Notizie dal PAESE dei berluschini...

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Razzisti a Milano

Rinaldo Gianola


Abdul è stato sprangato a morte ieri mattina alle 6, vicino alla Stazione Centrale di Milano. I killer lo hanno aggredito in via Zuretti, una strada che corre parallela, vicinissima, alla famosa via Gluck cantata da Celentano. Una zona popolare dove la solidarietà e l´amicizia, un tempo, si misuravano sul ballatoio, attorno ai cortili e alle ringhiere delle vecchie case.

I bar dei ferrovieri, il mercato del pesce, il Naviglio della Martesana dove nel dopoguerra i ragazzi facevano i tuffi, l´oratorio con i platani in mezzo al campo di calcio erano il tessuto di una società di lavoro, fatica e di passione politica. C´era in quella Milano un welfare non istituzionalizzato alimentato da una vicinanza elementare, umile ma solida di famiglie di operai e di molti immigrati.

In quei prati, prima che la speculazione del boom economico realizzasse il suo disastro, abbiamo giocato da ragazzi, superato a fatica pregiudizi e divisioni, diventando amici tra i banchi di scuola e i campetti di calcio abusivi: noi figli dei proletari del Nord e i figli dei "terroni" immigrati, i diversi di allora. I nostri papà consumavano la vita alla Pirelli Bicocca o alla Breda e noi crescevamo rissosi e incavolati come conveniva in quegli anni. Assieme andavamo in via Zuretti dove c´era la sede di "Giovani", una rivista di musica alla moda, a caccia di foto e autografi. Pensavamo che Gianni Morandi e Laura Efrikian non si sarebbero mai lasciati. Poi, quando in tasca c´era qualche spicciolo, puntavamo sulla splendida gelateria di via Gluck per un cono, piccolo però. Quando Celentano cantò a San Remo «là dove c´era l´erba ora c´è una città...» noi ci sentimmo un po´ riscattati, sapevamo di cosa parlava.

Gli assassini hanno aspettato Abdul proprio qui, in questo nuovo incrocio dell´odio, nelle strade di una Milano che non c´è più e che ci manca. Dove sono finite la solidarietà e la pietà di una città una volta davvero riformista (ma non come si intende oggi...)? Dov´è quella Milano capace pure di obbligare i padroni del vapore a spalmare una parte dei loro profitti sulla comunità, che si sforzava di non lasciare soli gli ultimi, che arginava i rigurgiti fascisti invadendo le piazze? Scomparsa, tra una faticosa modernità e un´efficienza improbabile, mentre le banche e i profitti d´impresa scalano ovviamente le classifiche e siamo tutti diventati un grande ceto medio, mediamente inutili nelle nostre paure e gelosie.

Abdul è stato sprangato perchè non aveva pagato una "consumazione", un piccolo furto di biscotti probabilmente. Abdul è italiano, un nostro concittadino originario del Burkina Faso. Era andato a ballare in un locale, poi quando già albeggiava aveva deciso coi suoi amici di fare un salto al Centro sociale Leoncavallo. Non ci è arrivato. «Sporchi negri, vi ammazziamo» hanno gridato gli aggressori, due milanesi, mentre lo colpivano con le mazze, riferiscono i testimoni. Per un piccolo furto si consuma un omicidio tremendo, incredibile, ma oggi spiegabile con l´aria che tira, con il clima politico e, come dire?, culturale del Paese.

Se i leghisti vanno in giro con il ddt per spruzzare le prostitute nigeriane, se il governo prepara l´espulsione di massa di quella moltitudine diversa rappresentata dagli immigrati (ultimo annuncio ieri del ministro Maroni alla sceneggiata padana di Venezia), se i fascisti riscattano il passato, se il ministro milanese La Russa celebra la Repubblica razzista di Salò, perchè sorprendersi se poi un nero viene ammazzato? E il sindaco Moratti non può cavarsela semplicemente affermando che questa crudeltà «è estranea alla tolleranza dei milanesi». Troppo facile. Nella città dell´Expo 2015 gli amici del sindaco vanno in giro a bruciare i campi rom, a chiedere la distruzione dei tuguri dove si rifugiano gli ultimi immigrati e sono gli alleati della signora Moratti a organizzare le ronde contro le prostitute che deturpano l´arredo urbano e a consentire l´apertura dei circoli neonazisti di «Cuore Nero». In questa nostra città si respira un´aria xenofoba e fascista intollerabile. Così come non è tollerabile il tentativo, già in atto anche da parte della solerte Questura, di derubricare il delitto a sprangate come l´esito tragico di una rissa tra giovani scapestrati dopo un piccolo furto. Se anche gli aggrediti hanno cercato di difendersi allora è tutto meno grave, no?

