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Autore Discussione: CONFRONTI METROPOLITANI: Una città da invidiare  (Letto 5511 volte)
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« inserito:: Luglio 08, 2007, 04:59:57 pm »

Società

CONFRONTI METROPOLITANI

Una città da invidiare
di Francesca Schianchi

C'è un'Europa dove i trasporti funzionano, le scuole non diplomano disoccupati, le energie alternative sono una realtà. E le donne sono tutelate.

Ma non è l'Italia 

Esiste da qualche parte una terra incantata dove le donne affollano il Parlamento, dirigono aziende e tornano a casa ad allattare i figli. Un paese dove i treni sfrecciano a 300 all'ora già da 15 anni e arrivano puntuali al minuto. Uno dove i ventenni non sono considerati ragazzini, ma manager in carriera e un altro ancora in cui il sole non serve solo per abbronzarsi, ma anche per scaldare l'acqua della doccia. Non è un altro pianeta: è a una manciata di chilometri a nord o a ovest, a casa dei compagni di viaggio dell'Unione europea. E qualche volta anche a est: dove può capitare di attirare investitori stranieri come le sirene di Ulisse. Come dimostrano queste testimonianze dai nostri vicini di casa.


Inghilterra

A vent'anni non ti offrono solo McJobs

Harriet Smith ha 25 anni, quando ha cominciato a occuparsi di finanza ne aveva 22: fosse stata italiana, probabilmente a quell'età avrebbe fatto appena in tempo a finire l'università. Ma Harriet è nata ad Amersham, nel Buckinghamshire, una regione a nord-ovest di Londra. Ha studiato nelle scuole pubbliche inglesi, si è laureata a Oxford. Tre anni fa è stata assunta da una grande banca d'affari, per lavorare nel distretto finanziario della capitale britannica. Nel suo ufficio l'età media non supera i 30. "Penso sia facile per un giovane trovare lavoro in Inghilterra. Anche se ci sono alcune professioni, come la mia, che è più dura raggiungere rispetto ad altre", racconta: "I contatti con le società finanziarie sono iniziati quando ero ancora studentessa. In Gran Bretagna, se vuoi intraprendere una professione competitiva, devi cominciare a fare stage durante le vacanze già quando frequenti l'università".

Da generazioni, tribù di ragazzi italiani, francesi, spagnoli si riversano in massa sotto il Big Ben. Che sia un cosiddetto 'mcjob', un lavoretto temporaneo, o una carriera più articolata, sul Tamigi ci sono occasioni e nessun pregiudizio verso i giovani: ne è prova il primo ministro Tony Blair, appena dimesso, che entrò a Downing Street poco più che quarantenne. Per scontrarsi con un'opposizione guidata da David Cameron, che di anni ne ha perfino qualcuno di meno.

"La maggior parte dei miei amici ha un impiego, e già da due o tre anni", valuta Smith: "I ragazzi della mia età, in grande maggioranza, hanno iniziato a lavorare a 21-22 anni. Qualcuno ha fatto un percorso di formazione più lungo, ma ora sta lavorando, e solo pochissimi, appena il 5 per cento, stanno ancora studiando".

Come si spiega che i giovani vengano assorbiti così velocemente dalle aziende? "Forse perché abbiamo leggi sul lavoro molto più flessibili di altri paesi. È più semplice che altrove assumere, ma anche licenziare". Per questo c'è chi sempre più spesso accusa il modello inglese di aver prodotto qualche distorsione: ai mcjob corrispondono inevitabilmente i mcwage, stipendi altrettanto effimeri. Ma schiere di giovani europei continuano a sognare Londra.


Svezia

L'altra metà del Parlamento

"Essere donna non è mai stato un problema per la mia carriera". Carola Lemne è da quasi sette anni direttore generale del Danderyd University Hospital di Stoccolma, 3 mila dipendenti e circa 200 milioni di euro di budget. Un posto di comando: d'altronde, a quelle latitudini la metà del Parlamento è rosa. E, in media, nei consigli di amministrazione delle aziende siede una signora ogni quattro uomini, laddove in Italia se ne conta una su 55. Ma non per questo le donne svedesi rinunciano alla famiglia: anzi, in media fanno più figli di noi.

