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Autore Discussione: Il procuratore ha parlato di fatti gravissimi ma anche di polemiche strumentali  (Letto 3699 volte)
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« inserito:: Marzo 06, 2024, 07:05:20 pm »

Melillo ascoltato sul caso dossieraggio, evitare il rischio di letture strumentali
Il procuratore ha parlato di "fatti gravissimi" ma anche di "polemiche strumentali"
06 marzo 2024

GIOVANNI MELILLO
ANTIMAFIA DOSSIERAGGIO PROCURA PERUGIA
AGI - "La nostra richiesta di essere auditi nasce da un semplice, sincero spirito di collaborazione istituzionale che crediamo sia doveroso" e "la richiesta di convocazione nasce anche da un'esigenza dell'interesse pubblico a una informazione completa e obiettiva, che eviti letture strumentali e insinuazioni". Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, nel corso dell'audizione davanti alla commissione antimafia riguardante l'inchiesta dei Pm di Perugia su una presunto dossieraggio ai danni di politici, vip e imprenditori. Nell'ambito dell'inchiesta sono indagate 15 persone, tra cui un finanziere della Dna che avrebbe effettuato diversi accessi alle banche dati per fini non investigativi e tre giornalisti del quotidiano Domani.
"Per non parlare - ha aggiunto il procuratore - delle punte di scomposta polemica che sembrano mirate non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all'avanzamento degli equilibri del sistema ma a incrinare l'immagine dell'ufficio e a delegittimare l'idea di istituzioni neutrali come la procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d'Italia".
"Tutto ciò non toglie nulla alla gravità delle cose in corso di individuazione nell'inchiesta del collega Cantone, che è estrema. Ma è estrema anche la complessità dell'uso delle banche dati nelle quali confluiscono queste e non meno delicate informazioni che è necessario raccogliere a fini di prevenzione e repressione dei reati".
I pm umbri vogliono capire se la fuga di informazioni è stata utilizzata solo a fini giornalistici o anche per altro scopi. Tra gli 'spiati' Crosetto e altri quattro ministri, Marta Fascina, Fedez e Massimiliano Allegri
"Le segnalazioni di operazioni sospette sono strumenti essenziali nel campo della lotta alla mafia e al finanziamento del terrorismo e per l'impulso e il coordinamento investigativo del mio ufficio. Ma sono anche strumenti delicatissimi, contenenti dati, notizie e informazioni in grado di profilare chiunque, inclusa la natura delle sue relazioni personali e sociali. Il corollario è che nell'uso deve esserci massimo rigore nelle procedure di accesso e controllo, nei limiti delle attribuzioni delle singole istituzioni coinvolte" e ha ribadito "senza tema di smentita, la consapevolezza della delicatezza di uno strumento come quello delle Sos e il rispetto delle regole sin dal primo giorno del mio incarico hanno guidato l'esercizio delle mie responsabilità. Ma non basta enunciare le regole, bisogna monitorarne la quotidiana e concreta attuazione".
"Straordinaria debolezza delle reti informatiche"
"Va sottolineata la straordinaria debolezza delle nostre reti informatiche, soprattutto dell'amministrazione della giustizia. E questo non solo davanti agli attacchi - interni o esterni - a dati riservati ma per la oggettiva sproporzione tra la dimensione digitale della criminalità e del terrorismo e le capacità di contrasto del nostro sistema di law enforcement. Già oggi, anzi da tempo, ritengo impossibile indagare efficacemente contro mafie e terrorismo senza governare adeguatamente la dimensione cibernetica" ha sottolineato il procuratore "Nel giugno '22, quando ho assunto anche direttamente la responsabilità delle risorse tecnologiche, dei flussi e della sicurezza dell'ufficio, chiesi all'Ispettorato generale del ministero della Giustizia una ispezione sullo stato dell'informatizzazione e degli applicativi in uso alla Dna: ne emersero un quadro di preoccupante vulnerabilità e tutta una serie di criticità di tipo organizzativo, strutturale e di sicurezza, unite a una generale obsolescenza dei software che esponevano ad attacchi le postazioni dei singoli magistrati, me compreso. Il fatto che avrebbero potuto esserci attacchi - ha concluso il procuratore - non significa che tali attacchi ci siano stati, anzi possiamo escludere che ci siano stati ma questo non può tranquillizzarci".

https://www.agi.it/cronaca/news/2024-03-06/giovanni-melillo-cosa-ha-detto-in-commissione-antimafia-25595154/
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 06, 2024, 07:12:02 pm »

Le strumentalizzazioni, il Male peggiore inflitto ai cittadini.

Noi siamo circondati da falsità arroganza, disinformazione e la nostra indifferenza é complice dei malfattori in politica.

ggg
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« Risposta #2 inserito:: Marzo 06, 2024, 07:28:16 pm »

L'inchiesta sul dossieraggio si allarga. Melillo e Cantone chiedono di essere sentiti e intanto la politica insorge
I pm umbri vogliono capire se la fuga di informazioni è stata utilizzata solo a fini giornalistici o anche per altro scopi. Tra gli 'spiati' Crosetto e altri quattro ministri, Marta Fascina, Fedez e Massimiliano Allegri

Edoardo Izzo, Sara Dellabella
04 marzo 2024

Agf - Guido Crosetto

DOSSIERAGGIO GUIDO CROSETTO GIOVANNI TIZIANNELLO TROCCHIA STEFANO VERGINE RAFFAELE CANTONE

AGI - Si allarga l'inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio ai danni di politici e vip. Regista dell'operazione di spionaggio un luogotenente della Guardia di Finanza: Pasquale Striano. Il militare, in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è accusato di almeno 800 accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell'antimafia con il solo scopo di reperire informazioni. Ma cosa faceva il militare delle informazioni acquisite? Al momento non è stata trovata la pistola fumante: i dossier su personalità delle istituzioni o politici sono dunque solo un'ipotesi.

