “verrebbe fuori un mostro incomprensibile per gli elettori di entrambe le forze”. “Poche ore fa ero in piazza per il 25 aprile, a Milano. Non c’era una bandiera dei Cinquestelle. Come dice Di Battista, per loro fascismo e antifascismo sono categorie superate. Per noi no, la libertà deriva dalla Resistenza”. “Io sono per rispondere no all’offerta di Di Maio”, commenta Sandro Gozi. “I dieci punti dei Cinque Stelle saranno anche di buon senso. Ma loro sono per abolire il Jobs act? Bene, noi no. Loro sono per l’abolizione della riforma Fornero? Noi no”.

Il Corriere attribuisce anche a Paolo Gentiloni la valutazione che un accordo con M5s è “implausibile “. Ma in mattinata fonti di palazzo Chigi hanno smentito le frasi sulle “scelte che attendono il Partito democratico”.

Da - https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/26/renzi-m5s-metodi-da-baby-gang-piuttosto-che-governare-con-loro-torniamo-al-voto-tanto-mi-rieleggono/4317057/
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« Risposta #242 inserito:: Aprile 26, 2018, 06:06:05 pm »

Renzi ha ragione!

Concedersi, senza dettare condizioni, ad un rivale che tende ad annientarti, è stupido e vile.

Da mesi noi, Cittadini di CentroSinistra, si propose su Fb quello che adesso i 5Stelle sbatacchiano furbescamente sul tavolo, la stesura di un Programma di Governo da presentare agli elettori delle due parti in gioco (non lo si fece nel PD e i risultati li conosciamo). 

Con i bari si può anche tentare di giocare, ma assolutamente vanno disarmati ... truffati e ammazzati sarebbe troppo.

ciaooo
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« Risposta #243 inserito:: Aprile 30, 2018, 10:02:09 am »

Renzi parla in chiarezza e propone ciò di cui abbiamo (in Italia) necessità impellente: le RIFORME DI SISTEMA!

La stupidità politica del NO al Referendum, deve essere annullata e corretta con una migliore cernita delle priorità da riformare.

Ma soprattutto sarà necessaria una migliore e meno arrogante Comunicazione agli elettori, del perchè e il come si intende mettere mano alle Riforme.

Dopo il Caos generato dai NON vincitori di oggi, è aumentata la capacità di riflettere del Cittadino.

ggiannig
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« Risposta #244 inserito:: Maggio 01, 2018, 12:26:59 pm »

A CHE TEMPO CHE FA

29 aprile 2018 - 22:02

Renzi: «No a un governo con i 5 stelle Pronti a discutere con tutti su regole»
Di Redazione Online

«O M5s e Lega fanno il governo» o «scriviamo le regole insieme»: legge elettorale e una riforma costituzionale per «fare iniziale davvero la terza Repubblica» perché con due Camere «il ballottaggio non è possibile». Così l'ex premier ed ex segretario del Pd Matteo Renzi, ospite di «Che tempo che fa» su Rai1, ha chiuso la porta a una possibile intesa con il Movimento 5 stelle, rilanciata nella mattinata di oggi, dalle colonne del Corriere della Sera, da Luigi Di Maio. «Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Il Pd ha perso, sette italiani su dieci hanno votato M5s o Lega. Non possiamo con un gioco di palazzo rientrare dalla finestra dopo che abbiamo perso le elezioni. Se sono capaci ci provino Di Maio e Salvini».
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L'incontro? «In streaming»
Quando Fazio gli ha domandato se il Pd avesse intenzione di incontrare il Movimento 5 Stelle, Renzi ha precisato: «È un bene incontrarsi. È un fatto normale. L'incontro però andrebbe fatto in streaming. Così vediamo se hanno cambiato idea su vaccini, tav, reddito di cittadinanza...». Però «votare la fiducia ad un governo Di Maio no», ha concluso. C'è una parte del Pd pronto a votare quella fiducia? «Deciderà la direzione», ha replicato l’ex segretario dem. «Ci sono 52 senatori Pd e per fare il governo bisogna che 48 votino a favore. Io non ne conosco uno».

«Pd non è socio di minoranza della Casaleggio associati»
«Io ho iniziato a fare politica contro il partito-azienda, era il partito azienda di Berlusconi, vorrei evitare che il finale del Pd sia quello di diventare socio di minoranza di un altro partito-azienda la Casaleggio associati. Se posso dare un suggerimento ai 5 Stelle, stracciate quel contratto incostituzionale che avete firmato con una azienda privata», ha proseguito l'ex premier. «Andare a fare i badanti a un governo Cinque stelle sarebbe offensivo per loro, oltre che per il Pd».

Le «truppe» Pd
E se il Movimento rinunciasse alla condizione di affidare a Luigi Di Maio il ruolo di premier? «Questo lo hanno escluso loro. Questa storia di Di Maio premier a tutti i costi la pensa solo Di Maio: ha preso il 32 per cento, è un bellissimo risultato ma l'aritmetica ha le sue regole. Il 32 per cento non è il 51 per cento. Ma venire a chiedere a chi hai accusato di tutti i mali e con cui non condividi l'idea del futuro di fare un governo...», ha chiarito Renzi. «Io dico la mia, poi deciderà la direzione, l'assemblea dei parlamentari: il Pd ha perso, non abbiamo paura e ripartiamo da zero».
L'intesa sulle regole
Quanto a Movimento 5 Stelle e Lega, se non dovessero riuscire a formare il governo dovrebbero, secondo Renzi, fare «una proposta per cambiare la legge elettorale e una proposta di riforma costituzionale» per arrivare al ballottaggio alle urne. «Io dico: "scrivete voi le regole". Noi saremmo disponibili. Vogliono far partire la Terza Repubblica? Siano capaci di fare una proposta per il Paese».