Lemne, 49 anni, è diventata manager di un'azienda farmaceutica quando ne aveva 30. Parallelamente, ha cominciato a fare ricerca ed è diventata docente universitaria. A 33 anni ha avuto la sua unica figlia. "Quando è nata, sono rimasta a casa io cinque mesi, poi mio marito tre mesi", racconta. In Svezia mamma e papà si possono dividere fino a un anno e mezzo per stare a casa col bebé. Ma per chi vuole tornare presto al lavoro, lo Stato mette a disposizione aiuti e servizi: "Gli asili comunali accolgono, tutto il giorno o per metà giornata, bambini a partire da un anno. La retta è ragionevole, e c'è un limite di spesa per far sì che se la possano permettere anche famiglie con tanti figli. Da pochi giorni poi, è stato introdotto un cambiamento nella tassazione che dovrebbe rendere più economico anche ricorrere a baby-sitter private". La Svezia devolve il 3 per cento del Pil all'aiuto alle famiglie, contro l'1,1 italiano: far carriera, così, diventa più facile. "Io e mio marito siamo sempre stati d'accordo sul dover lavorare entrambi", spiega la dottoressa: "È soprattutto una questione di buona organizzazione: dividiamo le cose da fare a casa, e abbiamo la stessa scala di priorità".

Per arrivare alla poltrona più importante, ricorda Lemne, nessun problema in più di un uomo. Anche se, certo, nemmeno da quelle parti la situazione è idilliaca. "A livello dirigenziale continuano a esserci molti più uomini che donne. La Svezia è spesso indicata come la società più equa al mondo, ma ai vertici delle aziende resta comunque molta strada da fare".


Germania

La capitale solare

Sul tetto dello stadio ci sono pannelli fotovoltaici. Anche su quello del centro fieristico, di molte scuole e di quasi tutte le case. Benvenuti a Friburgo, oltre 200 mila abitanti nel sud-ovest della Germania, nel cuore della Foresta Nera. In questa zona, nel '75, il governo tedesco voleva costruire una centrale nucleare. "Si formò un forte movimento di protesta: gli abitanti, per la prima volta al mondo, si organizzarono per individuare energie alternative. Così iniziarono i movimenti ecologisti", ricorda uno dei più importanti eco-architetti d'Europa, Rolf Disch. In quella città la centrale non si fece più e sorsero molte costruzioni ecologiche: e oggi Friburgo ha fama di essere la 'capitale solare' di Germania.

"Quali vantaggi a usare l'energia solare? A parte il risparmio di altre risorse e il maggior rispetto dell'ambiente, ci sono molti risvolti economici. Da un lato si risparmia, dall'altro si può addirittura guadagnare vendendo l'energia prodotta in eccesso", spiega Disch. Come capita agli abitanti delle sue Plusenergiehäuser: case come piccole centrali elettriche autonome, capaci di generare più energia di quanta ne consumano. Già 15 anni fa, Disch progettò l'Heliotrop, un bizzarro edificio in legno e vetro che gira su se stesso seguendo il percorso del sole. "Ho cominciato a interessarmi ai materiali naturali e alternativi più di trent'anni fa. Poi, dalla fine degli anni Ottanta, ho iniziato a usare i pannelli solari", racconta. Il suo studio friburghese è all'interno della cosiddetta Nave solare, una lunga costruzione di quattro piani occupati da case e uffici che, oltre a essere un generatore autonomo, è pensata anche per proteggere dall'inquinamento acustico gli altri abitanti.

Ora tutte le case di Friburgo devono seguire precisi standard: costruirle costa in media il 3 per cento in più di un'abitazione tradizionale, ma poi le spese legate all'energia e l'emissione di gas nocivi si abbattono anche del 30 per cento. E l'esempio sta dilagando: "Ho costruito edifici analoghi a Norimberga, Offenburg e Saarbrücken", conclude l'architetto: "E sono sempre più numerose anche le aziende che si affidano all'energia alternativa".


