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Autore Discussione: PopUlivismo: Arlecchino lancia il Movimento PopUlivista in ulivo.it  (Letto 19717 volte)
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« inserito:: Febbraio 01, 2008, 12:50:14 pm »

Arlecchino

Joined: 18 Jul 2002
Posts: 532

 Posted: 01 Feb 2008 08:42    Post subject: Populivismo come moralizzatore della politica   

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Dopo averlo "sbattuto" sul bordo della barca, come si fa con il polipo per ucciderlo mantenendolo "mangiabile" e averne distorto a piacimento dei partiti il significato fondante, l'Ulivo torna nel cestino delle inutili cose della politica italiana.

Però si dice gli uomini passano ma le idee restano.

Deve essere così. Facciamolo.

Ci sono parole che improvvisamente appaiono e scompaiono portandosi dietro significati diversi e a volte opposti.

Populismo è una di queste.

Leggendo dei moltissimi che l'hanno usata nel passato, dopo i Russi che l'hanno inventata, propongo:
perchè non facciamo nascere un "Movimento PopUlivista" con il preciso scopo di diffondere a livello popolare le ragioni e l'importanza che il cattolicesimo non integralista, il socialismo e gli ambientalisti seri e intelligenti, si uniscano per formare il concetto di buon governo.

Mi date un primo vostro parere?

Poi riempiremo il tutto di contenuti, città per città, paese per paese.

Se l'Ulivo non nasce alla base non rinascerà più.

ciaooooooo
 
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 01, 2008, 05:56:17 pm »

La civica è pronta a sfidare la Lega Nord in primavera.

Il leader David Borrelli: «Se vinciamo, i cittadini avranno un vero filo diretto con noi»

Grillo «benedice» la lista di Treviso

Il comico: cambieremo le cose.

Il candidato: sindaco in piazza ogni 15 giorni


«I piani del traffico e quelli regolatori saranno illustrati nelle vie del centro. Basta con i partiti»  Liste elettorali con il certificato del «V-Day»: Beppe Grillo lancia ufficialmente l’offensiva di primavera annunciando una rivoluzione anche a Treviso, dove i GrilliTreviso si presenteranno alle amministrative con il candidato sindaco David Borrelli. «Cominciamo dal basso - dice Grillo - con i cittadini che prendono possesso dei Comuni, poi andranno alle Regioni, poi in Parlamento. In quei posti dove ci saranno le amministrative quest’anno come Treviso, Pesaro e Brescia per le comunali qualcosa succederà certamente. Ci saranno le civiche con il certificato del V-Day».

E infatti i GrilliTreviso annunciano: «Se vinciamo il nostro sindaco sarà in piazza dei Signori, con tanto di gazebo, ogni 15 giorni per ascoltare la gente».

Beppe Grillo ieri ha smentito una sua diretta discesa nell’agone politico, ma allo stesso tempo ha benedetto definitivamente le liste civiche dei suoi supporters, i grillini, che stanno nascendo un po’ ovunque. Come a Treviso, dove ormai da diverse settimane è stata annunciata una lista dei GrilliTreviso, con candidato sindaco David Borrelli, per la chiamata alle urne di primavera. Una lista di blogger doc di Beppe Grillo, con tanto di bollino di certificazione «V-Day», in ricordo del Vaffa-day.

Sarà una scossa salutare per il panorama politico cittadino: tra accordi in atto nel centrodestra tra Lega e Polo e manovre ingessate nel centrosinistra, l’entrata in scena dei grillini potrebbe anche riscuotere un discreto successo, catalizzando i voti di chi ha perso la voglia di votare la «solita» politica. Borrelli anticipa qualche idea: «Appena avremo la data delle elezioni - dice il leader cittadino di GrilliTreviso - presenteremo la lista. Ma il programma è già pronto. E prevede, come filo conduttore, una dialogo vero tra amministratori e cittadini.
Proprio per questo, se vinceremo le elezioni, il nostro sindaco sarà in piazza dei Signori ogni 15 giorni per parlare con la gente, per raccogliere lamentele e suggerimenti. Ma tutto l’operato comunale sarà alla lice del sole: i piani regolatori o i piani del traffico, ad esempio, verranno esposti sempre in piazza. Vogliamo insomma dare vita a una vera democrazia partecipata. Oggi, invece, per i cittadini è praticamente impossibile arrivare a parlare con il proprio sindaco».