Un ragazzo è stato ucciso a Milano dall´odio e dalla violenza razzista. Questo è il fatto. Se proprio non riuscite a trovare le parole giuste, cari signori almeno state zitti.



Pubblicato il: 15.09.08
Modificato il: 15.09.08 alle ore 10.43   
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All'associazione ebraica Keren Hayesod di Parigi

Berlusconi: «Attenzione costante alle follie di Ahmadinejad su Israele»

«Una volta c'era un signore che sembrava democratico, poi ha fatto quel che ha fatto»

 

PARIGI - Secondo Silvio Berlusconi, parlando all'associazione ebraica Keren Hayesod di Parigi che gli ha conferito il premio Personalità dell'anno, occorre dare il giusto peso alle dichiarazioni sulla distruzione di Israele del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, affermazioni che comunque meritano una costante attenzione visti i precedenti. «Credo che dovremo avere tutti la massima e assoluta attenzione nei confronti delle follie di chi addirittura arriva a dire, magari soltanto per ragioni politiche interne, che bisognerebbe cancellare Israele dalla carta geografica», ha affermato il presidente del Consiglio. «Queste sono cose a cui noi dobbiamo dare il senso che hanno e non crediamo siano reali. Però già una volta c'era un tal signore che all'inizio sembrava un democratico e che poi ha fatto quel che ha fatto e voi purtroppo sapete a chi mi riferisco».

«SEMPRE STATO AMICO DI ISRAELE» - Il premier si è rivolto alla platea ricordando che il secolo scorso è stato «insanguinato da due ideologie terribili: comunismo e nazismo. Ma ora tutto questo è alle nostre spalle». Berlusconi ha poi raccontato di «essere sempre stato naturalmente amico di Israele. Ho avuto nella mia infanzia compagni ebrei che ho amato, riamato, che mi hanno raccontato ciò che le loro famiglie avevano subito. Ho visitato il campo di sterminio di Auschwitz e da quel momento mi sono sentito anch'io israeliano. In tutto quel che ho fatto da privato cittadino e da capo di governo ho sempre capito l'importanza di essere dalla parte di Israele e dei suoi abitanti».

OLMERT: «COSTRETTO AD ANDARSENE PER DIFETTO DEMOCRAZIA» - Infine Berlusconi è entrato nella politica interna israeliana alla vigilia delle dimissioni del primo ministro Ehud Olmert. «Sono molto triste che Olmert viva il suo ultimo giorno da primo ministro perché è una persona capace, esperta e concretà. Sono arrivato al convincimento che lui fosse una delle migliori persone per trattare con i palestinesi e per questo spero che chi lo seguirà continui ad avvalersi della sua preziosa esperienza. La democrazia ha anche questi difetti». Olmert si dimetterà in quanto oggetto di diverse indagini per corruzione, accuse dalle quale si è sempre proclamato estraneo.
16 settembre 2008

da corriere.it

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POLITICA         

Sondaggio Ipr: "Sicurezza, prostituzione e scuola accrescono la popolarità"

Il gradimento per il presidente del Consiglio al 60%, 5 punti in più che a luglio

L'estate porta consenso al governo in aumento la fiducia in Berlusconi

In caduta libera il centrosinistra: Pd (-4%) e Idv (-3%). Stabile l'Udc


di MARCO GRASSO


ROMA - Decreto antiprostituzione, giro di vite sulla sicurezza e riforma scolastica: sono questi i temi che spingono in alto la popolarità della maggioranza. Gli italiani hanno più fiducia nel governo, ma soprattutto nel presidente del Consiglio. Ad affermarlo è un sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica.it. Due mesi senza attività parlamentare non scalfiscono il consenso di cui gode l'esecutivo, che aumenta del 2%. E segnano un aumento del gradimento per la figura di Silvio Berlusconi, che registra un incremento di cinque punti percentuali e tocca quota 60%. Sempre secondo l'istituto guidato da Antonio Noto, nello stesso periodo è calata la fiducia nei confronti del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori, mentre rimane stabile l'Udc.