Spagna

Alta puntualità

"Bastano pochi minuti di ritardo e si ha diritto a un rimborso. Ma non ho mai sperimentato: non mi è mai capitato che arrivasse tardi": a parlare è l'avvocato Feliciano Mayoral, ex segretario generale del comitato Olimpico spagnolo ed ex capo della commissione per la candidatura di Madrid alle Olimpiadi 2012. Un dirigente di primo piano: due, tre volte al mese prende l'Ave, il treno ad Alta velocità, per andare dalla capitale a Siviglia o a Saragozza. Puntualità che sfiora il 100 per cento e confortevoli vagoni che corrono a più di 300 km orari da un capo all'altro del Paese: "È un mezzo di trasporto sempre più diffuso, soprattutto fra manager e uomini d'affari perché è molto più comodo dell'aereo". L'efficienza dei trasporti pubblici spagnoli, racconta, "è stato uno degli aspetti che abbiamo più valorizzato in occasione della candidatura di Madrid come sede olimpica. L'aeroporto è uno dei dieci più importanti al mondo, con milioni di passeggeri che vi transitano ogni anno, ed è a pochi minuti dalla città", prosegue Mayoral, per dieci anni giocatore di pallavolo nella Nazionale iberica. "La metropolitana è seconda in Europa solo a Londra, con un'estensione di 350 km. E poi quattro anelli di circonvallazione circondano la capitale e la mettono facilmente in comunicazione". Il cavallo di battaglia, però, resta l'Alta velocità, inaugurata nel '92 con la linea Madrid-Siviglia: da allora la rete è cresciuta tanto che nel 2010 dovrebbe diventare la prima al mondo, precedendo le antesignane giapponesi e francesi. "Il segreto di questa fioritura? La volontà del governo di scommettere sul trasporto pubblico, investendo anche molti contributi dell'Unione europea". Quest'anno saranno inaugurate nuove linee verso Malaga, Segovia, Valladolid e Barcellona, anche se su questa tratta restano aperte le polemiche di chi teme che gli scavi possano danneggiare la chiesa della Sagrada Familia di Gaudí. E per il futuro, probabilmente tra cinque o sei anni, è già in cantiere il collegamento Madrid-Lisbona.


Irlanda

Scommessa in classe

"La crescita record dell'Irlanda? Una delle ragioni più importanti è la formazione dei giovani che si inseriscono nel mondo del lavoro". Non ha dubbi il professor Tom Collins, capo del Dipartimento Istruzione e preside di Facoltà di Scienze sociali all'Università NUI Maynooth di Co. Kildare, a una cinquantina di chilometri da Dublino, 5 mila studenti suddivisi tra Scienze sociali, Ingegneria e Arte.

Il sistema formativo irlandese è guardato con interesse da varie parti del mondo come uno dei fattori di esplosione del Paese: Pil che cresce del 5-6 per cento l'anno, disoccupazione crollata sotto al 4 per cento, un ruolo importante soprattutto nel campo della tecnologia. "Secondo alcune indagini ogni anno la differenza di competenze tra giovani preparati e forza lavoro che abbandona il mercato determina addirittura una crescita del Pil dell'1 per cento", sostiene il professore.

La scuola è uno degli interessi più urgenti del governo, che alla fine degli anni Novanta ha soppresso le tasse per l'università: "L'istruzione è una priorità nazionale, e le vengono riservati molti finanziamenti e altri supporti pubblici", spiega Collins, background da sociologo e vent'anni di esperienza alla Maynooth. "Circa il 60 per cento dei diciottenni irlandesi prosegue gli studi all'Università, tra le percentuali più alte dell'Ocse. Ma l'obiettivo fissato a livello nazionale è arrivare al 70". E come numero di diplomati, un rapporto del 2006 della Commissione europea descrive l'isola come il paese col tasso più alto per ogni mille abitanti.

Quello che forse più colpisce è il fatto che, come sottolinea Collins, "l'istruzione ha un valore molto importante nella sensibilità degli irlandesi". 'Ireland, where education is the priority', è lo slogan dell'ente governativo per promuovere la formazione: e basti pensare che quotidiani autorevoli come 'Irish Times', il più importante newspaper di Dublino, dedicano tutte le settimane quattro pagine alla scuola.


Francia

Pubblico è bello

"Perché ho scelto di frequentare l'Ecole Nationale d'Administration? Per il gusto della cosa pubblica". Sta tutta qui la differenza tra un versante e l'altro delle Alpi. Pubblica amministrazione? Non la vecchia e polverosa burocrazia, un dedalo di inestricabili cavilli: piuttosto, il piacere di lavorare "nella prospettiva di far avanzare il Paese". Isabelle Antoine è il segretario generale dell'Institut Géographic National francese. Quarantotto anni, alle spalle vent'anni di lavoro in due diversi ministeri e un incarico come direttrice finanziaria di Radio France Internationale, è una 'énarque', un'ex allieva della blasonatissima Ena, la scuola nazionale d'amministrazione fondata nel 1945 dal presidente Charles de Gaulle.

Ministeri, scuola, sanità: secondo un articolo apparso sul 'Wall Street Journal', per i servizi pubblici i francesi pagano, è vero, 600 euro l'anno più degli italiani, ma hanno in cambio oltre 2mila euro più di quello che spetta a noi. "Sono contenta della scelta che ho fatto, e penso che complessivamente sia così anche per i miei colleghi", ritiene Antoine, che presiede la Commissione donne dell'Associazione ex allievi dell'Ena ed è quindi in contatto con molti di loro. Anche tra i giovani l'attrazione per il pubblico resta: "Negli anni in cui sono entrata io, tutti i migliori studenti volevano tentare il concorso per l'Ena. Oggi, forse, c'è un po' di disaffezione". Fatto sta, comunque, che alle rigorosissime selezioni si presentano ancora migliaia di candidati. "Tra i segnali positivi della pubblica amministrazione, una recente riforma che rafforza il legame tra i risultati e i funzionari responsabili. Tra quelli da migliorare, la pesantezza di certe procedure: ci rende meno efficienti di quello che potremmo essere". L'Ena gode di un prestigio internazionale. Anche se, in patria, è stata spesso criticata. "La formazione è ottima e crea un linguaggio comune tra i funzionari pubblici", secondo Antoine: "E poi non va dimenticata l'origine storica: venne creata per garantire un accesso meritocratico. E ancora oggi è così". n
 