«Collaboratrice domestica di Fico in nero? È grave»
Inevitabile, al termine dell’intervista, un riferimento alla vicenda raccontata da «Le Iene» — e ripresa da Gian Antonio Stella sul Corriere — che riguarda il presunto pagamento in nero di una collaboratrice domestica da parte del presidente della Camera, Roberto Fico. «È grave? Sicuramente sì. Il concetto è molto semplice — ha concluso Renzi — non puoi dire “io facevo beneficenza e lei si sdebitava”». Il senatore Pd ha anche detto che «è giusto che Fico venga in Parlamento a chiarire».

La replica di Bugani: «Renzi arrogante»
Immediate le repliche del Movimento. «Quando vuol far ridere, sbaglia la battuta. Quando vuol fare lo statista, pecca di arroganza. Quando vuol fare il realista, emerge un finto modesto. Quando vuol giocare in attacco, sbanda in curva. Quando vuol ribaltare la frittata, gli cadono le uova sui piedi», ha scritto in un post su Facebook Massimo Bugani, consigliere comunale M5S di Bologna, membro dell'associazione Rousseau e tra gli esponenti più vicini ai vertici del Movimento — commentando, senza citarlo direttamente, le parole di Renzi in tv.

Da - http://www.corriere.it/politica/18_aprile_29/renzi-chi-ha-perso-elezioni-non-puo-andare-governo-no-un-governo-pd-m5s-f33ff0e2-4bdc-11e8-8cfa-f9edba92b6ed_amp.html
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« Risposta #245 inserito:: Maggio 02, 2018, 06:37:04 pm »

Merola usa argomenti "contro Renzi" da condominio di periferia.

Renzi ha fatto bene a dimettersi, hanno sbagliato tutti gli altri, corresponsabili del fallimento PD, che le hanno accettate senza dimettersi anche loro.

Non possiamo accettare di far zittire un nostro Leader (che ci fa incazzare a volte e anche spesso) ma è capace di idee sulle riforme istituzionali per una svolta corretta, solo perchè i nani di partito e i politici concorrenti ne hanno invidia.

ciaooo
Da Fb 1 maggio 2018 (sindaco contro)
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« Risposta #246 inserito:: Maggio 06, 2018, 06:31:04 pm »

Renzi ha certamente aspetti e comportamenti da correggere, ma gli si deve riconoscere almeno tre meriti:

1) avere evitato al PD una scelta da mentecatti (avvicinarsi ai 5Stelle);

2) avere indicato un Progetto, da elaborare ma non abbandonare mai più (le Riforme Istituzionali);
 
3) aver fatto emergere, alla nostra conoscenza, la personalità contorta di alcuni protagonisti del vertice PD.

ciaooo
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« Risposta #247 inserito:: Maggio 13, 2018, 05:59:03 pm »

Commenti su Renzi

vincesko • 2 settimane fa

Articolo del 19.5.2015. Io so solo che: 1. Renzi ha una sola stella polare: la sua carriera, come concretizzazione della sua autoaffermazione, che trova l'energia formidabile nel suo essere un Edipo nato e pasciuto. 2. A questo obiettivo strategico egli è disposto a sacrificare tutto, dimostrando una spregiudicatezza, una flessibilità, una spietatezza fuori dal comune. 3. Non ha veri valori, se non come effetto indiretto di reminiscenze infantili e adolescenziali: vedi ad esempio il ripristino del nome di Festa dell'Unità, appetto di una sua scelta concreta di abbandonare al suo destino di chiusura il giornale che le dava il nome e lo giustificava. 4. Egli è un bugiardo inveterato, educato alla scuola spietata e finalizzata al contratto del venditore diretto. 5. Ha iniziato il suo percorso governativo mosso da intenti di sinistra: iscrizione del PD al PSE, dopo anni che se ne parlava e non lo si faceva; gli 80€/mese; un messaggio forte orientato all'abbandono della famigerata ed ossimorica austerità espansiva, per il quale occorrevano molte risorse finanziarie. 6. Ma si è scontrato col muro tedesco della egemone Merkel e l'inconsistenza dell'appoggio del mediocre e subito "convertito" Hollande, intimidito - pare - nei consessi latomistici di stampo elitario e reazionario, per cui con spregiudicatezza e prontezza tattica e irretito dalla prospettiva di far parte dei suddetti consessi ha rinunciato subito (ammesso e non concesso che l'avesse coltivata per un solo istante) all'opzione di reperire i soldi all'interno chiedendoli agli unici che, dopo 330 mld di manovre correttive molto inique varate nella scorsa legislatura dai governi Berlusconi (per 4/5) e Monti (per 1/5), li hanno, cioè i ricchi, ha fatto rapidamente una conversione a 180 gradi e sposato le proposte di Marchionne, della Confindustria e del prudente Padoan (latore degli input UE basati sul rigore) e sacrificato sia gli interessi delle classi medio-basse, sia le scelte di sinistra e chi (apparentemente) li rappresentava all'interno del PD. 7. In un quadro siffatto, è perfino ridicolo riesumare, come ha fatto incongruamente la voltagabbana Serracchiani, il nome dell'"ottuso" (= intelligentone) massimalista Bertinotti, per dire dell'inclinazione tafazziana dei "sinistri", il solito mantra di fare il gioco del nemico. Quando il nemico è ora in casa e - oggettivamente - si chiama Renzi. Io, da sempre riformista di sinistra, già alle elezioni europee, cambiando la mia scelta pluridecennale, non ho votato PD, semplicemente perché: a) Renzi (che io, fino alla defenestrazione sleale del debole Letta, pur non avendolo mai votato, avevo sempre difeso) è un contaballe compulsivo (difetto esiziale, secondo me, per un leader di sinistra) e b) il PD non mi rappresentava più, anzi rappresentava scelte opposte di stampo destrorso. Il PD, perciò, non è un paradosso, ma la mutazione degli interessi rappresentati.