Maroni il più popolare. L'unico membro del governo a tenere il passo del premier è il titolare del Viminale Roberto Maroni, il più apprezzato tra i ministri. La sua popolarità è al 62%, due punti in più rispetto a sessanta giorni fa. Podio per Frattini e Tremonti, che nonostante una lieve flessione, sono al secondo e terzo posto con il 60 e il 58%. Chi ha registrato l'aumento più significativo è Mara Carfagna, il cui consenso passa dal 38 al 42%, forse in seguito alle nuovi leggi sulla prostituzione. In positivo anche il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il cui apprezzamento è salito dal 35 al 38%. Perde e più di tutti il titolare del Welfare Maurizio Sacconi (-6%), forse per via della trattativa Alitalia.

Aumenta il consenso per Berlusconi. "Le maggiori oscillazioni - fa notare l'istituto di ricerca - Sono quelle che riguardano ministeri al centro del dibattito mediatico durante l'estate: Maroni per la sicurezza, Sacconi per l'Alitalia, Carfagna per la Legge sulla prostituzione e Gelmini per le riforme scolastiche". Ma se la popolarità del governo nel complesso ha conquistato due punti percentuali, il presidente del Consiglio aumenta il divario che lo separa dal suo esecutivo. Se a luglio il saldo era di +3 a favore del Presidente del Consiglio, a settembre risulta a +6.

Diminuisce la fiducia nel centrosinistra. Non naviga in buone acque l'opposizione. La perdita più pesante è quella del Pd, che dal 34% scende al 30%. Cala anche l'Idv, che dopo una crescita di due punti da giugno a luglio, nei due mesi successivi cala del 3%, dal 47 al 44%, un livello comunque alto. Rimane stabile invece l'Udc al 20%.

(16 settembre 2008)

da repubblica.it

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Pavia: «Alemanno non si lava la coscienza andando ad Auschwitz»


Mariagrazia Gerina


Il peso della storia. «Certo che i ragazzi delle scuole vadano a vedere Auschwitz insieme ai testimoni è la cosa più importante...», ragiona ad alta voce Aldo Pavia, presidente dell’associazione nazionale ex deportati di Roma, che da anni accompagna le scuole romane nei campi di sterminio. Per spiegare perché però questa volta proprio non se la sente di fare insieme al sindaco di Roma che ora è Alemanno quel viaggio della memoria inaugurato da Veltroni sei anni fa, Aldo Pavia parte da sè: «Tutto il ramo paterno della mia famiglia è stato deportato a Birkenau, sono stati presi dai fascisti al confine con la Svizzera e portati nelle carceri di Varese, da lì a San Vittore e poi tutti a Birkenau: nessuno è più tornato... Ecco con la mia storia accompagnare ad Auschwitz Alemanno che alle spalle ha tutt’altra vicenda e ancora oggi si mette a fare distinguo sul fascismo è piuttosto difficile...».

Quindi ha già deciso: non andrà ad Auschwitz?

«Come presidente dell’Aned rimetterò la mia decisione al consiglio direttivo che si riunirà tra dieci giorni, ma d’istinto la mia reazione è questa: Alemanno, non ti lavi la coscienza con un viaggio ad Auschwitz».

Dice che è questo l’obiettivo politico del viaggio che Alemanno ha già confermato per novembre?

«Sarò maligno, ma penso di sì».

Quindi chi va ad Auschwitz con lui rischia di farsi strumentalizzare?

«Io avverto questo pericolo, ma se sbaglio sarò lieto di sbagliarmi. Il fatto è che certe conversioni sulla via di Damasco proprio non mi convincono».

Anche Fini però è andato Auschwitz...

«Io credo che Fini abbia fatto un percorso e una apertura di credito bisogna dargliela, Alemanno no altrimenti non parlerebbe ancora di male assoluto per le leggi razziali come se il resto fosse un male minore. Ad Alemanno vorrei dire che oltre agli ebrei italiani sterminati ci sono trentaduemila italiani non ebrei morti nei campi di sterminio e molti sono stati denunciati o catturati o venduti dai fascisti ai nazisti per riscuotere la taglia: cinquemila lire per ogni maschio adulto, meglio se ebreo ma se è partigiano va bene lo stesso. Nei campi ci sono finiti i sacerdoti che andavano a dire messa nelle formazioni partigiane, gli operai, il direttore dei cantiri di Monfalcone e persino alcuni fascisti. Il male assoluto se proprio vogliamo usare questa categoria (che non mi piace) è tutto il fascismo: l’uccisione di Matteotti, i condannati a morte del Tribunale speciale, i gas usati nelle colonie italiane. Troppo comodo dire che le leggi razziali sono state il male assoluto, questo ormai lo sappiamo tutti. Non puoi dicendo così pensare di assolvere il fascismo, liquidando tutto il resto come un fenomeno complesso. Per questo non me la sento di condividere il viaggio ad Auschwitz con lui».

