Notizie dal PAESE dei berluschini...
Admin:
IL PERSONAGGIO
L'ossessione del Cavaliere tra statue, cipressi e fontane
di FILIPPO CECCARELLI
E' una monarchia presidenziale, prima che una Repubblica, quella che Silvio Berlusconi ha delineato al termine dell'interminabile conferenza stampa di fine anno. Un principato elettivo, ha lasciato capire l'aspirante unico sventolando un paio di volte il 72 per cento dei consensi di cui già disporrebbe
O meglio, considerata la necessaria unanimità che pure ha voluto evocare, si tratterebbe di una signoria plebiscitaria: questo è l'esito dichiarato del prossimo quadriennio che del resto era ben inscritto, visioni e simboli, nella maestosa ambientazione di villa Madama, fra statue, cipressi, fontane e amorini, scenografia affidata a Raffaello Sanzio, Sangallo, Giulio Romano e Baldassarre Peruzzi, oltre s'intende al fidatissimo Gasparotti, regista d'ogni prestazione scenica del Cavaliere.
Certo faceva impressione veder questo imminente (forse) sovrano presidenziale, collocato comunque in quello scenario di magnificenza; e non per accarezzare profezie o indulgere a vetero catastrofismi penitenziali, ma un po' veniva anche da pensare al vecchio Giuseppe Dossetti, il professorino democristiano della Costituente poi divenuto monaco, che nel 1994 fece a tempo a prevedere, "verificandosi certe condizioni oggettive e attraverso una manipolazione mediatica dell'opinione", come il berlusconismo, che traeva origine da "una grande casa economica finanziaria fattasi Signoria politica", ecco, il berlusconismo si sarebbe potuto evolvere per l'appunto "in un principato più o meno illuminato, con coreografia medicea" aggiungeva preziosamente don Pippo Dossetti.
E il fatto, guarda caso, è che quel gioiello rinascimentale di villa Madama fu commissionato da Giulio dè Medici, il futuro papa Clemente VII. Come un papa, comunque, Berlusconi sembrava felice. A proposito: i rapporti con la Santa Sede non sono mai stati migliori. Anche con i giornalisti, che pure ha paternalisticamente designati come "birichini", non va male. Nessuno scontro, nessuno sgarbo, il buffet era rimarchevole, e lì si sono viste un sacco di belle ragazze che giornaliste in verità non erano, o almeno non sembravano per audace eleganza, ma di sicuro facevano effetto, e poi lui era contento. Nel potere è sempre successo. E comunque.
L'Italia ha riacquistato il suo prestigio nel mondo. Lo Stato, vedi Napoli, è tornato a essere e a fare lo Stato.
L'Alitalia eccola qui: salva e tutta nazionale - giacché l'Air France avrebbe dirottato i turisti sui castelli della Loira anziché sulle nostre città d'arte. I problemi energetici si risolveranno con le centrali nucleari. Le infrastrutture - non più dette "grandi opere" - finalmente si faranno. La giustizia verrà riformata, sia quella civile che quella penale; l'evasione fiscale sarà combattuta, sta per partire una campagna; la pubblica amministrazione sarà digitalizzata - e anche questa è parso di averla già sentita. La formula in uso, nelle sue varie articolazioni: "Abbiamo avviato un grande lavoro".
L'introduzione, che lo stesso presidente ha avuto il cuore di definire "prolissa", è durata tre quarti d'ora. Berlusconi ha parlato dietro un tavolo marrone chiaro e posticcio che decisamente, almeno dal vivo, stonava con il resto. Pure il tele-padellone grigiastro con il simbolo della Presidenza del Consiglio faceva a pugni con il tabernacolo d'avorio intarsiato e le sue figurine nude. Mentre sulla testa del Cavaliere gravava l'affresco di un gigante, ebbro e debitamente discinto, con mega-zufolo e clava. Senza farla troppo lunga, né troppo complicata, è stata la sagra dell'ottimismo necessitato.
Tutto va bene, madama la marchesa. A dire il vero, in tutta onestà, non c'è politico, non c'è potente, non c'è presidente che in occasioni del genere non reciti questa parte. Ma Berlusconi, che viene dalla cultura della pubblicità, è meglio di chiunque altro. Quello che non va bene è sempre colpa di qualche altro (sinistra e ambientalisti); le difficoltà riguardano sempre il passato; le magagne sono sempre ereditarie. La crisi c'è, ma proprio per questo bisogna essere ottimisti, invece la tv a volte mette ansia, e allora è peggio. In questa indispensabile dissimulazione l'uomo si conferma un prodigio di maestria. Lo tradisce appena qualche segno, qualche gesto, qualche spia del linguaggio extra-verbale, il piede che batte il nervosismo, la mano dell'insincerità che s'infila nella tasca interna, tipo Napoleone.