Da - http://www.glistatigenerali.com/milano_partiti-politici/scegliere-da-che-parte-stare/
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« Risposta #248 inserito:: Maggio 30, 2018, 11:40:45 pm »

Ora Renzi non può più farsi il suo partito. E ha un piano B
Fossero vere o meno le voci sulle intenzioni dell'ex premier di fondare un soggetto politico 'macroniano', le elezioni anticipate cambierebbero tutto. Ora l'obiettivo è riconquistare la leadership dem. Usando Calenda come ariete

Di FRANCESCO RUSSO
30 maggio 2018, 07:00

Incassata la peggior sconfitta elettorale della storia del Pd, dopo il 4 marzo al Nazareno la proverbiale "analisi della sconfitta" si è trasformata in un processo a Matteo Renzi, il leader che aveva prima portato il partito al trionfale 40% delle elezioni europee e poi, un po' vittima di un successo forse irripetibile, lo aveva progressivamente trascinato verso un inarrestabile erosione di consensi. I giorni successivi al voto furono agitatissimi, con il segretario che prima annunciava le dimissioni e poi le congelava (con l'apparente obiettivo di bloccare una possibile intesa con il M5s) e poi lasciava la reggenza al vice Maurizio Martina. Un passo di lato che però non diminuì il tasso di litigiosità all'interno di un partito spaccato, che faticosamente cercò l'unità in una convulsa direzione per poi tornare a sfasciarsi il giorno dopo, con Dario Franceschini nel ruolo di nuova nemesi dell'ex sindaco di Firenze. Pochi giorni prima le tensioni avevano aggiunto l'apice con l'apparizione di una sorta di "lista di proscrizione" dei membri del partito favorevoli all'accordo con i grillini, prospettiva poi tramontata perché, alla conta, i renziani si sarebbero rivelati maggioranza. Il Pd resta sull'Aventino.

L'apertura (effimera) a Gentiloni
L'8 maggio, quando la prospettiva di un voto anticipato appariva abbastanza concreta, Renzi annuncia che il candidato premier del Pd sarà Gentiloni e alcune divisioni appaiono ricompattarsi. Verrebbe da dire che, se Renzi avesse preso questa decisione prima del 4 marzo, il Pd non sarebbe andato così male. I dem si erano infatti presentati alle urne senza un candidato premier chiaro, probabilmente perché Renzi stesso puntava a tornare a Palazzo Chigi. Ma la mancata ricandidatura del premier uscente, che pure godeva di una buona popolarità, aveva dato agli elettori l'idea che fosse il Pd per primo a non credere nei risultati del suo governo. Senza contare una campagna elettorale sbagliata, che non aveva puntato su due dei maggiori traguardi dell'esecutivo Gentiloni che, se sottolineati con efficacia, avrebbero arginato i consensi di grillini e leghisti: ovvero il reddito di inclusione da una parte e la riduzione degli sbarchi di migranti dall'altra.

Ora Renzi non può più farsi il suo partito. E ha un piano B
Paolo Gentiloni e Matteo Renzi
Un partito personale?
Il sodalizio tra Di Maio e Salvini e il successivo incarico a Giuseppe Conte cambia tutto. La prospettiva (poi tramontata in pochi giorni) di un esecutivo in carica per cinque anni riaccende le voci su un Renzi che, stanco di un partito perennemente spaccato, dove uno dei principali motivi del contendere è la sua persona, sarebbe pronto a lanciare un partito autonomo di profilo centrista ed europeista, sullo stile di En Marche! insomma. E misurare la sua popolarità personale di fronte agli elettori. A scriverne in modo esplicito è Il Giornale, secondo il quale “le due anime del Pd, o di quel che ne è rimasto, stanno volando verso la scissione, o meglio, l'anima renziana punta a rinascere in un nuovo soggetto politico. Un nuovo soggetto in gestazione, la cui costruzione è in fase avanzata con tanto di modelli e di scadenze, affidata alle cure di un vero e proprio team”. Il quotidiano di Sallusti parla di una nuova "Leopolda" in autunno che segni la nascita del nuovo soggetto politico. Fosse o meno questo l'intento dell'ex premier, il naufragio dell'esecutivo giallo-verde (salvo il probabile colpo di scena di un nuovo tentativo con l'appoggio di Fdi) e la prospettiva di nuove elezioni già in estate, lo ha reso impraticabile. Ora Renzi deve provare, nuovamente, a riprendersi il partito.

Il 'fronte repubblicano'
Le polemiche seguite alla crisi istituzionale che ha coinvolto il Quirinale, dopo il veto su Paolo Savona a via XX settembre e la conseguente remissione dell'incarico affidato a Conte, ricompattano, per una volta, il Pd che si schiera compatto a fianco di Mattarella. Renzi appare in diretta su Facebook mostrando i toni battaglieri di un tempo. Accusa Lega e M5s di aver consegnato il Paese all'instabilità, definisce le prossime elezioni un "referendum sull'Europa" e invita alla formazione di un "fronte repubblicano", un "fronte ampio contro gli sfascisti". Nelle stesse ore i medesimi concetti vengono espressi da Carlo Calenda. Una sintonia che appare concordata. "Va fatto un Fronte repubblicano che unisca chi si riconosce nelle istituzioni repubblicane e nella nostra collocazione europea e occidentale. Lista unica e un solo obiettivo: non vedere distruggere quello che è stato costruito da tre generazioni di italiani", dice Calenda, utilizzando praticamente le stesse parole.

Secondo Il Sole 24 Ore, Gentiloni si appresta ormai a diventare il candidato degli antirenziani, mentre Renzi - che non intende correre di nuovo per Palazzo Chigi ("giocherò da mediano", dice) vuole puntare sul ministro dello Sviluppo Economico uscente. I due si somigliano, sia per i modi franchi e a volte bruschi che per l'orientamento centrista e non ideologico. "Come che sia, sia Gentiloni sia Renzi sia Calenda sono consapevoli che qualche possibilità di successo c’è per il Pd solo se a vincere sarà l’unità e la fine delle liti sulla leadership e sulla composizione delle prossime liste elettorali", prosegue il quotidiano, "intanto la reggenza di Maurizio Martina alla guida del Pd si avvia per così dire a stabilizzarsi, ipotesi sostenuta da settimane da Franceschini e dallo stesso Gentiloni, dal momento che di fronte al nuovo scenario di elezioni a settembre i renziani non hanno più l’intenzione di porre all’ordine del giorno la questione del congresso anticipato. Non ci sarebbe il tempo, e le priorità sono cambiate velocemente". Calenda, intanto, in un'intervista al Corriere mette le mani avanti: il leader del "fronte repubblicano" c'è già. E si chiama Paolo Gentiloni.