*****

Come dite mamma a Stoccolma?

 
La Svezia è il posto migliore al mondo dove diventare mamma: a sostenerlo, l'ottavo Indice delle Madri pubblicato di recente dall'organizzazione umanitaria Save the Children. Tra i parametri usati per la ricerca ci sono la scolarizzazione delle donne, la partecipazione femminile al governo nazionale, l'uso di contraccettivi. Subito dopo la Svezia, sono altri due Paesi scandinavi, Islanda e Norvegia, mentre l'Italia è piazzata al 19simo posto. Fanalini di coda: Yemen, Sierra Leone e Niger.
 
S0S Young People

 
Sul sito www.direct.gov.uk, che riunisce una quantità di informazioni sui servizi pubblici inglesi, una parte corposa è dedicata ai 'young people': dai consigli su come compilare il primo curriculum vitae alle informazioni su varie agevolazioni, per esempio gli aiuti per pagare l'affitto o l'assistenza ai bambini, quando i genitori sono under 20. Per aiutare nella ricerca del lavoro c'è poi Jobcenter Plus (www.jobcenterplus.gov.uk), agenzia del governo del Dipartimento lavoro e pensioni.
 
Trans Marocco Express

 
Il Plan Estratégico de infraestructuras y transporte 2005-2020, il piano di previsione della politica di trasporti e infrastrutture del governo Zapatero, annuncia un investimento di circa 250 miliardi di euro. Finora, per la linea ferroviaria ad Alta velocità, Madrid ha speso oltre 16 miliardi di euro, di cui quasi la metà erogati dalla Ue. E tra i progetti più ambiziosi c'è quello di un collegamento su rotaie sotto lo stretto di Gibilterra, che unisca il Marocco alla Penisola iberica. Ma molto lontano nel tempo: se cominciassero l'anno prossimo i lavori, il primo vagone potrebbe passare verso il 2025.
 
Come insegna Dublino

 
Secondo il rapporto dell'Ocse 'Education at Glance 2006', dedicato allo stato dell'Istruzione nei paesi aderenti all'Organizzazione, l'Irlanda fra il 1995 e il 2003 ha aumentato del 30 per cento i finanziamenti all'istruzione primaria e secondaria (l'Italia del 10, come Germania, Svizzera e Israele). Mentre, per quanto riguarda l'università, è stato uno dei pochi paesi che non ha diminuito il finanziamento pubblico. Ha inoltre aumentato del 34 per cento la spesa per ogni studente.
 
Inquinamento addio

 
Le Plusenergiehäuser di Rolf Disch sorgono nel quartiere di Vauban, fiore all'occhiello dell'architettura sostenibile friburghese, ex accampamento militare francese oggetto di un progetto di riqualificazione concluso l'anno scorso. L'obiettivo era costruire un 'distretto sostenibile' da tutti i punti di vista: non solo architettura ecologica, ma anche, ad esempio, incentivi a chi rinuncia all'automobile, quasi la metà dei circa 5mila abitanti. È stato calcolato che Vauban risparmi circa 1.600 tonnellate all'anno di risorse minerali e 2.100 di emissioni di anidride carbonica.
 
Tutti gli uomini dell'Ena

 
Nata a Parigi e trasferita da due anni a Strasburgo, l'Ena ha formato finora quasi 5.600 allievi. Molti gli énarques illustri, dagli ex capi di Stato Valéry Giscard d'Estaing e Jacques Chirac al governatore della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, fino alla candidata presidenziale Ségolène Royal, che vi conobbe l'ex compagno, il segretario del Partito socialista François Hollande. La scuola è stata spesso definita elitaria e antiquata: ma quando, recentemente, è stato proposto di sopprimerla, solo un francese su quattro si è dichiarato d'accordo.

da espressonline
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 12, 2007, 12:44:20 pm »

2007-07-11

LOTTA ALLA CORRUZIONE: BM, L'ITALIA PEGGIORA
di Nicoletta Nencioli


WASHINGTON - Le capacità di governare il proprio Paese con correttezza e trasparenza, di far rispettare la legge e di combattere la corruzione sono in aumento in una serie di angoli insospettati del pianeta quali il continente africano e alcune economie emergenti dell'Europa dell'Est. Ma per l'Italia - sia pure in termini assoluti una delle 45 nazioni più avanzate a livello mondiale nella classifica stilata dalla Banca Mondiale (BM) - la situazione tra il 1996 ed il 2006 è peggiorata.

