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Autore Discussione: Putin non sta sventrando l'Ucraina, sta sventrando la Russia.  (Letto 1230 volte)
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« inserito:: Settembre 15, 2022, 11:30:19 am »


Jack Daniel

"Non importa quanto muti la situazione internazionale, noi continueremo ad assicurare il nostro sostegno al Kazahstan nel proteggere la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, così come sosterremo le riforme che state portando avanti per assicurare stabilità e sviluppo, e ci opponiamo alle interferenze di qualunque potenza negli affari interni del vostro Paese". Così parlò Xi alle autorità locali, al suo arrivo in Kazahstan, (https://tinyurl.com/2w75e83y ) la prima visita estera in era post Covid, in una Nazione storicamente alleata di ferro della Russia.
Ex stato membro dell'URSS, alla caduta del muro in Kazahstan prese il potere Nursultan Nazarbaev, esponente locale del partito comunista sovietico che, un po' come Lukashenko in Bielorussia, divenne il padrone incontrastato del Paese, tanto da cambiare, in un afflato di modestia, il nome della neocapitale Astana nel suo, in Nursultan. Affrontò diverse elezioni, tutte vinte con percentuali oscillanti tra il 90 e il 98% e poco importa che osservatori internazionali, per usare eufemismi, le considerassero non esattamente regolari.

Tutto ciò sino al 2019 quando Nursultan cedette il potere ad un suo protetto, Tomayev, mantenendo, però, ruoli chiave da padre padrone tra cui, oltre la capitale a sé intestata, una sorta di immunità perpetua. In tutti questi anni l'alleanza con la Russia è sempre stata strettissima tanto che, a inizio di quest'anno, in seguito a proteste di piazza contro il carovita, il nuovo presidente Tomayev chiese l'intervento della Russia per sedare le rivolte e tranquillizzare la situazione. Eravamo a gennaio, e da allora, anche se sono passati solo otto mesi, sembra passata un'era perché, un mese dopo, la Russia invade l'Ucraina. La posizione di Tomayev appare subito sfumata: il Kazahstan, da sempre alleato fedele, comincia a porre dubbi e il sostegno alla Russia si intiepedisce. Niente di troppo clamoroso, ma è rimarcare qualche distinguo (https://tinyurl.com/2p8f9rjz ).
In questi giorni la visita di Xi, e la sua profferta di amicizia e di protezione nel caso qualche potenza straniera voglia minare integrità e indipendenza del Paese. E quale mai può essere la potenza straniera che potrebbe attentare alla sovranità del Kazahstan? La Nuova Zelanda? Le Isole Tonga? Non credo. Nel frattempo, marcia indietro, la capitale non si chiamerà più Nursultan, in omaggio al vecchio padre padrone, da sempre l'alleato fedele di Mosca, ma ritornerà a chiamarsi Astana.

Nel frattempo, in questi stessi giorni, è ripreso il secolare conflitto tra Armeni e Azeri, conflitto che negli ultimi anni è rimasto silente perché la Russia, schierata con gli armeni, ha messo un tappo alle tensioni mandando truppe ai confini. In queste ore gli azeri (amiconi dei turchi) hanno ripreso a bombardare il territorio armeno colpendo anche qualche posto di frontiera presidiato dai Servizi russi (https://tinyurl.com/mpcha7vn ). Ma si segnalano scontri anche al di là del Caspio, tra Kyrgyzstan e Tajikistan (https://tinyurl.com/u2vux7k4) poco dopo che i Kirgizi avevano mostrato con grande orgoglio i nuovi droni Bayraktar comprati dalla Turchia. Entambe, Kyrgyzstan e Tajikistan, fanno parte, insieme al Kazahstan e all'Armenia, del CSTO, un'alleanza militare, e una sorta di Commonwealth, dominato dalla Russia che così ha riaffermato il suo ruolo egemone nella Regione nei decenni post sovietici.

Si tratta di vicende che hanno un comun denominatore: cominciano i grandi giochi post Ucraina. Perché, comunque vada a finire il conflitto ucraino, alcune cose sono ormai ben chiare: la Russia si è rivelata una tigre di carta. La seconda potenza militare al mondo, che si immaginava dovesse sventrare l'Ucraina in poche settimane se non giorni, non solo non sta riuscendo, per ora, nel suo compito ma, anzi, vedi Izyum, subisce pesanti rovesci. Non definitivi, certamente, e non conclusivi: l'esito finale della guerra è tutto fuorché scritto. Fatto sta che il secondo esercito al mondo quello che, secondo la sua autonarrazione, sarebbe stato in grado di tener testa a tutti gli eserciti NATO, non riesce a spuntarla contro le forze armate ucraine che combattono con un decimo di armamenti NATO. Non vi sono, infatti, carrarmati occidentali in Ucraina, né aerei di alcun tipo, né flotte occidentali in Mar Nero. Né, soprattutto, personale militare NATO combattente. Nonostante ciò, la Russia arranca, se non peggio.

Quello che succede è quindi logico e prevedibile. Da un lato (Kazahstan) si comincia a domandarsi se non sia il caso di scegliersi un alleato (Cina), anch'esso confinante, ma molto più potente, tecnologicamente, economicamente e, forse, pure militarmente, visto quello che si vede in Ucraina. Dall'altro, al di qua e al di là del Caspio, si inizia a percepire la difficoltà della Russia che, ormai troppo impegnata in Ucraina e con le forze armate assai ridimensionate, probabilmente avrà meno mezzi e possibilità di intromettersi pesantemente nelle politiche locali. In buona sostanza, la conclusione è che si ha sempre meno paura delle eventuali reazioni di Mosca e il CSTO appare sempre più svuotato di senso e significato.

Si sta muovendo, in definitiva, un mondo che noi siamo abituati a percepire come monolitico. Noi siamo abituati a pensare alla Russia come a quell'entità che controlla ciò che succede da un po' più in là di Varsavia sino all'Alaska, e dalle desertiche e torride steppe asiatiche sino ai ghiacci artici. Questo monolite si sta incrinando e subito ingombranti e interessati vicini (Cina, Turchia, probabilmente Iran) alzano la mano dicendo "io son qui". Non dubito che presto alzeranno la mano anche altri (immagino che i servizi USA seguano il tutto con estremo interesse).

Forse qualcuno ha sbagliato lettura e interpretazione: Putin non sta sventrando l'Ucraina, sta sventrando la Russia.

da Fb del 16 settembre 2022
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