Un messaggio a Forza Italia
L'invito a coalizzare le forze europeiste appare rivolto a Forza Italia. Sulla carta, l'alleanza di centrodestra rimane ma tra gli azzurri il nervosismo cresce e in molti temono che Salvini possa scegliere di continuare a lavorare con i Cinque stelle. Berlusconi non vuole però prendersi la responsabilità della rottura e il primo 'stress test' è stato superato: Forza Italia, come la Lega, non voterà la fiducia a Cottarelli (sempre che - in queste ore la situazione è assai fluida - l'ex commissario alla spending review si presenti davvero alle camere). Certo, nel lungo periodo il partito potrebbe dissolversi e, se sempre più suoi esponenti cercheranno riparo all'interno della Lega, non è da escludere che i più moderati si farebbero attrarre da un Pd 'macronizzato' con il quale sarebbero sicuramente più in sintonia. Che un simile scenario possa concretizzarsi nel tempo, sembra molto breve, che ci potrebbe separare da nuove elezioni non appare semplice, a meno che a decidere, clamorosamente, di rompere non sia Salvini. Se dopo il voto anticipato si riproponesse il sodalizio giallo-verde, invece, il "partito della nazione" che Renzi non ha mai smesso di sognare potrebbe diventare realtà molto in fretta.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/politica/renzi_pd_governo_elezioni-3966850/news/2018-05-30/

 
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« Risposta #249 inserito:: Giugno 04, 2018, 12:34:30 pm »

Che fine ha fatto Renzi? La vita da giramondo dell'ex premier

In un'intervista al Corriere dice di voler stare fuori dai giochi per qualche mese e si toglie qualche sassolino dalle scarpe
04 giugno 2018, 09:36

Cristiano Minichiello / AGF
 
 Una nuova vita "fuori dal giro per qualche mese". Matteo Renzi parla dalle pagine del Corriere della Sera e traccia la sua nuova 'road map': rimanere dietro le quinte, aiutare la ricostruzione del Pd limitando le incursioni nella scena politica.

Un nuovo inizio da raccontare, quello di senatore semplice di Firenze e Scandicci che ha iniziato a girare il mondo facendo discorsi, invitato in Paesi stranieri tra lobby, partiti politici, capi di Stato e grandi imprenditori. "Sul Pd la palla è in mano a Martina. Io sono intervenuto solo per bloccare l'intesa con il M5s. Non mi interessa fare alcuna corrente" promette.

Renzi, nelle settimane scorse, era già volato in Kazakistan per tenere un discorso, pochi giorni dopo essere stato in Qatar, assieme al fidato Marco Carrai, per incontrare l'emiro Tamim Bin Hamad al-Thani, che gestisce un fondo sovrano da 250 miliardi di dollari.

Domenica l'ex premier si trovava a Pechino per tenere un discorso sulla Via della Seta e la cultura e tornando dalla Cina per poche ore si presenterà in Aula per votare (contro) la fiducia al governo Conte.

"Hanno promesso sogni da 100 miliardi: il reddito di cittadinanza ne vale 20, la Flat tax 60, quota 100 vale 16, le clausole Iva 12" riflette Renzi "iI libro dei sogni del governo Lega-MES costa 100 miliardi. Dobbiamo essere i primi a farci sentire quando finirà la luna di miele".

I mesi di basso profilo dell'ex premier dovrebbero durare fino ad ottobre, quando (dal 19 al 21) a Firenze tornerà la Leopolda, appuntamento al quale Renzi si presenterà per il lancio del nuovo libro che sta scrivendo: "Sarà un evento vecchio stile, come all'inizio, con protagonista la società civile". E con un ultimo sassolino: "Chi mi ha combattuto per anni dall'interno del Pd, dicendo che ero poco di sinistra, ora si trova Salvini al Viminale".

Da - https://www.agi.it/politica/che_cosa_fa_renzi-3988447/news/2018-06-04/

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« Risposta #250 inserito:: Giugno 10, 2018, 12:55:55 pm »

Renzi cambia vita, tra viaggi e conferenze (pagate). “Starò fuori dal giro per qualche mese”, ma resta al Senato e nel Pd
L'ex premier gira il mondo tra Qatar, dove ha incontrato l'emiro al-Thani, Stati Uniti e Sudafrica, dove viene invitato da lobby, partiti politici, capi di stato e grandi imprenditori per tenere interventi remunerati. In un colloquio con il Corriere promette di rimanere dietro le quinte, ma al contrario di altri "ex" diventati oratori, come Blair e Clinton, lui è ancora un politico

Di F. Q. | 4 giugno 2018

Aveva detto che avrebbe fatto semplicemente il senatore, ma ha iniziato a girare il mondo tenendo conferenze remunerate, grazie agli inviti di lobby, partiti politici, capi di stato e grandi imprenditori. E’ la nuova vita del 43enne Matteo Renzi raccontata dal Corriere della Sera: “Starò fuori dal giro per qualche mese”, è la nuova promessa dell’ex premier. Dovrebbe rimanere dietro le quinte almeno fino al 19 ottobre, giorno in cui a Firenze tornerà la Leopolda. Intanto seguirà gli esempi di Tony Blair e Bill Clinton, per citare i più noti, da tempo impegnati in conferenze e dibattiti. Loro però sono diventati oratori dopo aver abbandonato la carriera politica, mentre Renzi, tra speech e viaggi, continuerà a percepire lo stipendio a Palazzo Madama e a rimanere all’interno del Pd.