"Purtroppo oggi specialmente per quanto riguarda la lotta alla corruzione l'Italia viene citata quale esempio di nazione, tra i paesi ricchi, con la performace peggiore insieme alla Grecia", ha detto all'Ansa Massimo Mastruzzi, analista della Banca ed uno dei tre autori del mega-rapporto "Worldiwide governace indicators 1996-2006". Il volume esamina la situazione delle istituzioni che governano ben 212 paesi del globo sulla base di interviste, analisi, studi forniti da imprese, cittadini, think-tanks, Ong, organizzazioni internazionali.

Ed il 'ritratto' a suon di cifre, dati ed indicatori della qualità del governo del Belpaese non eccelle: la voce "lotta alla corruzione", che nel 2002 aveva registrato un miglioramento, è nuovamente drammaticamente scesa di livello negli ultimi quattro anni. "Siamo ad un livello inferiore a Paesi dell'Europa dell'Est quali Lituania, Lettonia, Estonia, Ungheria, Repubblica Ceca - aggiunge Mastruzzzi - e per l'America latina siamo stati sorpassati da Cile, Uruguay, Costa Rica, giusto per citarne alcuni".

L'indicatore nel quale invece l'Italia ha una delle performance migliori del pianeta è quella chiamata 'voice and accountability' che misura la partecipazione dei cittadini nella scelta dei governi, la libertà di espressione e di stampa. Nonostante peròa livello globale, l'Italia continui a figurare tra il 25% dei Paesi più avanzati, negli ultimi dieci anni l'andamento di quattro indicatori dei cinque considerati nel rapporto è peggiorato. Il governo di Roma è andato peggio per: 'Stabilita' politica e assenza di violenza', 'Efficacia dei governi', 'Qualita' dei regolamentì, 'Rispetto della legge', Controllo della corruzione'.

Il rapporto della Banca osserva come in generale alcuni paesi africani abbiano fatto significativi passi avanti sulla strada della buona 'governance' - è il caso di Kenya, Niger, Sierra Leone, Algeria, Liberia - e lo stesso si possa dire per nazioni emergenti, dal Cile in Sud America alla Lituania nell'Europa dell'Est. Ma drammatiche battute d'arresto o passi indietro sono stati rilevati in Costa d'Avorio, Zimababwe e Venezuela. Ecco allora che il quadro complessivo del globo non appare particolarmente roseo: "Facendo una media - conclude il rapporto - la qualità della 'governance' nel mondo non è migliorata nell'ultimo decennio'. 

Ansa
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« Risposta #2 inserito:: Luglio 12, 2007, 12:51:23 pm »

24ORE - CRONACA

Privacy, il garante lancia l'allarme: "Proteggerla è un'emergenza nazionale"


ROMA - "In Italia c'è una emergenza nella protezione dei dati che ha assunto una dimensione pari ad altre nostre emergenze nazionali, quali quella ambientale, quella energetica, quella infrastrutturale, che tanto negativamente incidono anche sull'immagine del Paese". E' l'allarme lanciato dal presidente dell'Autorità garante per la privacy, Francesco Pizzetti, nella sua relazione annuale al Parlamento.

E continua, con un chiaro riferimento alle recenti vicende delle intercettazioni, da Vallettopoli ai dossier segreti del Sismi, ribadendo che "la libertà di informazione è sacrosanta e irrinunciabile in una democrazia", ma che tuttavia questa libertà non può essere usata per giustificare tutto. "Non può essere invocata - spiega infatti - per considerare lecita la condotta di chi si procura informazioni illegalmente e con artifici inaccettabili".

"Troppo spesso - sottolinea Pizzetti - il diritto a informare e a essere informati è invocato per giustificare chi, magari estraneo al mondo dell'informazione, raccoglie notizie e dati a scopo di ricatto o di condizionamento, sotto la minaccia di renderle pubbliche".

Comportamenti simili rischiano di far sviluppare quella che Pizzetti definisce una "sindrome bulimica per la raccolta e l'archiviazione dei dati" personali, che trasformi "anche l'Unione Europea in un universo di controllati e di spiati".

(12-07-2007)
da repubblica.it
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