Politica
08/01/2012 - intervista
Visco: "Il blitz di Cortina? Uno show: la lotta ai furbi non si può basare su questo"
Roma
Chi non conosce Vincenzo Visco, tre volte ministro delle Finanze per il centrosinistra, magari si aspetta che plauda ai blitz antievasori fatti a Cortina. «Non c’è nulla da indignarsi o da applaudire - spiega invece lui - sono cose che si fanno ogni tanto, ma non particolarmente incisive salvo l'effetto di annuncio o di propaganda. La lotta all’evasione è altra cosa».
Dunque, i blitz solo propaganda? Non servono?
«Figuriamoci, io sono il teorico della deterrenza. Dico solo che non si può basare la lotta all’evasione su questi blitz. Noi del governo Prodi avevamo varato una norma - poi abolita da Berlusconi e Tremonti - che consentiva di chiudere anche temporaneamente le attività che non davano ricevute e scontrini. Di questi controlli ne facevamo 60-70mila l’anno. Negli ultimi anni sono stati di fatto eliminati, neanche 4000 ne hanno fatti. Il guaio di questa operazione a Cortina è che resta sospesa per aria, perché è in contraddizione con una linea che sembra andare da un’altra parte».
Allora, come si fa la «vera» lotta all’evasione?
«Primo, bisogna creare le condizioni per avere una tracciabilità effettiva, non come quella prevista nella manovra Monti: la possibilità di conoscere quello che accade nell’economia. Tracciamo gli stipendi dei lavoratori dipendenti, devono essere tracciati anche gli altri redditi. Nel 2006-2008 la questione del contante l’avevo affrontata in modo del tutto diverso: la stragrande maggioranza delle transazioni sono sotto i 1000 euro. Per i pagamenti ai professionisti avevamo stabilito che sopra i 100 euro non si potessero usare i contanti. Secondo, ripristinare il fondamentale elenco clienti e fornitori, abolito da Tremonti e non reintrodotto da Monti. Terzo, la trasmissione telematica dei corrispettivi dei negozi al Fisco. Insomma, bisogna far capire alla gente che può essere controllata, e convincerla spontaneamente a comportamenti corretti».
Lo stato di polizia tributaria temuto da Berlusconi?
«Sciocchezze. La lotta all’evasione non si fa con la repressione, ma con la dissuasione. E funziona, ha già funzionato quando il centrosinistra ha governato: dal 1996 al 2000 l’evasione Iva si è ridotta di 10 punti, nel 2007 sempre sull’Iva abbiamo avuto il livello di evasione più basso della storia d’Italia, poi ovviamente risalito. E poi bisogna cambiare completamente il modo di operare dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Quei 4, 5 milioni di contribuenti a rischio vanno seguiti uno per uno e anno per anno. Ormai le informazioni delle banche dati ci sono...
E il sistema «Serpico» che sarebbe stato predisposto ora con la manovra Monti?
«Ma quale potenziamento, non mi facciano arrabbiare. “Serpico”? L’ho fatto io dodici anni fa, e mi piacerebbe sapere come è stato usato di recente. Certo, adesso il governo Monti ha reso possibile l’uso dei dati delle banche, una cosa importante. Ma prima di riuscire a adoperarli ci vorrà tempo, perché le banche danno la miriade di singole transazioni dei singoli cittadini, e non i risultati di sintesi, che sarebbero sufficienti. Bisogna lavorare molto per “pulire” le banche dati, che potrebbero avere un notevole effetto deterrente. Il problema di questo paese è se si vogliono far pagare le tasse a tutti o no».
Pare di no, a sentire le reazioni del centrodestra dopo Cortina...
«Quante stupidaggini abbiamo sentito! Il guaio è che c’è una parte politica che la lotta al’evasione non la vuole fare, la considera una violazione della privacy. Ma per avere risultati bisogna mantenere la stessa tensione per dieci anni di seguito».
http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/437293/