La meta preferita sembrano essere gli Emirati arabi, dove nel suo ultimo viaggio, secondo la ricostruzione dal Corriere, ha incontrato, insieme a Marco Carrai, l’emiro Tamim Bin Hamad al-Thani che gestisce un fondo sovrano da 250 miliardi di dollari. Ma volerà anche negli Stati Uniti per le celebrazioni dei 50 anni dall’assassinio di Bob Kennedy e poi in Sudafrica per il centenario dalla nascita di Nelson Mandela. Tra un viaggio e l’altro, Renzi ha garantito che si tratterrà dal fare incursioni nei dibatti interni al Partito democratico: “La palla è in mano a Maurizio Martina: non mi interessa fare alcuna corrente “, ha detto nel colloquio con il quotidiano di via Solferino.

L’ultimo intervento di Renzi però, ospite da Fabio Fazio su Rai1 a “Che tempo che fa”, aveva fatto saltare l’accordo tra i dem e il M5s, con Luigi Di Maio che aveva commentato: “Il Pd non riesce a liberarsi di lui. Oggi abbiamo avuto la prova che decide ancora tutto Renzi col suo ego smisurato “. L’attuale senatore Pd ha rivendicato ancora quella scelta, dicendo di aver fatto “la cosa giusta “. Poi ha attaccato il nuovo governo: “Lega e grillini hanno promesso un libro dei sogni da 100 miliardi – ha detto al Corriere – E noi dovremo essere i primi a farci sentire quando gli italiani capiranno che le risorse per realizzare i sogni non ci sono, e finirà la luna di miele”.

“Adesso tocca a loro”, ha ripetuto ancora l’ex premier. Che nel frattempo a un’agenda fitta di impegni, grazie alla rete di relazioni internazionali intessute nei sui mille giorni a Palazzo Chigi. E’ già stato in Kazakistan, poi dall’emiro al-Thani insieme a Carrai. Sarà a Palazzo Madama giusto il tempo per il voto di fiducia al governo Conte, dove forse potrebbe già infrangere la promessa del silenzio, prima di volare nuovamente via dall’Italia, ad Arlington, per tenere un discorso in ricordo di Bob Kennedy. Il 18 luglio invece sarà in Sudafrica per un altro intervento, in questo caso sulla figura di Mandela.


Tutto in vista del ritorno sulla scena politica che, se stavolta riuscisse davvero a mantenere la promessa, è programmato per la tre giorni della Leopolda a fine ottobre. Il periodo coinciderà anche con il lancio di un nuovo libro a cui Renzi già sta lavorando. “Sarà un evento vecchio stile, come all’inizio, con protagonista la società civile”, ha raccontato al Corriere. L’ex premier spera nei passi falsi del governo M5s-Lega e vuole farsi trovare pronto: “Bisogna riprendere il contatto con la realtà delle cose, con i problemi della gente fuori”, ha predicato, senza però resistere alla tentazione di un’ultima stoccata ai rivali interni al suo partito: “Chi mi ha combattuto per anni nel Pd, dicendo che ero poco di sinistra, ora si trova Salvini al Viminale”.



Grazie,
Peter Gomez

di F. Q. | 4 giugno 2018
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« Risposta #251 inserito:: Giugno 30, 2018, 05:11:38 pm »

Matteo Renzi compra una villa a Firenze da 1,3 milioni di euro.
A gennaio aveva detto: “Sul conto ho 15mila euro”
Il quotidiano La Verità racconta come l'ex segretario abbia firmato un preliminare d'acquisto per una casa da 1.230.000 più altri 70.000 per un terreno agricolo di 1.580 metri quadrati adiacente al giardino. Due settimane fa ha versato una caparra da 400mila euro con 4 assegni circolari da 100mila euro. Solo sei mesi fa, invece, aveva mostrato a Matrix il suo conto corrente

Di F. Q. | 29 giugno 2018

Una villa in via Tacca a Firenze, 276 metri di superficie catastale, 11,5 vani, due livelli con salotto triplo, grande cucina abitabile, studio, tre camere e tre bagni, terrazza. Costo: un milione e trecentomila euro. Acquirenti: il senatore Matteo Renzi e la moglie Agnese Landini. L’ex presidente del consiglio ha comprato una nuova casa. O meglio sta per comprare: lo scrive il quotidiano La Verità che racconta come Renzi abbia firmato un preliminare d’acquisto nello studio fiorentino del notaio Michele Santoro per una villa da 1.230.000 più altri 70.000 per un terreno agricolo di 1.580 metri quadrati adiacente al giardino. Due settimane fa – ricostruisce il giornalista Giacomo Amadori – l’ex segretario del Pd ha versato una caparra da 400mila euro con quattro assegni circolari da 100mila euro l’uno, emessi il 12 giugno scorso dal Banco di Napoli, l’istituto a cui si affidano i parlamentari. Il resto, e cioè circa 900mila euro, Renzi proverà a trovarli con un mutuo, il quarto che si andrebbe a sommare alla rata mensile da 4.250 euro che paga del 2012.

Insomma, un’uscita fissa pesante anche per un senatore. Soprattutto perché, come ricorda sempre il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, solo pochi mesi fa Renzi aveva assicurato in televisione di avere un conto corrente molto più modesto. “Non ho niente da nascondere, da premier non mi sono arricchito. Ecco il mio conto corrente. Il 30 giugno 2014, quando ho cominciato a fare il presidente, avevo 21.895 euro e oggi ho 15.859 euro. Sempre se mia moglie nel frattempo non ha fatto qualche spesa. C’è l’idea che chi fa politica magari sia un po’ traffichino, uno che mette il naso in tante vicende”, aveva detto a Matrix il 18 gennaio del 2018.

Sei mesi dopo, però, ecco che l’ex sindaco di Firenze ha comprato casa dalla signora Natalia Gajo, classe 1928, e dai suoi due figli: Giusto Puccini, 68 anni, docente di Istituzioni di diritto pubblico, tra i giuristi favorevoli al Sì al referendum costituzionale, e la sorella Oretta, 61 anni, dal 1987 dipendente dell’ex Provincia di Firenze, guidata da Renzi tra il 2004 e il 2009. La villa di via Tacca era stata messa in vendita originariamente a un milione e mezzo ma l’ex premier è riuscita a ottenerla offrendo duecentomila euro in meno. Non è l’unico colpo di fortuna di questa storia.

