Io sono nato sotto i bombardamenti di Milano.

[Admin]

Io sono nato sotto i bombardamenti di Milano.

A Finale Emilia, sfollato tra gente semplice, umanissima, mentre era sul balconcino per fare colazione ho visto i tedeschi in ritirata che piazzavano le mitragliatrici nella piazza della posta e ho avvisato mia mamma e coloro che ci ospitavano, scappammo nel sottostante magazzino per nasconderci.
Non le usarono a Finale, perché gli alleati erano vicini.

Infatti nella notte ci bombardarono e il film di quella notte non mi stanco mai di rivederlo, con la polvere che entrò da una delle finestre rotte dagli scoppi, con il gatto che da quella finestra, passando sui vetri a pezzi venne e stette tra noi, … era nero. 

La mattina uscimmo, i tedeschi se n’erano andati, restavano i detriti, ma la Rocca era salva (cadde poi nel recente terremoto).
Ricordo una grande pozzanghera, a filo del marciapiede, non d’acqua ma di sangue (mi dissero di un cavallo colpito).
Ricordo la gente che andava verso il Panaro, per vedere il calesse rovesciato nel fiume, mi dissero fosse quello usato da un tedesco che voleva fuggire attraversandolo e fu travolto. 

Ricordo!

Ricordo i finalesi, non cambiati da prima del passaggio rapido del fronte, sempre affabili e bonari con noi.

Ricordo ciò che può ricordare un bambino di 4 anni passato dai bombardamenti di Milano a quello di una notte tra i finalesi, in Emilia nel paese di mio padre, non ancora tornato dalla Russia.       

ciaooo

[Admin]

Non si stava Peggio perché non c'era paragone con il Meglio.
Si era!

Ma non si sapeva cosa fosse essere felici, neppure essere sereni, eravamo bambini normali e ci bastava.
Lo stare insieme era normale, come il rispettarsi a vicenda.

C’era il bello e il brutto, ma io sceso da Milano in Calabria, dove ho completato la prima elementare, ricordo soltanto il bello dei mesi passati a Villa San Giovanni, il profumo delle zagare, il mare, gli altri bambini, l’odore di legna della vicina segheria e i pezzetti avanzati dalle lavorazione che mi regalavano per farmi giocare con la fantasia, il sacchetto marrone delle grosse nocciole che il nonno mi regalava ogni tanto, per farmi giocare alla pista in terra con gli altri bambini, … ma che dopo si mangiavano.   

Era il 1947, era normale.

Ma ricordo anche il faccione simpatico di Garibaldi e uno scudo con la croce che vedrò spesso dopo quell’aprile del 1948.
Ma già d’allora mi era più simpatico Garibaldi, che però poi non rividi più come in quei giorni.

ciaooo

[Admin]

Avere un figlio di 55 anni, una figlia di 47, una nuora di 43 e una moglie di 81 anni, qualcosa vorrà pur dire.

Ma è difficile avere un bel rapporto con i Giovani e con le Donne!

Se ho ancora tempo ci riprovo …

ciaooo
 

[Arlecchino]

Il plurale mi fa pensare che segui i miei figli.
Io tratto argomenti tutt'altro che poetici o umanistici.

Le problematiche sociali e la politica, che seguo, non hanno nulla di culturalmente valido.

Sia la Società dei “normali”, sia la partitocrazia non si occupano e non sono attenti alla cultura in genere e alle discipline letterarie in particolare.

Sperate nel futuro ma senza aspettarvi miracoli, sono più probabili i “miraggi”.
I miracoli dovete farli voi.
ciaooo