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Autore Discussione: Restituite la parola ai cittadini  (Letto 3850 volte)
Admin
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« inserito:: Gennaio 22, 2009, 06:37:05 pm »

Restituite la parola ai cittadini


Tutto il mondo guarda con ammirazione alla straordinaria capacità di rinnovamento della società americana, al grande esempio di democrazia offerto dalle primarie e dal civilissimo confronto tra i candidati alla Casa Bianca. Il carattere, la storia, la cultura di quella società sono stati determinanti. Ma nulla sarebbe stato possibile se la vita pubblica degli Stati Uniti non fosse basata su alcune regole fondamentali, che ne fanno una democrazia aperta, incompatibile con qualunque chiusura dall'alto.

Queste regole sono innanzitutto:

1) le primarie, che affidano ai cittadini la scelta di ogni candidatura;

2) il collegio uninominale maggioritario, che crea un solido legame tra eletto ed elettore;

3) la scelta popolare del governo;

4) il bipartitismo, che porta chiarezza e stabilità;

5) la separazione dei poteri e la reale autonomia delle diverse istituzioni.


Noi siamo invece impantanati in una transizione infinita che ha condotto a un Parlamento nominato dai capipartito. E le dichiarazioni di chi vuole imitare Barack Obama rendono ancora più evidente la distanza. Perché da noi non nascerà alcun Obama e non vedremo grandi cambiamenti se non rompiamo gli schemi che ingessano la politica.

Nel momento in cui, per uscire dalla transizione, si guarda a grandi modelli, noi proponiamo di assumere come punto di riferimento proprio la democrazia americana, perché crediamo che sia la strada giusta per rinnovare davvero la nostra vita pubblica. E' una convinzione che accomuna già una larga parte degli italiani. E noi, come liberi cittadini, vogliamo dar voce insieme a loro a questa grande speranza di cambiamento.

Promotori: Filippo Andreatta, Renzo Arbore, Augusto Barbera, Orlando Barucci, Franco Battiato, Giorgio Bocca, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Giacomo Costa, Natale D’Amico, Francesco Giavazzi, Massimo Gramellini, Giovanni Guzzetta, Maurizio Lauri, Gad Lerner, Berardino Libonati, Claudio Magris, Enzo Manes, Cristian Mantero, Antonio Martino, Vincenzo Melluso, Sebastiano Messina, Luigi Moschero, Sandro Parenzo, Arturo Parisi, Gianfranco Pasquino, Mario Pirani, Cesare Romiti, Piero Schlesinger, Alfredo Scotti, Mario Segni, Gian Antonio Stella, Andrea Tavecchi, Mario Usellini, Umberto Veronesi, Guido Roberto Vitale

Per Informazioni e per Aderire
http://www.perlademocrazia.it/


da forumista.net
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 28, 2009, 12:20:52 pm »

D'Alema: il partito si giovi di più e con meno sospetti del mio lavoro

Veltroni sfida il premier «Confronto tv sulla crisi»

Il leader pd: il nostro progetto non si configura con la forza necessaria, negarlo non sarebbe onesto


ROMA — «Villari ha ragione quando dice che potrà tornare nel partito solo con un Pd diverso. Potrà rientrare solo se ci sarà un leader diverso, non con me»: Walter Veltroni, a Porta a Porta, ha liquidato con un paio di battute il caso del presidente (rimosso d'ufficio) della Vigilanza Rai. «Parliamo di una persona che si è incollata con il vinavil alla poltrona, mentre mi aveva detto che si sarebbe dimesso». E poi: «Spero che entro pochi giorni possa essere eletto Zavoli». Ma prima di entrare nel vivo della trasmissione, Veltroni ha corretto il titolo della puntata «Adesso parlo io» scelto dagli autori: «Preferisco la parola noi».

Il leader del Partito democratico, ora in Sardegna per la campagna elettorale per le Regionali, sulla crisi ha sfidato Berlusconi: «Invito il presidente del Consiglio a un faccia a faccia pubblico». E ha aggiunto: «Serve un piano nazionale », «non bastano le battute del Cavaliere su Kakà, Fiorello e sulle gemelle del-l'Isola dei famosi». Veltroni ha criticato il governo sulla riforma dei contratti: «Avrebbe dovuto cercare un accordo con tutte le parti sociali», ha detto, ma anche auspicato che «la Cgil non sia un fortilizio settario» e accetti «l'innovazione riformista».

Sui sondaggi che danno il Pd al 26%, ha ammesso che «è il dato peggiore fino a oggi, ma è comunque superiore a Ds e Margherita insieme. Certo, il nostro progetto per ora non ha la forza necessaria e se negassi questo non sarei onesto. Bisogna recuperare la freschezza iniziale perché quando il Pd è dominato da vecchie logiche non va bene». Veltroni ha però sostenuto che il partito non è stato condizionato dall'Idv («ma quando mai?») e ha annunciato che subito dopo le Europee sarà convocato il congresso. Veltroni ha anche affermato che «l'Udc non può stare all'opposizione a livello nazionale e con il centrodestra nelle giunte locali». E sull'ipotesi di accordo nella maggioranza sulle intercettazioni, ha dribblato: «Non sono un battutista. Commenterò solo dopo aver letto il testo». Capitolo federalismo: ha escluso trattative segrete con la Lega («mai parlato con nessuno») e ha sottolineato che la riforma «per ora è solo una dichiarazione di intenti», che sarà vanificata «se il governo non porterà le cifre alla Camera». E ancora, sulle riforme, «siamo pronti a votare il pacchetto Violante, se il governo partirà da quel testo», che prevede il dimezzamento del numero dei parlamentari.