Ma il programma in sè rispetto agli anni scorsi resta lo stesso?

«Questo ancora non lo so, ma il viaggio faceva parte di un progetto con le scuole, “Noi ricordiamo”, che durava tutto l’anno ed era dedicato alla memoria della Shoah. Da quest’anno si chiama “Le tragedie del Novecento”. Vogliono che parliamo anche delle foibe? Benissimo, noi sono trent’anni che accompagnamo la gente a vederle. Ma se vogliono fare esclusivamente il martirologio delle popolazioni giuliano-dalmate perseguitate da Tito, senza raccontare la fascistizzazione delle popolazioni slave dell’Istria, se lo facciano. La storia per noi va raccontata tutta, altrimenti l’orrore rischia di diventare solo una strumentalizzazione».

Pubblicato il: 18.09.08
Modificato il: 18.09.08 alle ore 8.50   
© l'Unità.

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18/9/2008
 
La leghista avvocato a Napoli
 
Carolina Lussana ha appena sostenuto nel capoluogo campano gli scritti dell'esame per l'esercizio della professione
 
 
FLAVIA AMABILE
 


Entro la prossima settimana si saprà se Carolina Lussana avrà superato gli esami scritti per diventare avvocato. Carolina Lussana è un’onorevole della Lega Nord, 37 anni a novembre, bergamasca, bionda, molto ma molto in alto nelle classifiche di bellezza parlamentari.

Laureata in Giurisprudenza, è vicepresidente della commissione Giustizia della Camera. Quest’anno, dopo diversi anni dalla laurea, ha deciso di tentare anche l’esame di abilitazione alla professione. Come sede invece dei luoghi dove abitualmente vive, Roma e Bergamo, ha scelto Napoli.

Nel capoluogo partenopeo quest’anno la percentuale di promossi alle prove scritte in base alle prime indiscrezioni dovrebbe aggirarsi intorno al 30%, gli esami sono stati corretti da una commissione che ha sede a Roma. Agli orali la commissione invece è napoletana e da anni la percentuale di promossi si aggira intorno all’80-90%.

Onorevole, avrà seguito le polemiche nate quando si è saputo che il ministro Gelmini da Brescia si era trasferita a Reggio Calabria per sostenere l’esame.
«Sì, ma nel mio caso non c’è da fare polemiche. Quando ministro della Giusizia era Roberto Castelli abbiamo cambiato le regole. Abbiamo introdotto il sorteggio della sede che correggerà i compiti e quindi non importa dove si sostiene l’esame. Non è più possibile andare alla ricerca di esami facili».

Durante la preparazione della legge lei ha sempre dichiarato di essere contro gli esami facili.
«E coerentemente con quanto ho sempre sostenuto, anche se potevo darlo prima, ho preferito aspettare».

Così come è strutturato l’esame non da’ adito a trucchi.
«Penso che si debba fare un’ulteriore passo avanti e capire se è adeguato a selezionare chi dovrà svolgere la professione. Si parla anche di adottare sistemi diversi».

Da vicepresidente della commmissione Giustizia e praticante avrà modo di constatare che cosa non va.
«Non ho bisogno di fare l’esame per capire che cosa non va. Comunque se ne discuterà».

Onorevole, mi perdoni, ma lei dove abita?
«A Roma e a Bergamo»

E perché ha scelto di dare l’esame a Napoli, allora?
«Non avrei potuto frequentare a Bergamo perché vivo tra Roma e Bergamo e allora faccio pratica da un avvocato che ha lo studio a Roma e a Napoli. Ma gliel’ho detto: con me non c’è da fare polemiche».

E  la pratica lei la fa a Roma o a Napoli?
«A Napoli».

E perché se abita a Roma e a Bergamo?
«Perché mi è stata data la possibilità di frequentare uno studio a Napoli. Mi era venuto comodo così».

L’onorevole chiude con fare brusco la telefonata. C’era ancora una domanda da farle: se ha cambiato residenza come prevede la legge.
 
da lastampa.it

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