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Autore Discussione: “Ora e qui” è un blog di resistenza, protesta e riflessione politica e sociale  (Letto 1407 volte)
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« inserito:: Luglio 24, 2020, 09:39:01 pm »

“Ora e qui” è un blog di resistenza, protesta e riflessione politica e sociale

Giovedì 23 luglio 2020
SULLE CONCLUSIONI DEL VERTICE EUROPEO

L’alleanza dei paesi mediterranei, o per meglio dire mediterraneo atlantici (Italia, Spagna e Portogallo), ha imposto il miglior accordo possibile all’interno dei parametri assurdi dell’Europa di Maastricht; grazie anche a Macron che si è seduto con un gluteo sulla poltrona della diarchia franco-tedesca, e con l’altro gluteo sulla sedia di Italia, Spagna e Portogallo. A prescindere da cifre, regali all’Olanda e l’autorizzazione al nazistoide Orban per fare quello che vuole, con buona pace dello stato di diritto decantato come valore europeo imprescindibile, l’accordo è stato raggiunto, non era scontato e questo fatto sposta lo scontro a un livello diverso.
Detto ciò, i toni entusiastici sono fuori luogo e anche un po’ridicoli. Il Consiglio Europeo non è cambiato, né sono cambiate le regole e nessuno ha detto di volerlo fare, fra i leader che contano: a fronte di una crisi gravissima, in buona parte imprevista e che minacciava davvero la sua esistenza, Il Consiglio ha dovuto accettare di fare un passo indietro verso la Commissione europea. Tuttavia, l’accordo rimane un’eccezione dovuta a un evento eccezionale, come ha subito chiarito ieri mattina Angela Merkel: può diventare qualcosa d’altro e di meglio? Prima bisognerà vedere come l’accordo arriverà in porto nel 2021 cioè il momento in cui i soldi, materialmente, saranno disponibili e solo alla fine di questa corsa a ostacoli si potrà capire meglio. Alcune delle tappe per arrivarci:
-         Il 7 agosto prossimo scadono i tre mesi che la corte costituzionale tedesca ha dato al governo tedesco in merito ai programmi di Quantitative easing della BCE, molto meno consistenti per cifra e filosofia politica rispetto a questi appena varati.
-         La crisi economica colpirà nei mesi di settembre e ottobre quando verranno a scadere alcune misure prese e si renderanno necessari altri scostamenti di bilancio ben oltre le cifre decise dal vertice: basta considerare che il decreto più importante del governo (il salva Italia) di 55 miliardi di euro, che seguiva un primo di 25, sommati insieme portano alla cifra stanziata a fondo perduto e si tratta solo dei due più importanti.
-         L’attaccamento morboso al MES da parte di Confindustria, Pd e Prodi, uno dei maggiori responsabili dell’architettura barocca di Maastricht, per quanto attiene alla parte italiana.
-         L’incognita pandemia, su cui anche gli scienziati più seri sono divisi.
Può l’accordo diventare qualcosa d’altro da quello che è? Oppure, in altri termini: c’è una logica superiore in esso, che va oltre l’emergenza? Credo di sì ed è il tentativo di trasformare l’Europa in una grande potenza anomala, per resistere all’urto che si sta preparando su scala globale fra le dinamiche sempre più in rotta di collisione fra i principali attori geopolitici. Non mi stupirei, se le cose andassero avanti per un po’, che uno degli argomenti che tornerà presto in auge sarà quello dell’esercito comune europeo (anzi, forse prima di tutto di una polizia comune europea in funzione anti sommosse).
Un barlume di diversità altra, tuttavia, c’è stato in questo mese ed è merito di Conte e della sua scelta di un’alleanza inedita con Spagna e Portogallo, cioè con un’area del sud Europa, cui Macron ha dovuto in qualche modo adeguarsi. Quella mossa è stata fondamentale anche perché Conte è apparso come il leader di uno stato fondatore che non parlava solo a nome suo e per l’Italia. Se questa pianta venisse coltivata e nutrita con un pensiero di medio periodo, potrebbe costituire una proposta diversa, più democratica e meno indirizzata a un destino di grande potenza. Conte, che l’ha pensata, potrebbe decidere di difenderla, anche da solo, inutile sperare nel Barnum che si tira dietro: ma se lo facesse, anche a scapito di se stesso, avrebbe secondo me un futuro, perché offrirebbe alla stessa Francia un’alternativa possibile e un tavolo diverso su cui giocare.  Se non sarà così, o crollerà tutto, oppure vincerà la prima ipotesi, l’Europa carolingia, l’Europa di Aquisgrana, dove due anni fa Markel e Macron siglarono un patto che non è mai stato revocato. 

Pubblicato da Franco Romanò a 05:56

Da - https://2011oraequi.blogspot.com/2020/07/sulle-conclusioni-del-vertice-europeo.html?spref=fb&fbclid=IwAR1UrWuKLFIYkfkVgXqVlWBKQ4pIx2pwvvwbA2NmlBp7I-LIKtURhWTG_jQ
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