Nicola CACACE.

<< < (2/2)

Admin:
Orario ridotto. Un tabù da sfatare

di Nicola Cacace


Da sempre la produttività oraria aumenta sul lungo periodo più della produzione. In Italia tra il 1900 ed il 2000 essa è aumentata del 2,8% annuo e la produzione solo del 2,6%. Se gli orari annui non si fossero ridotti da 3000 a 1700 ore gli occupati sarebbero diminuiti invece di aumentare da 15 a 21 milioni.

I tedeschi oggi sono stati i primi a imboccare la via dei contratti di solidarietà (dopo i tessili italiani anni fa) scambiando alla Daimler la dismissione di 2000 lavoratori con una riduzione di orario per 20mila. VW, Opel e altre fabbriche stanno trattando. Gli effetti occupazionali della riduzione di orario sono diversi da settore a settore. Gli Studi principali (Bit, Ue, governo francese, etc.) documentano che una riduzione di orario ha effetti medi sull’occupazione del 65% (riduzione del 10% di orario, +6,5% dell’occupazione).

In Italia la nostra cultura imprenditoriale è all’anno zero sul tema; le massime elaborazioni sono del tipo "la riduzione non ha effetti occupazionali" e "la riduzione costa troppo". Ma se sono così bravi a fare la stessa produzione con orari ridotti senza nuovi occupati perché essa costa? Mistero!
Anche la sinistra italiana ha un ritardo culturale grave sulla questione tempi di lavoro.

La sconfitta più recente risale al primo governo Prodi, quando a difendere la proposta di legge sulle 35 ore fu Bertinotti e la sua pretesa, sbagliata, di volere una legge prescrittiva e antisindacale e non di orientamento della contrattazione come voleva Prodi.

Nelle intenzioni di Prodi doveva trattarsi di una legge alla francese, loi d’orientation et d’incitacion alla contrattazione. Infatti l’unica "coercizione" della legge francese tuttora in vigore era ed è costituito dal sovraprezzo degli straordinari che Sarkozy ha solo ridotto. L’Italia invece è l’unico paese al mondo dove l’ora di straordinario costa meno con effetti negativi sull’occupazione documentati anche da uno Studio Bankitalia. Per la sinistra europea ed anche americana "il tempo è vita", mentre per le destre di tutto il mondo "il tempo è danaro".

R.Reich, già ministro del lavoro di Clinton, riconosce che oggi si lavora più di ieri per la continua riduzione di salari e condizioni di lavoro e per l’aumento delle disuguaglianze.

In Italia sono maturi i tempi per negoziare contratti di solidarietà alla tedesca, dove i contributi disponibili per la Cig potrebbero essere impiegati per retribuire in una certa quota (in Germania è il 65 per cento) il mancato guadagno da orario ridotto.


27 dicembre 2008
 
© 2008 L'Unità.it Nuova Iniziativa Editoriale Spa

Navigazione

[0] Indice dei messaggi

[*] Pagina precedente