Certo è che sono 15 le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, tre giornalisti de "Il Domani" e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni. I tre giornalisti indagati, anche se non hanno ricevuto nessun avviso di garanzia, sono Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, componenti del pool inchieste del quotidiano guidato da Emiliano Fittipaldi che oggi firma un editoriale dal titolo "Un pericoloso attacco alla libertà di stampa" dove sostiene "secondo i pm guidati da Raffaele Cantone realizzare inchieste giornalistiche con l'ausilio di carte vere ottenute da fonti giudiziarie è reato: per le fughe di notizie i giornalisti di Domani rischiano ora fino a cinque anni di carcere".

A far partire le indagini è stato un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto alla procura di Roma a seguito di un articolo pubblicato proprio su "Il Domani" sui compensi ricevuti per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo. La fuga di informazioni non ha riguardato solo il ministro, ma anche altri politici e i pm umbri, competenti per materia, vogliono capire se queste notizie siano state usate solo per fini giornalistici o anche per altre utilità.
E tra gli 'spiati', oltre al ministro Crosetto, ci sarebbero il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso insieme a Marta Fascina, parlamentare e compagna di Silvio Berlusconi, gli ex presidenti del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Renzi, i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo e Massimiliano Allegri.

Melillo e Cantone chiedono audizione a Csm, Antimafia e Copasir
"Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l'urgenza del caso, l’opportunità di disporre l'audizione degli scriventi al fine di rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al cd. dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni". È il testo della lettera con cui il Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, chiedono al Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente della Commissione parlamentare Antimafia e al Presidente del Copasir, di essere auditi, nell'ambito dell'inchiesta sul dossieraggio di politici, ministri e vip.

Salvini: "Una vergogna di stampo sovietico"
"Una vergogna di stampo sovietico". È come il vicepremier Matteo Salvini, ha definito l'inchiesta sul dossieraggio ai vip, parlando questa mattina a Genova all'avvio dei cantieri del Tunnel subportuale. Il vicepremier ha definito "vergognose le ricostruzioni che danno pezzi di Stato che lavorano contro altri pezzi di Stato, ascoltando, spiando, dossierando, anche qualcuno che è seduto qui in sala" ha fatto notare Salvini, riferendosi al governatore ligure Giovanni Toti, che sarebbe tra i politici finiti tra le carte dei dossier.

Renzi, spiare avversari è roba da dittatura sudamericana
"A proposito di rapporti tra mondo dell'informazione e giustizia, emergono particolari preoccupanti su un presunto dossieraggio ai danni di avversari politici. Quello che mi colpisce è che io denunciai subito quello che avvenne a me nel novembre 2019 ma la Procura di Firenze - stranamente - archiviò la mia denuncia. Oggi invece si scopre che c'era un sistema perverso: ho spiegato al Tg1 ieri che spiare i cittadini è illegale, spiare gli avversari politici è roba da dittatura sudamericana". Lo scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, nella Enews.

Donzelli, chiarire chi sono i mandanti
Dell'inchiesta "non posso parlare da esponente del Copasir, ma da parlamentare sono profondamente indignato da questi dossieraggi: è una roba indecente, che mina la democrazia". Lo dice, intervistato da La Stampa, il deputato e responsabile Organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli.
"Non ci si può fermare ai funzionari infedeli nella Guardia di finanza o in procura, bisogna chiarire chi sono i mandanti, a partire da chi ha pubblicato quella spazzatura. Guarda caso, solo il materiale utile ad attaccare esponenti di centro destra", sottolinea.

Foti, silenzio assordante da sinistra
La parte "politicamente rilevante della vicenda" degli accessi abusivi alla banca dati della Direzione nazionale antimafia "è quella dei mandanti". A dirlo, intervistato dal Corriere della Sera, Tommaso Foti, uno dei politici "spiati", capogruppo di FdI alla Camera.
"Gran parte delle persone scrutate appartengono al centrodestra - rileva - e l'attività è stata serrata prima delle elezioni e prima della costituzione del governo".
Il M5S ha fatto sapere che tra gli 'scrutati' c'era Giuseppe Conte..."Non lo so - la risposta di Foti - devo dire che su questa vicenda assai preoccupante cè stato un silenzio assordante da sinistra. Mi chiedo: cosa avrebbero detto se queste attività avessero visto coinvolte persone appartenenti in prevalenza alla sinistra?".
E se il procuratore antimafia e quello di Perugia hanno chiesto di essere sentiti dal Copasir, dal Csm e dalla commissione Antimafia "significa probabilmente che c'è più di quel che sappiamo".
"Sono vicende che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Mi pare comunque chiaro che l'obiettivo fosse quello di spiare la vita di personalità del mondo politico, e non solo. L'intento evidente è quello di utilizzare tali informazioni in modo opaco".
Quanto ai giornalisti, "in ogni attività, gli atti devono essere guidati dalla deontologia. Ma qui, i limiti della deontologia mi pare siano superati del tutto", conclude Foti.

Da - https://www.agi.it/cronaca/news/2024-03-02/cosa-inchiesta-dossieraggio-crosetto-25539048/
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