Il 23 aprile del 1986 (dopo l’entrata in vigore della legge sui condoni edilizi del 1985) i proprietari presentano domanda di sanatoria edilizia per “alcuni ampliamenti e modifiche interne ed esterne”. Quando arriva la risposta del comune di Firenze? Più di trent’anni dopo. Alla richiesta, infatti, “ha fatto seguito il rilascio da parte del sindaco della concessione edilizia in sanatoria numero 3150/2017”. “Come mai ci sono voluti 31 anni e l’attuale giunta per ottenere risposta?”, attacca Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia al consiglio comunale. “A Firenze evidentemente esiste un metodo infallibile per uscire dalle sabbie mobili della burocrazia: avere Matteo Renzi come prossimo acquirente. Di tutto questo, ovviamente, chiederemo spiegazioni al sindaco Nardella”. Ma non solo. Perché il consigliere comunale del partito di Giorgia Meloni racconta anche altro. “Pochi giorni fa i residenti della zona mi hanno chiamato per ringraziarmi per la battaglia condotta negli ultimi 4 anni per consentire che questa “strada privata” fosse dotata di una sbarra – dice Torselli – Dal 2014 a oggi si erano rivolti senza fortuna ai vari assessori alla Mobilità e avevano persino presentato esposti in Tribunale. Ma ora sembra che l’autorizzazione alla chiusura da parte del Comune sia arrivata. Purtroppo, visto il nome del nuovo residente, temo di non potermene intestare il merito”.

E visto che adesso Renzi è a caccia di un mutuo da 900mila euro, La Verità ne approfitta per fare i conti in tasca all’ex premier, già titolare di tre finanziamenti. Uno è del 2004: 300mila euro restituibili in vent’anni a 1.600 euro al mese per la villa comprata dall’allora presidente della provincia di Firenze a Pontassieve e mai venduta. Un altro è del 2009, da 160mila euro – 800 euro ogni trenta giorni – sempre per lo stesso immobile. Il terzo era arrivato nel 2012 quando il padre e la madre di Renzi avevano venduto la loro casa a Rignano sull’Arno ai quattro figli. Che per comprarla avevano dovuto accendere un mutuo da 1,3 milioni di euro: all’allora primo cittadino del capoluogo toscano era toccata una rata da 325mila euro, cioè 1.850 euro al mese. In totale sono 4.250 euro di mutui che dal 2012 escono ogni trenta giorni dal conto corrente di Renzi per estinguere i vari finanziamenti. A questi si andrebbe a sommare una nuova, sostanziosa, rata se alla fine il mutuo per la villa di via Tacca dovesse essere concesso.

Da - https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/29/matteo-renzi-compra-una-villa-a-firenze-da-13-milioni-di-euro-a-gennaio-aveva-detto-sul-conto-ho-15mila-euro/4459552/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter-2018-06-29
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« Risposta #252 inserito:: Luglio 29, 2018, 01:04:12 pm »


"Con l'estate finirà anche la luna di miele tra governo e elettori. Già vedo i primi segnali"

L'ex segretario ora senatore del Pd Matteo Renzi ha parlato in una lunga intervista al Sole 24 Ore

27 luglio 2018, 08:13

"Questo è il decreto disoccupazione".
"Con l'estate finirà la luna di miele e M5S e Lega dovranno dire in legge di bilancio cosa faranno e cosa no". Così Matteo Renzi in una lunga intervista a Il Sole 24 Ore, la prima a tutto campo dalle elezioni politiche. "Ho visto finalmente le prime proteste delle aziende del nord est. Sono certo che è solo l'inizio, e che nelle prossime settimane la reazione si estenderà a tutto il Paese".

"Di Maio mette in difficoltà le imprese creando incertezza - continua Renzi-. Con il Jobs act non sono solo aumentarti gli occupati di oltre un milione, raggiungendo un risultato storico, ma sono anche drasticamente diminuiti del 75% i contenzioni in materia di lavoro che hanno sempre creato problemi e difficoltà alle imprese e agli investimenti per l'occupazione".

"Con l'estate finirà la luna di miele, dovranno dirci cosa faranno e cosa no [...] Dovranno dirci cosa faranno e cosa no, dopo aver promesso la luna, dal reddito di cittadinanza alla Fornero".

Secondo Renzi il ministro dell'Economia Tria "ha una responsabilità molto pesante, essendo l'unico di cui i mercati si fidano. Ma non basta".

L'ex premier e segretario del Pd è molto critico anche sulla vicenda Ilva: Di Maio, ha detto "ha promesso per cinque anni di chiudere l'Ilva e ora sta solo cercando di salvare la faccia. Alla fine sarà costretto ad ammettere che noi abbiamo salvato Taranto" e sulla decisione di azzerare il Cda di Ferrovie dello Stato:

"Vogliono solo prendersi le poltrone, altrimenti non si spiega come possano mandare via un amministratore delegato e un Cda che ha portato Fs oggi a fare investimenti per il 2018 pari a 8 miliardi e a far crescere del 25% il numero dei passeggeri".

E ricordando lo scomparso Sergio Marchionne "che ha salvato la Fiat quando sembrava impossibile" trae un ammonimento generale: "C'è chi crede che il futuro sia il reddito di cittadinanza e i sussidi. E chi crede che sia l'impegno, la fatica, l'industria. Io non ho dubbi sulla parte da cui stare". Secondo Renzi il vero banco di prova per il governo giallo-verde sarà la prossima legge di bilancio:

"Già a fine settembre, con la nota di aggiornamento al Def, si capirà se l'Italia sta andando nella direzione dello sforamento del deficit".

E sulle frizioni tra Salvini-Di Maio e Tria: "Dopo cinque mesi dalle elezioni è l'ora di finirla con le schermaglie tattiche. Sono il Governo, governino se sono capaci. Altro che propaganda come hanno fatto con vitalizi, decreto Di Maio, aereo di Stato".