Alleanze elettorali? Al momento i GrilliTreviso intendono correre da soli, per evitare apparentamenti con i partiti tradizionali che potrebbero facilmente trascinarli nella routine della politica che vogliono smantellare. Di certo, il panorama è vario: GrilliTreviso è la quarta lista civica apartitica certa che scenderà in campo per le elezioni comunali di Treviso.

(31 gennaio 2008)

da espresso.repubblica.it
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« Risposta #2 inserito:: Febbraio 15, 2008, 09:15:00 pm »

PopUlivismo perchè?

Se il delegare ai politici ci ha portato alla situazione ante PD, perchè continuare soltanto a delegare e invece non chiedere un rapporto diretto tra la Base PD/Ulivista e il Leader?

Anche il populismo è un'arma della democrazia, usarla bene oppure male fa la differenza.

ciaooooooooooo

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« Risposta #3 inserito:: Marzo 08, 2008, 11:59:53 am »

Prodi con il suo governo ha fatto cose buone e positive compatibilmente con i suoi progetti e con ciò che gli è stato consentito di fare.

Ma la gente non lo sa a causa di una nostra cattiva comunicazione, che non deriva da incapacità di comunicare (almeno non soltanto) ma soprattutto dalla cultura "salottiera e di corridoio" che se ne infischia del dialogo con gli elettori.

Gossip politico e interessi spiccioli e meno spiccioli si fanno, ma la ricerca del dialogo coinvolgente con le persone che votano no...

Sarà ora di cambiare!

ciaooooooooooo
 
« Ultima modifica: Marzo 20, 2008, 10:24:27 am da Admin » Registrato
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« Risposta #4 inserito:: Marzo 08, 2008, 12:02:38 pm »

La Pg Tips è nata a Manchester.

Ma come colori sociali ha scelto quelli del Tricolore

Il logo Pd? Assomiglia a quello di un tè...

Insolita somiglianza tra il simbolo del partito di Veltroni e il marchio di una società alimentare inglese


MILANO - L'acronimo è verde e rosso su sfondo bianco ed è coposto di due semplici lettere in stampatello maiuscolo: la P e la G. Ma il Pg non è l'ennesimo nuovo partito che si affaccia sulla scena politica, bensì il logo di un famoso tè inglese. Tuttavia, se vi capitasse di averne una confezione tra le mani, a prima vista potreste anche scambiarla per un gadget della campagna elettorale del Pd di Walter Veltroni, tanto sono simili i due marchi. Ci sono pure le foglioline. E anche se non sono quelle dell'Ulivo veltroniano bensì quelle della pianta del te, contribuiscono a rendere la somiglianza molto marcata..

LE ORIGINI - La Pg Tips, la compagnia che commercializza il tè, ha origini antiche: venne fondata nel 1869 a Manchester da Arthur Broke. Il nome originario era Pre-Gest-Tee, per sottolineare come quella proposta fosse una miscela di tè adatta ad essere consumata prima della digestione. 
Tè e tricolore: è il binomio scelto da una società inglese
I rivenditori però iniziarono ad abbreviarne il nome in PG, sigla che da allora divenne marchio di fabbrica della società. La quale, come colori sociali, ha scelto proprio il bianco, il rosso e il verde che ricordano il tricolore italiano (ci sono pure in una delle immagini di sfondo del sito, dove una tazza verde e una rossa campeggiano su una tovaglia immacolata). Sarà anche per questo che l'associazione tra i due loghi appare spontanea.

LOGO E TRADIZIONI - Quello del Pd è nato dalla matita di un 25enne molisano, Nicola Storto, uno dei molti giovani a cui Veltroni si era rivolto nell'intenzione di ringiovanire l'immagine della sua formazione politica. «Un simbolo racconta l’identità di una comunità di donne e di uomini e credo che questo che abbiamo scelto racconti bene l'identità del Pd» aveva spiegato il segretario in occasione della cerimonia di presentazione del nuovo logo. Quel marchio, aveva detto Veltroni, non richiama solo il Tricolore, «ma anche tre grandi tradizioni: il verde del mondo laico e ambientalista, il bianco del cattolicesimo democratico, il rosso della cultura del lavoro». Evidentemente allora non sapeva che ce ne fosse anche una quarta: quella del tè delle cinque.