Pomeriggio in tv anche per Massimo D'Alema, ospite a Sky, dove ha affermato che con Veltroni «si può dire che fra noi ci sia un rapporto di amicizia» e che «il Pd è un progetto valido ma oggi in difficoltà» e «va rilanciato». D'Alema ha però anche chiesto il Pd «si giovi di più e con meno sospetti» del «mio lavoro culturale» nella Fondazione ItalianiEuropei.

Paolo Foschi
28 gennaio 2009

da corriere.it
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« Risposta #2 inserito:: Gennaio 28, 2009, 12:27:49 pm »

28/1/2009 (7:23) - LA POLITICA E IL LAVORO

Veltroni alla Cgil: "Accettate le sfide dell'innovazione"
 
Poi lancia l’attacco a Berlusconi: venga qui in tv, a fare un confronto sulla crisi


FABIO MARTINI
ROMA


A porte chiuse, ai notabili del Coordinamento, Walter Veltroni lo ha detto chiaro, più esplicitamente che davanti alle telecamere di «Porta a Porta»: «La filosofia di fondo che sta alla base dell’accordo sindacale sulla contrattazione di secondo livello è positiva e va nella direzione di quanto avevamo detto in campagna elettorale» e quanto alla Cgil «deve saper accettare le sfide dell’innovazione riformista». E’ con queste parole che Walter Veltroni ha concluso la riunione del Coordinamento dedicata quasi unicamente alla questione-contratti e durante la quale, dopo un dibattito vero, il leader del Pd ha «attaccato» per la prima volta nei 15 mesi della sua leadership uno dei totem della sinistra: la Cgil non sbaglia mai. Certo, Veltroni lo ha detto nelle segrete stanze e senza alcuna asprezza lessicale, ma è una novità il giudizio positivo su ciò che hanno fatto Cisl e Uil e implicitamente negativo sulla decisione della Cgil. Qualche ora più tardi, nella trasmissione condotta da Bruno Vespa, Veltroni è tornato in modo molto più soft sullo stesso argomento:

«L’accordo ha alcune cose importanti ma altri punti da approfondire. Detto questo, condivido Carlo Azeglio Ciampi, che sostiene che per un accordo così importante ci vuole l’intesa di tutte le parti sociali» ed «è sbagliata l’idea che la Cgil sia un fortilizio settario» ed ora che si «passerà all’attuazione dell’accordo, si può fare in modo che la Cgil sia protagonista». E proprio questo è il compito al quale lavoreranno Tiziano Treu, Cesare Damiano e Enrico Letta: favorire la ricomposizione sindacale nei prossimi negoziati di comparto. Con un partito in crisi nei sondaggi, un’opposizione interna che non risparmia colpi, Walter Veltroni si è presentato a «Porta a Porta» con un piglio e un’identità più marcate del solito. E così, davanti al rischio che possa concretizzarsi il pericoloso (per il Pd) appello di Andrea Camilleri per una lista «Senza partito» più Italia dei Valori, Veltroni ha bollato così l’iniziativa: «Se Camilleri vuole fare un nuovo movimento che non ha mai fatto politica, valuti che nell’Italia dei Valori c’è moltissima gente che fa politica da tanti anni e anche cambiando molti partiti».

E quanto all’eterno rivale Berlusconi (che ha le chiavi per un accordo sulla legge elettorale europea), Veltroni alterna lusinghe e sferzate: «In un Paese civile, maggioranza e opposizione discutono e si confrontano. Sarebbe bello se qui fosse seduto Berlusconi, in un faccia a faccia su come fronteggiare la crisi. Sarebbe un confronto importante, ci sarebbe qualche punto di convergenza e molti di divergenza», anche «perché non si affronta la crisi con le battute su Kakà, su Fiorello e sulle gemelle dell’Isola dei Famosi». E la risposta così dura alla battuta di Berlusconi sulle belle donne? «Mi sono ribellato, perché la violenza sessuale non è un dramma che riguarda solo le belle donne e su questi temi non si scherza». L’ex presidente della Vigilanza Rai, Villari, che vuole tornare nel Pd? «Uno come lui che si è attaccato alla poltrona col Vinavil può rientrare, ma... con un segretario diverso». E quanto a Massimo D’Alema continua a distillare il suo veleno a piccole dosi: «Il progetto del Pd é valido e impegnativo, ma oggi attraversa un momento di evidente difficoltà ed è necessario rilanciarlo».

da lastampa.it
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