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Autore Discussione: Lorenzo Cremonesi Sciiti e sunniti assieme per battere l’Isis in Iraq  (Letto 2019 volte)
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« inserito:: Dicembre 30, 2015, 06:08:02 pm »

Sciiti e sunniti assieme per battere l’Isis in Iraq

Di Lorenzo Cremonesi

Le prime mosse del governo iracheno dopo la vittoria a Ramadi contro la guerriglia di Isis paiono per una volta nella direzione giusta. Il premier Haider al Abadi promette che il controllo della città verrà affidato a unità miste di poliziotti reclutati sul posto e miliziani delle tribù sunnite locali. Vedremo se ciò avverrà davvero. L’annuncio dimostra comunque che Abadi ha compreso il nodo cruciale: solo l’inclusione dei sunniti nell’amministrazione delle loro regioni e degli affari di governo può battere Isis. Non è un mistero che gran parte della minoranza sunnita, circa il 35% degli iracheni, simpatizza con Isis in chiave antisciita e contro la crescita dell’influenza iraniana nel Paese dal tempo dell’invasione americana del 2003. Oggi i confini fisici del «Califfato» coincidono con quelli delle zone di insediamento sunnita. E la cosa è più evidente proprio nella regione di Al Anbar, dominata dalla forte tribù dei Dulaimi legata ad Arabia Saudita, Giordania e Siria, di cui Ramadi è il capoluogo sin dai tempi dell’Impero Ottomano.

Il problema è politico, prima che militare. L’elezione di Abadi nell’agosto 2014 fu in netta contrapposizione alle politiche fallimentari del suo predecessore Nouri al Maliki (sebbene appartengano allo stesso partito sciita Dawa). In otto anni di governo Maliki lavorò con coerente determinazione per marginalizzare e perseguitare i sunniti. In poco tempo l’esercito nazionale venne monopolizzato dalle milizie sciite. Risultato: la crescita del malcontento tra i sunniti, tanto da spingerli ad abbracciare gli estremisti jihadisti e Isis. Non a caso Abadi ora è disposto a rallentare le operazioni dell’esercito regolare pur di non ricorrere alle milizie sciite. Ma Maliki non è battuto. Dalla sua nuova posizione di vicepresidente mette i bastoni tra le ruote al neopremier. La sfida resta aperta, lo dimostrano i silenzi sunniti e invece le celebrazioni delle città sciite all’annuncio della presa di Ramadi. Ma questa vittoria e le promesse di avanzata verso Mosul saranno vanificate se i sunniti non torneranno ed essere parte integrante dell’Iraq.

29 dicembre 2015 (modifica il 29 dicembre 2015 | 09:07)
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Da - http://www.corriere.it/opinioni/15_dicembre_29/sciiti-sunniti-assieme-battere-l-isis-iraq-5d17f614-adff-11e5-a515-a44ff66ae502.shtml
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