L'altro ieri ha raccontato ai dipendenti di Palazzo Chigi, con cui ha anche cantato, di aver appeso a un elicottero un pupazzo di Superman con la sua faccia di Superman. Ieri invece è apparso sobrio, misurato, al massimo intermittente, cioè ora benevolo e ora più freddo, ora larvatamente populista e ora istituzionale. Solo che Berlusconi è Berlusconi e quindi a volte esagera.
Così ha spiegato che a fare quel mestiere lui non si "diverte", come diceva l'Avvocato Agnelli, ma lo fa "per spirito di sacrificio" - però mentre lo diceva si torceva le mani. Ha accennato al tema dei successori. Ha rivelato di sfuggita che con Veltroni, a suo tempo, volevano fare insieme la legge per le europee, con clausola ed eurodeputati nominati dall'alto. A proposito di questi ultimi, quelli davvero preparati, se n'è uscito con una sorprendente citazione virgiliana: "Apparent rari Nantes in gurgite vasto". A un certo punto gli è scappato: "In una precedente fase del nostro governo", e si è capito che era un plurale majestatis.
Per il resto l'egolatria si è declinata su tutti i campi dell'attività di governo. Io, io, io, me, mi, eccetera. Ha candidamente ammesso che sarebbe felice di avere "un'opposizione, come si dice, di Sua Maestà".
La monarchia presidenziale comunque la prescrive, e non è detto che Berlusconi prima o poi non la ottenga.
(21 dicembre 2008)
da repubblica.it
Admin:
Scandalo Formato G8
di Fabrizio Gatti
Per il summit dei grandi della terra alla Maddalena lavori da 300 milioni di euro. E l'appalto più ricco va a una società vicina alla moglie del dirigente della Protezione civile che sovrintendeva all'intera opera Prende forma il palazzo del vertice
In Italia è tra le più piccole imprese edili e incasserà oltre 117 milioni in nove mesi. Non è la lotteria di Capodanno, ma la montagna di soldi pubblici che l'Anemone Costruzioni di Grottaferrata, alle porte di Roma, riceverà grazie ai lavori per il G8 sull'isola della Maddalena. Luciano Anemone, 54 anni, amministratore unico della società a responsabilità limitata, tra le tante opere sta costruendo il centro congressi che nel luglio 2009 ospiterà il primo grande vertice internazionale con il neopresidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Ed è come se gli italiani gli consegnassero 2 euro a testa. Neonati compresi. Un record. Anche perché il signor Anemone, pur dichiarando soltanto 26 dipendenti, si è preso la fetta più grossa della torta da quasi 300 milioni di euro suddivisi tra cinque società. Una spesa da nababbi con l'aria che tira, le famiglie in crisi, la Fiat in gravi difficoltà e l'Alitalia ko. Inutile tentare di sapere perché sia stata scelta proprio la ditta Anemone. I criteri di selezione delle cinque imprese, chiamate senza pubbliche gare d'appalto, così come i progetti, sono coperti dal segreto di Stato: provvedimento imposto da Romano Prodi, confermato da Silvio Berlusconi e affidato con tutte le opere alla Protezione civile e al suo direttore, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso.
Questioni di sicurezza, hanno dichiarato. Ma sollevando il velo della riservatezza si incontra ben altro. 'L'espresso' è entrato di nascosto nei cantieri sull'isola della Maddalena. E ha scoperto cosa finora il segreto di Stato ha impedito di vedere. Il sospetto di spese gonfiate. Costi di costruzione da capogiro a più di 3.800 euro al metro quadro. Lavoratori senza contratto. Operai pagati con fondi neri. Le minacce del caporalato (vedi l'articolo a pag. 38). E un curioso legame d'affari tra la famiglia del coordinatore della struttura di missione della Protezione civile,
Angelo Balducci, e l'impresa che a fine lavori guadagnerà di più. L'Anemone, appunto.
