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Autore Discussione: Massimo Solani. «Dal governo solo inutile demagogia»  (Letto 2539 volte)
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« inserito:: Febbraio 16, 2009, 11:57:00 pm »

«Dal governo solo inutile demagogia»

di Massimo Solani


«Il paese vive una crisi drammatica e noi siamo costretti a parlare di queste pagliacciate. Urlano per distrarci dai veri problemi». Il senatore Gianrico Carofiglio, magistrato in aspettativa dalla Dda di Bari e insospettabile di garantismo peloso, è irritato dalla nuova polemica innescata dal centrodestra dopo lo stupro di Bologna.

Senatore, lassismo dei magistrati o c’è qualcosa di più?
«Il nostro è un sistema penale che non garantisce la certezza della pena, ma questa lacuna non può in alcun modo essere addebitata ad un presunto lassismo dei magistrati. Certo esistono da sempre casi di sciatteria e di negligenza da parte di alcuni singoli, ma si tratta di un problema di sistema che va oltre gli episodi. Quello italiano è forse il processo penale più farraginoso al mondo e le sentenze sono esecutive soltanto dopo il terzo grado di giudizio, ossia dopo il pronunciamento della Cassazione a cui sempre più spesso si fa ricorso in maniera indiscriminata».

Come uscire allora da questo imbuto?
«Fermo restando il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, forse sarebbe il caso di iniziare a pensare ad alcuni correttivi: ad esempio un meccanismo che almeno per i reati più gravi preveda una provvisoria esecutività delle condanne, almeno in appello».

Tempi del processo e certezza della pena sono i mali noti della giustizia italiana. Eppure la riforma dal ministro Alfano va in tutt’altra direzione. Perché secondo lei?
«È proprio analizzando questi temi che si capisce a pieno quanto vergognosamente demagogico sia il comportamento della maggioranza e quanta differenza corra fra le dichiarazioni di intenti e le proposte che poi si attuano. Il ministro della Giustizia Alfano dice di voler accelerare i tempi del processo intanto proprio lui, o forse dovrei dire “chi per lui” visto che il vero Guardasigilli è l’onorevole Ghedini, si mette al lavoro per portare a termine una riforma della disciplina delle intercettazioni telefoniche che ne rende praticamente impossibile l’uso. Una novità che farà brindare molti criminali. Ma questa è l’idea di giustizia di cui cianciano: durissima nei confronti dei marginali, ultragarantista coi colletti bianchi e le categorie sociali vicine al potere».

Nel decreto annunciato dal governo ci sarà anche il divieto di concedere gli arresti domiciliari ai presunti colpevoli di violenza sessuale. Cosa ne pensa?
«Esempio di reazione puramente emotiva, strumentale e demagogica. La custodia cautelare è usata per prevenire l’inquinamento delle prove, la reiterazione del reato e il rischio di fuga. La legge dà al magistrato la possibilità di scegliere la via più adeguata, ma è pacifico per tutti che la misura cautelare non possa essere un anticipo della pena. Ora, premesso che questi reati sono fra i più ripugnanti e abietti, cerchiamo di ragionare in modo lucido: palpeggiare una donna su un mezzo pubblico è violenza sessuale. E se l’autore è un balordo diciottenne incensurato? Lo teniamo obbligatoriamente in carcere o piuttosto riflettiamo sulla possibilità di mandarlo ai domiciliari?».

msolani@unita.it

16 febbraio 2009
da unita.it
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