A.Sa.
07 marzo 2008

da corriere.it
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« Risposta #5 inserito:: Marzo 12, 2008, 11:08:25 am »

La gattina frettolosa mette al mondo micini ciechi... diceva un detto antico.

Ma dobbiamo ammettere che il PD di errori ne ha fatti pochi tenuto conto dei tempi occorsi per smontare il mondo politico italiano (governo Prodi compreso).

Veltroni nel gettare l'acqua sporca del governo con le sinistre ha gettato anche il "bambino Prodi", ma il bambino non si è fatto troppo male.

E' stato peggio per noi e per il Paese.

Staremo a vedere cosa siamo capaci di fare da adesso in poi.

Io ci sto... è una bella scommessa.

ggiannig 
« Ultima modifica: Marzo 27, 2008, 07:17:23 am da Admin » Registrato
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« Risposta #6 inserito:: Marzo 27, 2008, 07:32:02 am »

Martedì 26 Arlecchino ha iniziato una nuova esperienza "locale" (in Veneto).

La modifica pesante del territorio voluta dalla regione che condizionerebbe la vita di un piccolo comune, ha portato alla mobilitazione di un gruppo di cittadini contrari.

Una ventina e più di persone si sono riunite per discutere il da farsi, mi ha sorpreso la preparazione e la conoscenza dei diversi aspetti del provvedimento (compresi retroscena che destano sospetti di speculazioni) che hanno dimostrato i partecipanti.

Buon segno.

Una delle prime cose dichiarate nella riunione il voler affrontare il problema e la conseguente presa di posizione in modo trasversale ai partiti che non devono influenzare le azioni da intraprendere. Sarà così?

Fossimo capaci di farlo è segno che il Movimento PopUlivista, per come lovedo io nelsociale può esistere (no alle ideologie se si amministra il territorio ma pragmatismo e interessi comuni).

ciaooooooooo     
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« Risposta #7 inserito:: Aprile 02, 2008, 10:39:06 am »



... ghiaia del sottosulo di Montecchio Vicentino, Zermeghedo, Montebello Vicentino, dato che una legge regionale vieta l'apertura di nuove cave che fa?

Si inventa un pericolo d'alluvione a San Bonifacio (rischio di 1 ogni cento anni) per creare un invaso di pianura nei tre Comuni ed in tal modo portare via la preziosa ghiaia, senza neppure risarcire i proprietari dei terreni.

Altro rischio: avvicinarsi troppo alla falda (già mortificata da inquinamento da scarichi delle concerie) con uno scavo di oltre 8 metri.

Per finire si calcola che per i lavori la zona sopporterà un aumento di traffico di 500 camion di cava al giorno su strade giòoggi insufficienti per gli attuali 500 mezzi pesanti che le percorrono.

I cittadini interessati si stanno organizzando in modo trasversale rispetto al diverso colore politico delle tra Comuni... che bello!

Non potrebbe essere questo un esempio ente litteram d'impegno Pop-Ulivismo?

La protesta civile e democratica che sorge dalla base... staremo a vedere.

ciaooooooooooo

segue

ciaoooooooooooo 
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Maira
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« Risposta #8 inserito:: Aprile 07, 2008, 06:00:30 pm »

...

È la retorica dell'antipolitica che è entrata nella politica, ma anche nel linguaggio comune, spesso associata a un altro concetto: il 'populismo', che propone di superare i meccanismi tradizionali della mediazione e della rappresentanza, scardinando partiti e organizzazioni, per instaurare un rapporto diretto tra il leader ed il popolo.

Ricordo quando, durante la campagna elettorale delle presidenziali francesi, chiesero a Sarkozy: 'Cosa dice a coloro che l'accusano di essere un populista?'. Egli rispose: 'Nulla. Sono un rappresentante del popolo e parlo a nome del popolo'.

Ciò serve a rammentarci che non solo l'antipolitica, anche il populismo è parte della democrazia.

Per proseguire vorrei aggiungere che molte critiche espresse nei confronti dell'antipolitica nascono dal fatto che quando parliamo di politica e di democrazia abbiamo perlopiù in mente un modello specifico.

Quello espresso dai partiti di massa, ispirati da grandi identità: cristiana, socialista o comunista e laica.

Avevano una presenza forte nella società e sul territorio, attraverso sezioni, gruppi e associazioni.

Oggi quei partiti non ci sono più.

Il partito a cui si aderiva per atto di fede, in base a un grande progetto futuro, il partito teologico e teleologico: non c'è più.

