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Autore Discussione: Tonini: «Non è la soglia al 4% a cancellare la sinistra in Italia»  (Letto 2487 volte)
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« inserito:: Gennaio 31, 2009, 11:50:17 am »

Tonini: «Non è la soglia al 4% a cancellare la sinistra in Italia»

di Maria Zegarelli


La protesta corre sul web, si insinua nei consigli comunali, fa interrompere sedute di giunta e di commissioni. I partitini della sinistra sono in sollevazione per l’accordo tra Pd e Pdl sulla legge elettorale per le europee. Giorgio Tonini, della direzione Pd, nonché uno degli uomini del partito più vicini al segretario, cerca si smorzare la polemica.

Senatore, ci sono amministrazioni locali a rischio di tenuta dopo l’intesa con Pdl. Andrete avanti comunque?
«Capisco le perplessità, ma sto a quello che ha detto Ferrero ieri: sono livelli diversi, una cosa è la vita politica nazionale , altro è l’autonomia degli enti locali».

La sinistra vi accusa di voler creare il voto utile anche alle Europee. la definiscono una legge ad personam, utile ad un Pd sotto al 25%. È vero?
«Questo è un errore di analisi perché i vantaggi immediati in termini elettorali per il Pd sono tutti da dimostrare e sono del tutto aleatori. Attorno al Pd, in una competizione proporzionale, avremo tre aree politiche: l’Udc di Casini, l’Idv di Di Pietro e poi immagino una riaggregazione a sinistra, di cui hanno parlato - anche se in modo diverso - Diliberto e Vendola. Abbiamo fatto questa scelta per due ragioni. La prima: non è pensabile che l’Italia mandi in Parlamento europeo una delegazione frammentata in una miriade di partiti, è contrario all’interesse nazionale che è quello di avere una rappresentanza forte. La seconda: non abbiamo mai pensato in termini di bipartitismo, però tra questo e una frammentazione che ci riporti all’Italia dei 30 -40 partiti in Parlamento, c’è una via di mezzo, che è quella della virtù, cioè due schieramenti formati da tre o quattro partiti che abbiano una consistenza politica degna di questo nome».

Nichi Vendola vi accusa di voler cancellare la sinistra proprio durante una grave crisi economica.
«È più forte una sinistra a sinistra del Pd composta da un pulviscolo di sette o otto partiti, oppure un’area politica che si presenti in modo unitario? Trovo un insulto alla politica sostenere che una soglia del 4% cancella la sinistra in questo paese».

Non c’è il rischio che il Pdl in aula faccia il colpaccio e cancelli le preferenze?
«Con i numeri che hanno potrebbero farlo, ma l’accordo con noi non è questo. abbiamo considerato sbagliato e incomprensibile per il paese eliminare le preferenze e abbiamo ritenuto corretto fissare la soglia al 4%. Non credo che la maggioranza, anche per i contrasti interni che ha, possa permettersi di fare un blitz».

Vi hanno accusato di aver fatto un inciucio, uno scambio con il Pdl. Cosa c’è dietro?
«Sono sospetti risibili, dietro non c’è nulla. Se il Pdl ha accettato di rinunciare a buona parte della sua proposta - all’inizio aveva fissato la soglia al 5 e abolito le preferenze - è perché fa anche i suoi interessi. Non c’è altro che questo».

mzegarelli@unita.it

30 gennaio 2009
da unita.it
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