Non finisce qui. Il secondo grande appalto, 59 milioni per la costruzione dell'albergo che ospiterà i capi di Stato, la Protezione civile lo ha affidato alla Gia.Fi. di Valerio Carducci, 60 anni, cavaliere della Repubblica, l'imprenditore fiorentino coinvolto nell'inchiesta di Luigi De Magistris sulla presunta rete di favori tra malaffare e politica nazionale in Calabria. E anche i criteri di selezione della Gia.Fi. sono coperti da segreto.
Angelo Balducci, ingegnere spesso accanto a Bertolaso, ha fama di uomo da centinaia di milioni di euro. È il braccio operativo nei grandi appalti della Protezione civile. Non solo calamità, soprattutto organizzazione di grandi eventi come il G8. Per anni provveditore ai Lavori pubblici su Lazio e Sardegna, Balducci ha coltivato le amicizie che contano con l'imprenditoria e il Vaticano. Le sue relazioni politiche vanno dal leader della Margherita, Francesco Rutelli, al ministro di An alle Infrastrutture, Altero Matteoli. Il 10 ottobre scorso Matteoli propone al Consiglio dei ministri e ottiene la nomina di Balducci a presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Nei mesi precedenti, dal 19 marzo al 13 giugno 2008, proprio durante il periodo più delicato con la preparazione dei cantieri e il conferimento degli appalti, l'ingegnere è il soggetto attuatore di tutte le opere per il G8, cioè l'uomo dalle mani d'oro: provvede alle procedure necessarie per l'affidamento degli incarichi, alla stipula dei contratti, alla direzione dei lavori e al pagamento degli stati di avanzamento. E come soggetto attuatore si occupa delle imprese della famiglia Anemone.
Balducci è un grande esperto nei contratti assegnati d'urgenza dalla Protezione civile, senza gare d'appalto. Segue per mesi i lavori per i Mondiali di nuoto del 2009 a Roma e per le manifestazioni del centocinquantesimo anniversario della Repubblica da celebrare nel 2011. Venerdì 13 giugno, però, è una pessima giornata. Un'ordinanza di Berlusconi lo rimuove dall'incarico di soggetto attuatore per il G8 e i Mondiali di nuoto. Ai cantieri della Maddalena, Balducci viene sostituito da un ingegnere dello staff, Fabio De Santis. Ma continua a occuparsene con "funzioni di raccordo tra la struttura di missione", cioè la Protezione civile, e i "soggetti coinvolti dagli interventi infrastrutturali". In quell'ordinanza, c'è però un passaggio che farebbe tremare i polsi a qualunque funzionario. Berlusconi dispone che Bertolaso costituisca "una commissione di garanzia composta da tre esperti di riconosciuta competenza e professionalità, anche estranei alla pubblica amministrazione". Una spesa in più per il G8, perché i compensi per gli esperti sono ovviamente a carico dello Stato. Obiettivo della commissione: "Assicurare un'adeguata attività di verifica degli interventi infrastrutturali posti in essere dai soggetti attuatori... in termini di congruità dei relativi atti negoziali".
Filo spinato intorno al cantiereQualcosa insomma non va nella contrattazione degli appalti. Ma il segreto di Stato mette tutto a tacere. Così la squadra della Protezione civile in missione in Sardegna può raccontare, senza essere smentita, che Balducci è stato promosso. Anche se per lui, che era già stato presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, è un ritorno al passato. Il 31 ottobre tocca a De Santis. Sostituito per decreto, come Balducci. Berlusconi ora nomina un esterno alla pubblica amministrazione, Gian Michele Calvi, professore di ingegneria all'Università di Pavia. Il caso è archiviato.
Eppure non è solo una questione di nomine tra il governo e la Protezione civile. Tutte le ditte per lavorare ai progetti del G8 devono ottenere il nulla osta di segretezza. E il nulla osta dovrebbe essere rilasciato dal ministero dell'Interno soltanto dopo accurate indagini sulla trasparenza delle imprese. Invece troppi particolari sono sfuggiti a chi avrebbe dovuto controllare. Bisogna lasciare la Maddalena, volare a Fiumicino e salire a Grottaferrata, alle porte di Roma. Via 4 novembre 32, nel mezzo di un quartiere di viali alberati, è l'indirizzo dichiarato da Luciano Anemone come sua residenza o come sede legale dell'Anemone Costruzioni. Ed è anche, come ha scoperto 'L'espresso', l'indirizzo di una casa di produzioni cinematografica, la Erretifilm srl. Di chi è? Amministratore unico e proprietaria al 50 per cento è Rosanna Thau, 62 anni, moglie di Angelo Balducci. Venticinquemila euro per costituire la srl della signora Balducci li ha messi però Vanessa Pascucci, 37 anni, amministratore unico e socia a metà di un'altra impresa edile legata alla famiglia Anemone, la Redim 2002 di Grottaferrata. E attraverso la Redim 2002, Vanessa Pascucci è anche socia dell'Arsenale scarl: società costituita apposta per il cantiere nell'ex Arsenale della Maddalena. Così il cerchio si chiude. Protetto dal segreto di Stato, l'appalto più ricco del G8 è finito a società amiche di chi aveva in mano la cassa. Con il suo seguito di domande. A cominciare da questa: chi ha scelto di affidare a Balducci l'incarico più delicato?