...


DA Elvio Diamanti (La casta e l'antipolitica su espresso.repubblica.it)
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« Risposta #9 inserito:: Aprile 12, 2008, 10:53:01 am »

Stella29



Joined: 09 Feb 2008
Posts: 143

 Posted: 11 Apr 2008 23:34    Post subject:     

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Ecco il mio discorso!!!

Sono E.... B....,
studio Medicina all’Università di Catanzaro.

Sono qui stasera….per rappresentare con orgoglio la forza giovane
del Partito Democratico calabrese!

Ne ho avuto la possibilità ma ho soprattutto scelto , come tanti altri ragazzi,
di rimanere nella mia terra, perché è qui che sono nata e che sono cresciuta

ed è qui che voglio vivere e costruire il mio futuro

facendo la mia parte per lo sviluppo e la crescita del Sud!

E ‘ una bella scommessa …ma si può vincere…si deve vincere!




Essere su questo palco è la realizzazione di un mio piccolo sogno!

Devo ringraziare Doris Lo Moro perché le passioni vere, come la mia per

la politica,….sono frutto di esperienze emotivamente positive che hanno

radici lontane nel tempo…ero bambina quando ti ascoltavo tra la gente,con

la mia famiglia, davanti al palco e…ascoltavo anche te Marco ed …

ho sempre ammirato la vostra serietà e la vostra passione che,

evidentemente, mi avete trasmesso…

Ed…..in questa bellissima sera …sono accanto a voi. Finalmente!

Credo fortemente, che la nascita del Partito Democratico ci riconcili con la politica intesa nel senso più nobile …la politica del fare quotidiano e delle grandi idee!

Quella “bella politica” che nell’art 31 del nostro Statuto :

“Riconosce l’importanza, la ricchezza e l’originalità del contributo dei giovani nella vita del partito, promuove attivamente la formazione politica delle nuove generazioni e favorisce la partecipazione giovanile e una rappresentanza equilibrata di tutte le generazioni nella vita Istituzionale del Paese”

Chiedo, ma ne sono certa, l’impegno di Doris , Marco, Paolo e Piero
affinchè questo principio venga difeso e rispettato!





Ai giovani come me che amano la politica

a quelli si affacciano timidamente ma, ancora con più forza,

a quei ragazzi delusi dalla politica VORREI DIRE

che il Partito Democratico, grazie anche a NOI, alla nostra energia positiva

può diventare :

1. un luogo NON utopico, dove non ci si definisce né di destra , né di sinistra , né di centro ma DEMOCRATICI

2. un luogo , quindi, NON utopico dove ritrovarsi per condividere i valori comuni e i grandi progetti!




Kierkegaard scriveva:
L'epoca della rivoluzione è essenzialmente appassionata;
per questo HA essenzialmente forma!
L'epoca della rivoluzione è essenzialmente appassionata;
per questo HA essenzialmente cultura…
l’energia dell’interiorità è il metro di questa cultura vera !

La nostra rivoluzione riformista… deve essere lieve ma impetuosa!

Bisogna decidere, continua Kierkegaard,…… la decisione è SALVEZZA!




Il Partito Democratico vuole intraprendere con coraggio la politica della

decisione e ha bisogno di NOI, della nostra intelligenza , della nostra

capacità di saper rischiare e di saper osare per ottenere!

Ha bisogno di NOI per prendere quelle importanti decisioni che
permetteranno alla Calabria di diventare una regione dove finalmente ci

sarà possibilità di lavoro per tutti ,

dove si può studiare avendo le stesse opportunità di tutti i ragazzi d’Italia .

Decisioni importanti che permetteranno alla Calabria di avere le infrastrutture, le tecnologie , di avere centri di eccellenza …

e soprattutto delle decisioni che permetteranno in questa regione di affermare la Cultura della Legalità !







Ai miei giovani amici, che studiano, che lavorano
dico che tutto questo SI PUO’ FARE……

si possono avere sogni, che solo in questa terra sembrano ambiziosi
e trasformarli in realtà.

Dobbiamo pretendere da noi stessi di essere protagonisti della politica

e di questo cambiamento……… l’ottimismo non è solo guardare al di là

della situazione presente……ma è una forza vitale.

La forza di sperare quando gli altri si rassegnano,…..

di tenere la testa alta quando tutto sembra fallire.

E’ la forza che rivendica il futuro a sé.