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/politica/matteo_renzi_intervista-4206851/news/2018-07-27/
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« Risposta #253 inserito:: Settembre 08, 2018, 08:37:12 pm »

Renzi, accoglienza da star a Ravenna: “M5s ha una classe dirigente di scappati di casa”
Satira spietata sul governo, a cominciare dal ministro del Trasporti, definito «Toni Nulla»
E ai “compagni”: «Avete combattuto il Matteo sbagliato»

Pubblicato il 06/09/2018 - Ultima modifica il 07/09/2018 alle ore 00:16

ANDREA CARUGATI

La folla a Ravenna è grande, e anche molto calda. Per Matteo Renzi è la prima volta da ex alla festa nazionale dell’Unità, ma l’accoglienza resta da star: più di un migliaio di persone lo abbraccia, applausi a scena aperta, quasi una nostalgia per il segretario che c’era e che – sottolinea lui stesso- ora non c’è più. Renzi conferma che non correrà per la terza volta alle primarie da leader, «per due volte mi hanno fatto la guerra dall’interno, ho subito il fuoco amico, ora basta!». La voglia di combattere è rimasta intatta, «ma non vengo qui per fare polemiche tra le correnti del Pd». La vis polemica è contro il governo gialloverde, «M5s ha una classe dirigente di scappati di casa, che rischia di far fare all’Italia la fine del Venezuela». Non una parola sui perché della sconfitta di marzo («Per chi è interessato c’è un mio video su Facebook»), «ma ora basta con l’autoanalisi è il momento di rimetterci in marcia e fare l’opposizione». 

L’ora di comizio si trasforma in una satira spietata e indignata sul governo e sui ministri, dal premier Conte che «non è andato al Consiglio dei ministri perché doveva fare un esame di inglese» fino a Di Maio, Salvini, Toninelli. Col ministro del Trasporti, definito «Toni Nulla», Renzi è durissimo: «E’ un bugiardo, mente sapendo di mentire, dice di aver subito pressioni sul ponte di Genova e porta documenti con la data di gennaio». E poi Salvini: «Sta facendo passare un’immagine dell’Italia con la clava, come se fossero arrivati al governo i Flinstones. Quando governavamo noi ci facevano le pulci, ora che lui se ne frega della sentenza sui 49 milioni di euro della Lega tutti zitti».

E qui partono i sassolini da levarsi dalle scarpe: «Il ministro dell’Interno vuole ignorare le sentenze, è in gioco la tenuta democratica, chi tace è complice. Dove sono i costituzionalisti in servizio permanente che ci accusavano di deriva autoritaria?». Ce n’è anche per i «compagni» che hanno contrastato Renzi negli anni scorsi: «Avete attaccato il Matteo sbagliato, avete contribuito a rompere l’argine contro il populismo». Il Matteo furioso torna più volte sul caso dei soldi della Lega: «Ora il vecchio slogan di Bossi si può tradurre ‘Lega ladrona, il M5S perdona’». E giù bordate contro «chi gridava onestà», «l’unico cambiamento del governo è che cambiano idea ogni giorno, e non solo sui vaccini». Ma «questa magia finirà», è convinto l’ex segretario, «caro Salvini che citi i sondaggi, ti posso assicurare che la ruota gira, io sono un esperto».

Renzi mostra alcuni passaggi del suo documentario tv su Firenze e le bellezze italiane, spezzoni girati al museo degli Uffizi. «Bisogna ripartire da educazione e bellezza, andare nelle scuole a spiegare la differenza tra realtà e fake news, che stanno distruggendo una generazione. Serve una resistenza civile e culturale all’ignoranza e al qualunquismo». E assicura: «Non sarò alle primarie, ma il mio impegno sarà doppio, abbiamo il dovere di restare in campo perché l’Italia abbia il coraggio di farla finita con questo governo». 

 Renzi non annuncia le sue scelte in vista del congresso, e si tiene alla larga dalla discussione interna. Chi sarà il suo candidato? Neanche una parola. Ma dalla platea parte un coro: «Congresso subito!», «Congresso subito!». Lui non risponde sui tempi. «Votate chi volete, ma chi vince dovrà avere tutto il Pd con sé. Non come è successo a me, che ho avuto i principali avversari dentro il partito». Segue un lungo bagno di folla tra selfie e strette di mano con i volontari nelle cucine. C’è tempo anche per discutere di ricette con alcune cuoche. 

 Licenza Creative Commons

Da - http://www.lastampa.it/2018/09/06/italia/renzi-accoglienza-da-star-a-ravenna-ms-ha-una-classe-dirigente-di-scappati-di-casa-XHQQFX6O3D5Ke1fvjtDBtN/pagina.html
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« Risposta #254 inserito:: Settembre 27, 2018, 12:45:30 pm »

Lunedì 24 settembre 2018
Enews 542
 
Una enews di dieci punti, stavolta sintetici.