I guadagni in gioco sono spaventosi. L'opera su cui è già possibile fare qualche conto è l'albergo che ospiterà i presidenti. Capocommessa del cantiere, la Gia.Fi. di Valerio Carducci. Le poche notizie uscite dagli uffici della Regione Sardegna parlano di 57 mila metri cubi per un costo d'opera salito da 59 a 73 milioni di euro. Considerando un'altezza media delle stanze di 3 metri, sono 19 mila metri quadri coperti. Dunque un costo di costruzione al metro quadro di 3.842 euro, escluso il valore dell'area. Una cifra pazzesca se paragonata al valore di costruzione che per le case di lusso, secondo un capomastro della Maddalena, non supera i 1.200 euro al metro. Polverizzati anche i valori di vendita pubblicati dal sito dell'Agenzia del territorio: un massimo di 3.100 euro al metro quadro per le ville e di 2.000-2.300 per le attività commerciali. Così un ente dello Stato, la Protezione civile, sta finanziando un'opera ignorando le quotazioni pubblicate da un altro ente statale, l'Agenzia del territorio. L'esubero potrebbe essere giustificato con le spese per l'arredamento, il centro benessere e i letti su cui dormiranno Nicolas Sarkozy, Carla Bruni e Angela Merkel. Ma è difficile crederlo. Ammettendo un costo di costruzione molto vantaggioso per le imprese di 2000 euro al metro quadro (38 milioni in totale), per l'arredamento avanzerebbero 35 milioni. Cioè il costo di un altro albergo.
(23 dicembre 2008)
da espresso.repubblica.it
Admin:
23/1/2009 (18:50)
Lampedusa in rivolta contro Maroni
L'Onu: preoccupa il sovraffollamento
LAMPEDUSA
Non si placano le proteste a Lampedusa contro la decisione del ministro Maroni di realizzare nell’isola un nuovo centro per gli immigrati. L'ira dei cittadini è esplosa oggi con proteste e tensioni nel giorno dello sciopero generale che ha visto negozi chiusi e abitanti in corteo.
La mobilitazione è stata indetta dal consiglio comunale e dal sindaco Bernardino De Rubeis. Altissima l’adesione dei commercianti, la quasi totalità non ha nemmeno aperto prima dello sciopero. La cittadinanza si è riunita in piazza Martiri d’Italia, davanti al municipio, per sfilare poi in corteo verso le scuole cittadine fino al Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, dove si trovano circa 1.800 immigrati a fronte di una capienza di 800 posti. Nel mirino la decisione di Maroni che ha deciso di non tarsferire più in altre strutture i migranti che sbarcano a Lampedusa, ma di ricondurli in patri direttamente dall’isola. I tempi lunghi necessari ad accertare la nazionalità, presupposto indispensabile per il rimpatrio, comporta però l’esigenza di creare nuovi alloggi per gli stranieri.
Gli abitanti di Lampedusa sostengono che questo trasformerebbe l’isola in «una nuova Alcatraz» e si oppongono decisamente al progetto. La vicenda ha causato anche frizioni in seno alla giunta comunale, da cui il sindaco Bernardino De Rubeis ha estromesso la sua vice, la senatrice della Lega, Angela Maraventano, all’indomani della visita di Maroni a Lampedusa e dei nuovo maxi sbarchi di migranti poche ore dopo le rassicurazioni del ministro. Il clima tra i lampedusani è di forte tensione. A Lampedusa oggi è arrivata anche una delegazione del Pd, guidata dal vicesegretario Dario Franceschini. Il corteo degli abitanti ha impedito questa mattina il traferimento di due pulman di immigrati dal Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola alla ex base Loran della Nato dove è prevista la nuova struttura.