Proprio come ha detto il nostro Premier Veltroni … il Partito Democratico è il FUTURO… L’UNICO TEMPO IN CUI è POSSIBILE ANDARE!

Con l’entusiasmo , l’ottimismo e la grinta….
che contraddistingue ogni donna

auguro al PARTITO DEMOCRATICO e alla nostra classe dirigente calabrese

una splendida e luminosa vittoria !

Sono,….anch’io come Walter, ottimista con il cuore e con la ragione.

Ci credo!

Ci spero !

Si può fare!


è andata benissimo!!
Sono commossa dai vostri messaggi!!!
Grazie
Si può fare


Vi bacio
Elvira
 

da www.forumista.net/forum
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« Risposta #10 inserito:: Aprile 12, 2008, 10:55:36 am »

... bella ciao.


CULTURA

Il brano fu portato in America da un musicista tzigano originario di Odessa

Ne esiste anche una versione operaia cantata dalle mondine dopo la guerra

Da ballata yiddish a inno partigiano il lungo viaggio di Bella ciao

dal nostro inviato JENNER MELETTI


 BORGO SAN LORENZO - In fin dei conti, svelare un segreto è costato solo due euro. "Nel giugno del 2006 ero al quartiere latino di Parigi, in un negozietto di dischi. Vedo un cd con il titolo: "Klezmer - Yiddish swing music", venti brani di varie orchestre. Lo compro, pagando appunto due euro. Dopo qualche settimana lo ascolto, mentre vado a lavorare in macchina. E all'improvviso, senza accorgermene, mi metto a cantare "Una mattina mi son svegliato / o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao...". Insomma, la musica era proprio quella di Bella ciao, la canzone dei partigiani. Mi fermo, leggo il titolo e l'esecutore del pezzo. C'è scritto: "Koilen (3'.30) - Mishka Ziganoff 1919". E allora ho cominciato il mio viaggio nel mondo yiddish e nella musica klezmer. Volevo sapere come una musica popolare ebraica nata nell'Europa dell'Est e poi emigrata negli Stati Uniti agli inizi del '900 fosse diventata la base dell'inno partigiano".

E' stata scritta tante volte, la "vera storia di Bella ciao". Ma Fausto Giovannardi, ingegnere a Borgo San Lorenzo e turista per caso a Parigi, ha scoperto un tassello importante: già nel 1919 il ritornello della canzone era suonato e inciso a New York. "Come poi sia arrivato in Italia - dice l'ingegnere - non è dato sapere. Forse l'ha portato un emigrante italiano tornato dagli Stati Uniti. Con quel cd in mano, copia dell'incisione del 1919, mi sono dato da fare e ho trovato un aiuto prezioso da parte di tanti docenti inglesi e americani. Martin Schwartz dell'università della California a Berkeley mi ha spiegato che la melodia di Koilen ha un distinto suono russo ed è forse originata da una canzone folk yiddish. Rod Hamilton, della The British Library di Londra sostiene che Mishka Ziganoff era un ebreo originario dell'est Europa, probabilmente russo e la canzone Koilen è una versione della canzone yiddish "Dus Zekele Koilen", una piccola borsa di carbone, di cui esistono almeno due registrazioni, una del 1921 di Abraham Moskowitz e una del 1922 di Morris Goldstein. Da Cornelius Van Sliedregt, musicista dell'olandese KLZMR band, ho la conferma che Koilen (ma anche koilin, koyln o koylyn) è stata registrata da Mishka Ziganoff (ma anche Tziganoff o Tsiganoff) nell'ottobre del 1919 a New York.

Dice anche che è un pezzo basato su una canzone yiddish il cui titolo completo è "the little bag of coal", la piccola borsa di carbone".

Più di un anno di lavoro. "La Maxwell Street Klezmer Band di Harvard Terrace, negli Stati Uniti, ha in repertorio "Koylin" e trovare lo spartito diventa semplice. Provo a suonare la melodia... E' proprio la Koilen di Mishka Tsiganoff. Ma resta un dubbio. Come può uno che si chiama Tsiganoff (tzigano) essere ebreo? La risposta arriva da Ernie Gruner, un australiano capobanda Klezmer: Mishka Tsiganoff era un "Cristian gypsy accordionist", un fisarmonicista zingaro cristiano, nato a Odessa, che aprì un ristorante a New York: parlava correttamente l'yiddish e lavorava come musicista klezmer". Del resto, la storia di Bella ciao è sempre stata travagliata. La canzone diventa inno "ufficiale" della Resistenza solo vent'anni dopo la fine della guerra.