L'inciucio. Sulla RAI, Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio concedono il bis. Forza Italia e Movimento Cinque Stelle, infatti, a dispetto delle dichiarazioni vanno d'amore e d'accordo. Alla Camera i forzisti votano Roberto Fico. Al Senato i grillini votano Maria Elisabetta Alberti Casellati. Alla Rai tutti insieme votano Marcello Foa, l'uomo che insultava Sergio Mattarella. Come abbiamo sempre detto: la Destra e il Movimento Cinque Stelle stanno insieme, anche di nascosto. Piaccia o non piaccia, siamo gli unici a fare opposizione: ci attaccano anche per questo.
L'ignoranza. Essere opposizione per definizione non è sufficiente. Hanno approvato la vergogna cosmica contro l'obbligo dei vaccini. Ha vinto l'ignoranza, ha perso la scienza. I nostri amici della Camera hanno fatto ostruzionismo anche di notte (guardate che bello il tweet di Paolo Siani, pediatra e uomo coraggioso), al Senato le abbiamo provate tutte. Non è bastato. Qui la mia dichiarazione di voto in Aula. Non arrendiamoci, la battaglia è appena cominciata.
Reagire. In tanti dicono: non basta criticare, quali sono le vostre proposte? Vi aspettiamo alla Leopolda, dal 19 al 21 ottobre www.leopoldastazione.it: è un paradosso, ma rischia di essere una delle edizioni più partecipate di sempre. Chi vuole intervenire ci mandi un video di 59 secondi a videoleopolda@matteorenzi.it, chi vuole iscriversi segua questo link, chi ha voglia di dare una mano o fare il volontario si faccia vivo! Dalla settimana prossima anche la possibilità di contribuire economicamente e la prima bozza di programma.
Il manganello. Rocco Casalino è il portavoce del Premier Conte. Dopo aver già dato bella mostra di sé con giudizi razzisti sui poveri, nelle ultime ore ha minacciato in modo scurrile alcuni dirigenti pubblici. Il premier Conte - nella sua veste di portavoce del portavoce - lo ha difeso. Persino il Presidente della Camera Fico si è accodato nel difendere Casalino e attaccare i giornalisti. E chi non si allinea viene massacrato sui social. Siamo al manganello via web e mi dispiace molto per chi non si accorge delle conseguenze di questo atteggiamento.
Le tasse. E del resto si vede che nessuno vuole scostarsi dalla linea ufficiale anche dalla priorità delle notizie. Per esempio quando Istat dice che tra il 2014 e il 2017 c'è stata la più grande riduzione fiscale della storia, nessuna testata dà rilievo a questa notizia. Nessuna! Eppure la sintesi è che nell'Italia Repubblicana, nessun Governo prima del nostro ha fatto un taglio di tasse corposo come il nostro (Dal 43,6% al 42,2% comprendendo Imu, Irap costo del lavoro, Ires, tasse sul lavoro, tasse agricole e senza considerare Canone Rai e 80€). Ma non se ne parla, forse perché Casalino non vuole.
Il 15%. Questo permette a Salvini di mentire quotidianamente sulle proposte economiche. Salvini ha detto che la Flat Tax non sarà per tutti ma solo per un milione di persone, ma nessun giornalista ha fatto notare che già oggi è così (e grazie a Enrico Zanetti per la segnalazione). Poi come ha giustamente fatto notare Luigi Marattin si sono inventati una tassa al 5% sulle start-up che già c'è. Hanno vinto promettendo la luna, non riescono a fare ciò che hanno promesso, ma il controllo sistematico della comunicazione permette di far finta di nulla.
La chiusura domenicale. Nel frattempo ho fatto una missione di qualche giorno in Cina. E vedo tra Shangai e Hong Kong un futuro fatto di intelligenza artificiale, di big data, di innovazione, di inaugurazioni di nuovi tratti dell'alta velocità. Da noi non solo si fermano Tav e Tap: da noi si vogliono chiudere i negozi la domenica, licenziando mezzo milione di persone. Mi hanno fatto notare che solo il 10% del miliardo e trecento milioni di cinesi ha il passaporto ma nei prossimi cinque anni questa percentuale raddoppierà. Ma hanno bisogno di voli e di infrastrutture: e chi glielo dice che dalle nostre parti Toninelli vuole bloccare anche gli aeroporti?
Partito Democratico. Domenica prossima il segretario del PD, Martina, ha convocato una grande manifestazione in Piazza del Popolo. L'appuntamento è alle 14. Nel frattempo sono iniziati i congressi, a cominciare da quelli regionali. I primi a bruciare le tappe per i congressi sono i toscani e lasciatemi fare i complimenti a Simona Bonafè che dopo quasi la metà dei circoli sta vincendo con oltre il 70%. Brava Simo, avanti così.
Linkedin. Per gli interessati, ho aperto un canale su Linkedin. Si unisce ai canali già esistenti su YouTube, Facebook, Instagram, Twitter.
Cerchiamo di organizzare la nostra presenza in rete. È importante anche per combattere le Fake News. Ci serve l'aiuto di tutti. Mi date una mano? Contro la logica del manganello web, se volete inviatemi le vostre segnalazioni scrivendomi su matteo@matteorenzi.it. Vi leggo.
Link. Ho fatto alcune uscite in questi giorni. Ne segnalo due: il video della partecipazione a Porta a Porta, l'articolo su una prestigiosa testata tedesca Die Welt.
Pensierino della Sera. Mi ha personalmente toccato un articolo che riflette sul rapporto tra fede e politica partendo dalle immagini di questi giorni. Giuseppe Conte espone la sua immagine di Padre Pio da Vespa, Luigi di Maio bacia la teca di San Gennaro, Matteo Salvini sfodera il rosario in campagna elettorale. Considero la fede un dono prezioso, il pilastro dell'esistenza. Proprio per questo non riuscirò mai a strumentalizzare una dimensione così importante della mia vita. Non giudico gli altri. Ma penso che da Vespa si debba spiegare quanto sarà il deficit, in campagna elettorale si debbano raccontare i programmi. Magari gli italiani la pensano in modo diverso e considerano giusto questo modo di fare. Io no. E non cambio idea per prendere un voto in più. Perché c'è una dimensione personale che ha il diritto di essere lasciata fuori dalla propaganda e dalla campagna elettorale. E voi che ne pensate? matteo@matteorenzi.it

Un sorriso,
Matteo

P.S. Dopo 40 giorni di proclami, nessuno sa chi ricostruirà il Ponte di Genova. Il Decreto Legge annunciato come già chiuso dal premier, dieci giorni fa, è sparito. E nessuno sa che fine ha fatto. Il Governo ha proclamato guerra a Autostrade, ai poteri forti, ai governi precedenti. Ma qualcuno che spieghi dove hanno nascosto il decreto lo troveranno? Non è una #Favoletta, è una tragedia continua.

Da - https://mail.google.com/mail/u/0/?hl=it&shva=1#inbox/FMfcgxvzKkrCHMwRbsxcFsQKxRlWxCxM
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