Intanto interviene anche ò’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) che in una nota esprime «crescente preoccupazione per la situazione umanitaria dei quasi 2.000 migranti, fra i quali molti richiedenti asilo, attualmente ospitati nel Centro di primo soccorso ed accoglienza di Lampedusa in condizioni di estremo sovraffollamento». La struttura, ricorda la nota, «ha una capienza massima di 850 posti e non è in grado di ospitare un così alto numero di persone. Pertanto, centinaia di soggiornanti sono costretti a dormire all’addiaccio sotto teli di plastica come unico riparo. In queste condizioni -prosegue la nota dell’UNHCR- non possono essere garantiti adeguati standard di accoglienza. «Il sovraffollamento che si è venuto a creare sta dando origine ad una situazione umanitaria molto preoccupante che oltretutto ostacola il lavoro dell’UNHCR e delle altre organizzazioni che operano nel centro».
da lastampa.it
Admin:
DE RUBEIS: «IO HO GESTITO BENE IL FENOMENO. GLI IMMIGRATI FATTI USCIRE DA POLIZIA»
Lampedusa, Maraventano contestata: «Bastarda, venduta: ci hai tradito»
Comizio su un palco improvvisato: «Non merito di essere condannata in questo modo, siete fomentati dal sindaco»
LAMPEDUSA - Il giorno dopo la fuga in massa degli immigrati dal Centro di prima accoglienza, il popolo di Lampedusa si rivolta contro la senatrice della Lega Angela Maraventano, ex vice del sindaco Dino De Rubeis destituita dall'incarico qualche giorno fa, dopo l'ennesimo sbarco di clandestini.
«VENDUTA, CI HAI TRADITO» - Ci sono stati momenti di tensione durante il comizio della senatrice, duramente contestata dalla popolazione che l'ha accolta con un coro di fischi gridando: «Venduta, venduta», «Bastarda, ci hai tradito», «Vergogna, torna al Senato». Alcuni cittadini hanno cercato di avvicinarsi al palco improvvisato nella piazza del municipio, dove la Maraventano ha cercato di spiegare perché il governo vuole aprire a Lampedusa un centro di identificazione e di espulsione per i clandestini. Sono intervenuti i carabinieri ma a riportare la calma sono stati gli stessi cittadini presenti. La senatrice, con il fazzoletto verde al collo, ha continuato a parlare: «Non merito di essere condannata in questo modo, vi spiegherò cosa sta succedendo a Lampedusa. Siete in cattive mani in questo momento ma io ho il coraggio di dire le cose come stanno, però fatemi parlare».
«FOMENTATI DAL SINDACO» - Il sindaco De Rubeis è intervenuto per tentare di riportare la calma ma poi ha abbandonato il palco. E proprio con lui se l'è presa l'esponente leghista: «Io non ho paura. Voi, che siete stati istigati dal sindaco e per questo sarà denunciato, siete un popolo pacifico. Non fatevi istigare, non mi condannate, ho lavorato per voi al governo e qualcuno ha approfittato della mia assenza. Non importa se non ho più le deleghe di assessore e vicesindaco perché io continuerò lo stesso a lavorare per il mio popolo e vigilerò 24 ore su 24 sull'operato di questo sindaco, ammesso che rimanga sindaco perché troveremo il modo, con il Consiglio comunale, di mandarlo a casa». Angela Maraventano è arrivata sabato sera a Lampedusa dopo i lavori al Senato. Ad attenderla ha trovato un cordone di forze dell'ordine. «So che le persone sono arrabbiate - spiega -, ma io non le ho abbandonate e comunque non credo che mi possano fare del male. È dal palazzo comunale che sono stati fomentati, tanto che per mettermi i bastoni fra le ruote mi hanno comunicato che non ho il permesso di fare il comizio sul palco in piazza Municipio. Ma io non mi fermo, sono abituata a parlare per strada con la gente e lo farò su un furgoncino».