"Prima del '45 la cantavano - dice Luciano Granozzi, docente di Storia contemporanea all'università di Catania - solo alcuni gruppi di partigiani nel modenese e attorno a Bologna. La canzone più amata dai partigiani era "Fischia il vento". Ma era troppo "comunista". Innanzitutto era innestata sull'aria di una canzonetta sovietica del 1938, dedicata alla bella Katiuscia. E le parole non si prestavano ad equivoci. "Fischia il vento / infuria la bufera /scarpe rotte e pur bisogna andar / a conquistare la rossa primavera / dove sorge il sol dell'avvenir". E così, mentre stanno iniziando i governi di centro sinistra, Bella ciao quasi cancella Fischia il vento. Era politicamente corretta e con il suo riferimento all'"invasor" andava bene non solo al Psi, ma anche alla Dc e persino alle Forze armate. Questa "vittoria" di Bella ciao è stata studiata bene da Cesare Bermani, autore di uno scritto pionieristico sul canto sociale in Italia, che ha parlato di "invenzione di una tradizione". E poi, a consacrare il tutto, è arrivata Giovanna Daffini".

La "voce delle mondine", a Gualtieri di Reggio Emilia nel 1962 davanti al microfono di Gianni Bosio e Roberto Leydi aveva cantato una versione di Bella Ciao nella quale non si parlava di invasori e di partigiani, ma di una giornata di lavoro delle mondine. Aveva detto che l'aveva imparata nelle risaie di Vercelli e Novara, dove era mondariso prima della seconda guerra mondiale. "Alla mattina, appena alzate / o bella ciao, bella ciao, ciao, ciao / alla mattina, appena alzate / là giù in risaia ci tocca andar". "Ai ricercatori non parve vero - dice il professor Granozzi - di avere trovato l'anello di congiunzione fra un inno di lotta, espressione delle coscienza antifascista, e un precedente canto del lavoro proveniente dal mondo contadino.

La consacrazione avviene nel 1964, quando il Nuovo Canzoniere Italiano presenta a Spoleto uno spettacolo dal titolo "Bella ciao", in cui la canzone delle mondine apre il recital e quella dei partigiani lo chiude". I guai arrivano subito dopo. "Nel maggio 1965 - cito sempre il lavoro di Cesare Bermani - in una lettera all'Unità Vasco Scansani, anche lui di Gualtieri, racconta che le parole di Bella ciao delle mondine le ha scritte lui, non prima della guerra, ma nel 1951, in una gara fra cori di mondariso, e che la Daffini gli ha chiesto le parole. I ricercatori tornano al lavoro e dicono che comunque tracce di Bella ciao si trovano anche prima della seconda guerra. Forse la musica era presente in qualche canzone delle mondine, ma non c'erano certo le parole cantate dalla Daffini, scritte quando i tedeschi invasor erano stati cacciati da un bel pezzo dall'Italia". "Una mattina mi sono alzata...".

Fino a quando ci sarà ricordo dei "ribelli per amore", si alzeranno le note di Bella Ciao, diventato inno quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi. "Bella Ciao? Forse le cantavano - dice William Michelini, gappista, presidente dell'Anpi di Bologna - quelli che erano in alta montagna. Noi gappisti di città e partigiani di pianura, gomito a gomito con fascisti e nazisti, non potevamo certo metterci a cantare".

(12 aprile 2008)

da repubblica.it
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« Risposta #11 inserito:: Aprile 12, 2008, 09:45:24 pm »

CRONACA

L'anziano è deceduto stamattina, altre quattro persone ricoverate al Cattinara

Si sospetta che l'avvelenamento collettivo sia dovuto a cibo guasto

Un morto e cinquanta intossicati

In una casa di riposo di Trieste

 
TRIESTE - Un anziano è morto stamattina a causa di un'intossicazione alimentare. L'uomo, come un'altra cinquantina di ospiti della casa di riposo Bartoli, ha accusato diarrea e vomito. Altri quattro anziani sono stati ricoverati d'urgenza al pronto soccorso.

I sospetti si stanno accentrando sulla cena servita ieri nell'istituto alla periferia della città. Il personale dell'azienda sanitaria ha prelevato campioni di cibo, tra cui porzioni di baccalà mantecato, per compiere le analisi. Sul posto sono giunti gli esperti della Polizia Scientifica della Questura di Trieste che stanno analizzando con particolare attenzione il luogo.

