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Autore Discussione: Conversazione con Adriano Sofri  (Letto 1166 volte)
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« inserito:: Dicembre 13, 2022, 10:57:22 pm »

 Giuseppe Ravera ha risposto a un commento.


Conversazione con Adriano Sofri
 
Dì: Mi arrendo

Ho pubblicato un lungo pezzo immaginando discretamente i sentimenti del Papa. Poco dopo l’ho visto piangere davanti alla sua Immacolata, e scusarsi con lei di non averle portato il dono in cui aveva confidato. Un cedimento della paternità, ma niente è fraterno come un pianto infrenato di vecchio uomo. Un’ammissione di impotenza, si è detto. Il contrario dell’impotenza è la potenza, il peggiore dei nomi cui accostare un pastore “con l’odore delle pecore”. Nella inclinazione a risparmiarsi per l’avvenire, per potersi fare tramiti e costruttori di pace, c’è una tentazione di superbia, di potenza, e un cedimento ai giochi di parole, equidistanza equivicinanza... Le spalle di un vecchio Papa scosse dai singhiozzi, per il dolore e la sconfitta, non sono più disperanti di una pretesa, un’illusione, alla titolarità del negoziato e della pacificazione.
Nello stesso giorno, ho trovato sul Fatto – il luogo che il Papa ringraziava per l’ “ampia risonanza” alle sue parole – l’elogio alle parole di Alessandro Orsini, ospite d’onore dei francescani romani: “Stiamo promettendo due Natali di morte ai bambini ucraini se inviamo armi”. Non avevo ancora letto parole così ributtanti.
Infine, non seguo abbastanza le espressioni della pubblica opinione, non so, dunque, se e chi abbia ammonito che la mancata resa della gente iraniana e curda sta condannando i suoi bambini a un destino di morte.
Nell’educazione maschile – maschile e basta, non occorre aggiungere né virile né maschilista: semplicemente maschile – della mia e di innumerevoli generazioni antenate c’è un bambino sopraffatto da uno più grande e grosso che gli intima: “Di’ ‘mi arrendo!’”. Il piccolo cede, o resiste, o non ce la fa più a resistere e soccombe e mormora piangendo: “Mi arrendo...”. L’altro gli sta ancora più addosso, gli stringe la gola, gli ordina: “Più forte, non ho sentito, dillo più forte!” Sono maschi ambedue, il prepotente e il piccolo orgoglioso che resiste fino a che ce la fa.
Questa scena madre non è completa. Attorno si è fatta una piccola folla di altri bambini e ragazzi più grandi. Alcuni ridono, alcuni incitano l’uno o l’altro, bambine stanno più distanti. Alcuni gridano al piccolo, sghignazzando: “Arrenditi, scemo!”
Un momento: nemmeno così è finita. Fra i più grandi spettatori può essercene qualcuno che simpatizza per il piccolo, il suo coraggio, il suo amor proprio. Che lo incita: “Non ti arrendere!” E non gli dà una mano, né interviene a dividerli.
In quanti modi si può partecipare o assistere a un’aggressione d’infanzia a un’uscita di scuola.
(Poi ci sono le bambine. Viene il giorno in cui, armate dei loro capelli, non si arrendono).

Commenti: 78
 




Giorgio Sabato Ferrari
Io incoraggerei Papa Francesco, il Papa gesuita che ha sbagliato tutto, ma proprio tutto (anche negli affari, vedi Becciu e il conto personale in Svizzera). Sta facendo più lui, da solo, per distruggere la chiesa cattolica che secoli e secoli di atei razionalisti. La chiesa cattolica non conta più nulla nel mondo e la guerra in Ucraina è stata un'impietosa cartina tornasole. La sottomissione alla Cina (vedi cardinale Joseph Zen Ze-kiun). La chiesa tedesca vicina allo scisma, la chiesa americana che ormai non lo ascolta più. Bergoglio doveva andare a Kyiv non annunciarlo e poi cambiare idea. Non basta mandare l'elemosiniere. L'errore più grave è la ri-consacrazione della Russia al cuore Immacolato di Gesù (gli ortodossi non riconoscono alcuna validità al dogma del 1854). Adesso è tardi, può solo continuare a blaterare di "martoriata Ucraina", nascondersi a se stesso, ingannare se stesso pretendendo di ingannare gli altri. Cercare l'ammirazione della gente piangendo davanti a tutti. L'ipocrisia è il peccato peggiore...
 
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Giuseppe Ravera
Giorgio Sabato Ferrari Non credo che Bergoglio sia tacciabile d'ipocrisia. Mi pare invece indiscutibile che l'uomo che viene dall'altra parte del mondo stia scontentando un po' tutti accompagnando la sua Chiesa in quel percorso (inarrestabile?) di marginalità e insignificanza che il vigoroso anticomunismo del suo predecessore - il Papa medievale - pareva aver in qualche modo contenuto. Un povero uomo solo, malandato e vecchio prigioniero delle sue contraddizioni.

da Facebook 10 dicembre 2022
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