DE RUBEIS: «LAMPEDUSA NON È IN VENDITA» - «Sono un sindaco scomodo che lotta per risolvere i problemi. Avrei potuto accontentarmi dei soldi offerti dal governo, delle tante promesse. Invece non starò zitto. Lampedusa non è in vendita». Con queste parole il sindaco Dino De Rubeis, ha aperto il comizio nella piazza del municipio, prendendo la parola dopo la Maraventano. «Siamo davanti a uno Stato prepotente che vuole imporci le sue scelte e vuole trasformare quest'isola in un carcere a cielo aperto - ha aggiunto -. Pensano a creare centri di identificazione ed espulsione per far fronte a una politica che, finora, si è rivelata fallimentare». De Rubeis, tra gli applausi della folla, ha annunciato che al termine del comizio denuncerà la senatrice Maraventano per avere «istigato i lampedusani contro l'amministrazione comunale».
«IMMIGRATI FATTI USCIRE DALLA POLIZIA» - De Rubeis nega invece di aver fomentato il popolo, come denunciato dalla stessa Maraventano: «Io l'istigatore del popolo? Affatto. Ho soltanto dimostrato di sapere gestire bene il fenomeno». E sulla "fuga" degli immigrati dal Cpa: «Ma quale fuga? Quegli immigrati qualcuno li ha fatti uscire dal Centro di accoglienza... cosa hanno fatto i mille e passa poliziotti che sono qui sul territorio? Dovevano garantire che gli immigrati stessero nel Centro e non l'hanno fatto. Vergogna per quegli uomini di legge che hanno permesso che gli immigrati si trovassero in massa in mezzo alla strada». Infine De Rubeis ha annunciato che per martedì è stato indetto un nuovo sciopero generale e organizzata una manifestazione a cui «parteciperanno parlamentari nazionali e il presidente siciliano Raffaele Lombardo».
25 gennaio 2009
da corriere.it
Admin:
2/2/2009 (17:45) - LA GRANDE CRISI - I PROVVEDIMENTI
Berlusconi: già stanziati 40 miliardi
Il premier: possono salire a ottanta.
Il Pd: «Solo chiacchere, dà i numeri»
ROMA
Quaranta miliardi in tre anni, che potrebbero diventare il doppio con il sostegno dei contributi europei. Il premier Silvio Berlusconi rilancia il piano messo a punto per fronteggiare l’emergenza finanziaria e economica ma le opposizioni non ci stanno a ascoltare ancora una volta cifre e vanno all’attacco del Cavaliere.
Il premier sceglie la platea di "Governincontra" e in collegamento telefonico da Milano, rivendica di aver mantenuto gli impegni assunti in campagna elettorale. Certo, dice, «non avevamo promesso la luna», ma quelle gli impegni «sono stati realizzati». Il presidente del Consiglio indica anzitutto gli interventi messi in campo per far fronte alla crisi economica. E si dice «fiducioso» che l’Italia possa uscirne «meglio di altri Paesi, grazie a banche che non sono avvelenate da titoli tossici e alle famiglie che hanno un debito privato contenuto».
Quanto alle risorse da mettere in moto, il Cavaliere ripete i dati indicati al vertice del G20 di Washington a metà novembre: «40 miliardi di euro in tre anni per l’economia, una cifra che salirà a 80 miliardi con gli aiuti europei». Un altro passo riguarderà il sostegno all’industria dell’auto e il credito al consumo, con interventi che saranno «varati già al prossimo Consiglio dei ministri». Ma la crisi non è l’unico argomento su cui si sofferma il presidente del Consiglio. Approfittando della presenza di alcuni ministri ospiti della manifestazione, Berlusconi ricorda le altre misure varate dall’esecutivo, dalle misure per lo smaltimento dei rifiuti ai progetti per le grandi opere agli interventi in campo energetico.
Le opposizioni nel frattempo incalzano e se la prendono in particolare con i numeri forniti dal premier. «Le chiacchiere sono sempre più consistenti - attacca Pier Luigi Bersani, ministro dell’Economia nel governo ombra del Pd - e i fatti sempre meno reali». «Gli 80 miliardi di euro strombazzati anche oggi dal premier - afferma Stefano Fassina consigliere economico del governo ombra del Pd - sono risorse interamente previste in Bilancio ben prima della crisi». Quelli lanciati dal presidente del Consiglio sono «messaggi pubblicitari», dice il deputato dell’Italia dei Valori Antonio Borghesi. «Parla di 80 miliardi di euro reali - aggiunge - ma non dice nè dove, nè come trovarli. Lo aveva fatto già più di due mesi fa e alla resa dei conti sono meno di cinque». Duro anche l’Udc: «Le bugie hanno le gambe corte - sottolinea il deputato centrista Luca Volontè - sul fisco familiare stiamo all’anno zero».
da lastampa.it
Navigazione