"La vittima - ha riferito l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Trieste, Carlo Grilli - è un uomo. Le persone che si sono sentite male sono una cinquantina, quattro delle quali ricoverate nell'ospedale di Cattinara. Gli anziani hanno cominciato a sentirsi male nel corso della notte e sono stati assistiti dal personale sanitario della casa di riposo, al quale si è aggiunto quello dell'Azienda Sanitaria. Gli accertamenti sono concentrati sulla cena di ieri, durante la quale sono state servite varie bevande e pietanze, fra le quali anche del baccalà mantencato".

(12 aprile 2008)

da repubblica.it
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« Risposta #12 inserito:: Aprile 12, 2008, 09:47:22 pm »

VICENZA LA PIÙ COLPITA
 
 
Venezia
Si chiama "norovirus", è una vecchia conoscenza e sta mettendo in ginocchio il Veneto. Il primo allarme è arrivato da Vicenza: i reparti di medicina dell'ospedale San Bortolo (nella foto) sono stati messi ko da una vera e propria epidemia di gastroenterite che ha colpito il personale, al punto tale che sono state chiuse diverse stanze di degenza per consentire la sterilizzazione dei locali. I pazienti sono stati spostati in altri reparti, ma sopratutto buona parte del personale è rimasto a casa.

«È la prima volta che ci capita - sottolinea il direttore generale Antonio Alessandri - Ed è per fugare il dubbio che si potesse trattare di una infezione da salmonella, che abbiamo affidato gli esami al centro padovano del professor Palù».L'epidemia non è però solo vicentina, ma si sta muovendo a macchia di leopardo attraverso tutta la regione, con una particolare recrudescenza nella fascia che va da Vicenza a Padova e prosegue verso il basso Veneto. La patologia sta colpendo soprattutto la popolazione più giovane o debilitata, con particolare violenza i bambini.

Colpevole di questa epidemia è un microrganismo che vive nell'acqua stagnante, ha una rapidissima diffusione da uomo a uomo anche attraverso le mani e provoca febbre altissima, dissenteria e vomito. Gli effetti nefasti durano pochi giorni, ma il suo esordio è quasi sempre violentissimo.

Per il Direttore Sanitario dell'Asl di Vicenza, il dottor Eugenio Fantuz, la situazione è sotto controllo, anche se sono in corso gli accertamenti microbiologici per verificare se tutti i casi siano legati al medesimo agente infettivo (norovirus appunto).

«Si stanno attuando tutte le procedure previste dai protocolli di intervento per tali evenienze. - spiega il direttore sanitario - La situazione è monitorata dalla Direzione Medica Ospedaliera che è costantemente in contatto con i Dirigenti medici dei reparti di Malattie Infettive e di Microbiologia, per gli aggiornamenti ed i provvedimenti che si rendessero necessari».

Come già era avvenuto per la meningite, le indagini del caso sono state affidate al centro padovano di tipizzazione diretto dal professor Giorgio Palù. Il norovirus è infatti abbastanza diffuso e ha anche un modello di infezione abbastanza particolare: in questo momento ad esempio ha colpito oltre 23 milioni di americani. Dall'ospedale Vicenza ritengono comunque che l'infezione sia arrivata dall'esterno attraverso un ben preciso canale. «Vive nell'acqua non pulita - sottolinea il direttore sanitario - e si trasmette attraverso gli alimenti o bevande contaminate, l'acqua stessa, le mani non pulite di chi è infetto. Certo il fatto che si sia diffusa con così tanta rapidità, che abbia colpito il personale al punto tale che abbiamo dovuto ridurre la capienza di alcuni reparti, ha creato qualche sospetto, anche se la situazione si sta normalizzando e i dubbi sono stati fugati».

Ma se l'ospedale di Vicenza ha qualche gatta da pelare il territorio di certo non sta meglio: gastroenteriti a raffica infatti anche nel padovano, soprattutto tra i bambini.

«In effetti in questo periodo ne stiamo vedendo più del solito. La particolarità di questa patologia è che ha colpito famiglie intere - spiega il dottor Giuseppe Giancola, Fimp (Federazione italiana medici pediatri) - Purtroppo i bambini si disidratano molto facilmente e quindi necessitano di una immediata reidratazione che deve quasi sempre avvenire in ambito ospedaliero».

«Questo virus è responsabile del 90 per cento delle gastroenteriti - spiega il professor Palù - Infezioni che generano più frequentemente nelle comunità. L'epidemia più grave che si ricordi è stata regitrata tra gli evacuati dell'uragano Katrina nel 2005. Si tratta comunque di un virus ad evoluzione benigna, anche se ha un esordio molto violento, per il quale non esiste allo stato attuale un vaccino».

Daniela Boresi
 
da gazzettino.quinordest.it
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« Risposta #13 inserito:: Aprile 13, 2008, 12:31:50 pm »

Croazia, corteo contro il caro-vita: 20mila in piazza a Zagabria


«Tutti insieme per l'aumento del salario».



Con questo slogan sono scesi in piazza più di 20mila persone a Zagabria.

La manifestazione, nonostante la pioggia battente e il freddo, organizzata dai sindacati per chiedere un adeguamento al costo della vita.

Gli ultimi dati, infatti, indicano che i prezzi sono aumentati negli ultimi 12 mesi del 7,6 per cento. «È stata un successo», ha detto gli organizzatori subito dopo il comizio finale.

Per l'emittente croata Hrt è stata la manifestazione più grande dell'ultimo decennio. Anche il presidente Stjepan Mesic avrebbe voluto partecipare ma, secondo i media, gli organizzatori non lo hanno accettato.

Pubblicato il: 12.04.08
Modificato il: 12.04.08 alle ore 17.13   
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« Risposta #14 inserito:: Aprile 13, 2008, 12:35:20 pm »

ESTERI

Il presidente Usa in un'intervista a AbcNews ha ammesso di aver approvato anche l'uso del "waterboarding" considerato legale.

Rice presiedette le riunioni

Torture, Bush sapeva e le autorizzò "Contro i terroristi tecniche dure"

 
NEW YORK - Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, pur non avendo mai partecipato alle riunioni, sapeva che i suoi consiglieri per la sicurezza nazionale avevano discusso e approvato tecniche dure di interrogatorio usate dalla Cia per far parlare alcuni pezzi grossi di al Qaeda: lo ha detto lo stesso presidente in un'intervista alla AbcNews. "Cominciammo studiare cosa fare per proteggere il popolo americano. Sapevo che il Consiglio di Sicurezza si era incontrato su questo argomento e avevo approvato", ha detto Bush.

Secondo la Abc i vertici dell'amministrazione discussero e approvarono nei dettagli metodi come il "waterboarding" (che produce in chi lo subisce la sensazione di annegare) e altre tecniche, come gli schiaffi e la privazione del sonno, in una serie di riunioni presiedute dall'allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleezza Rice.

Bush ha difeso con la Abc la tecnica del "waterboarding": "Avevamo pareri legali che ci autorizzavano a usarlo. E no, non avevo alcun problema nel cercare di capire cosa sapeva Khalid Sheikh Mohammed. E' importante che gli americani sappiano chi è. E' la persona che ha ordinato le stragi dell'11 settembre".

Con la Rice parteciparono alle riunioni nella Situation Room della Casa Bianca il vice-presidente Dick Cheney, il segretario di stato Colin Powell, il capo del Pentagono Donald Rumsfeld, il ministro della Giustizia John Ashcroft, il capo della Cia George Tenet. Le discussioni, secondo la AbcNews, durarono mesi. Non tutti si dissero d'accordo: in particolare dissensi furono sollevati da Powell e da Ashcroft, che pure era considerato un falco.

Secondo la AbcNews nelle riunioni le tecniche di tortura furono affrontate nei minimi dettagli e in alcuni casi le maniere forti furono addirittura "coreografate". Si parlò anche del numero di volte che gli agenti della Cia avrebbero potuto usare un singolo metodo. Vennero varate anche tattiche "combinate": l'uso di più di una tortura su un singolo detenuto per spezzare la resistenza di presunti terroristi considerati ossi particolarmente duri.

Contattati dalla Abc i portavoce di Tenet e Rumsfeld non hanno voluto rispondere. La Casa Bianca ha fatto lo stesso per Cheney e la Rice. Ashcroft non è stato raggiunto. Powell ha detto alla Abc di "non ricordare", ma di "non esser cosciente che si è parlato di metodi illegali".

(13 aprile 2008)

da repubblica.it
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