CINA -

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'In my dreams I'm there': the exodus from Hong Kong

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
gio 1 ott, 08:40 (2 giorni fa)
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https://www.theguardian.com/world/2020/oct/01/in-my-dreams-im-there-the-exodus-from-hong-kong?CMP=share_btn_link
 

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Demoralised but defiant, Hong Kong's spirit of resistance endures | World news | The Guardian

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
mar 29 set, 09:39 (5 giorni fa)
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https://www.theguardian.com/world/2020/sep/29/dispirited-but-defiant-hong-kongs-spirit-of-resistance-endures
 

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
08:31 (10 ore fa)
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https://video.corriere.it/coronavirus-ecco-come-l-economia-mondiale-crolla-dove-cina-guadagna/7fe381b0-0659-11eb-a2e0-350f742b3f9d

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Unfavorable Views of China Reach Historic Highs in Many Countries | Pew Research Center

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
09:29 (1 ora fa)
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https://www.pewresearch.org/global/2020/10/06/unfavorable-views-of-china-reach-historic-highs-in-many-countries/
 

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La Cina sta perdendo la faccia

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Rep: | Hotpot - Cosa bolle in Cina <rep@repubblica.it> Annulla iscrizione
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Rep: Hotpot di Filippo Santelli
 
13 ottobre 2020


Ciao a tutti da Roma.

Ferie finite: fra un paio di giorni ripartirò per la Cina, dove mi aspetta la mia quinta quarantena (scusate il gioco di parole), stavolta nella metropoli di Nanchino. Spero che l'albergo-nosocomio dove le autorità ci metteranno sia dignitoso come il precedente a Tianjin, la prossima settimana vi racconterò tutto qui su Hotpot. Nel frattempo, forte della mia esperienza di uomo più "quarantenato" del mondo, mi premunirò con la tradizionale scorta di marmellatine, taralli e tonno sott'olio.

 
Ma non anticipiamo.

La scorsa settimana l'istituto di ricerca Pew ha pubblicato il sondaggio annuale che fotografa l'opinione che i Paesi più sviluppati del mondo hanno della Cina. Il risultato, visto da Pechino, dovrebbe essere allarmante (sul perché di questo condizionale dirò di più dopo): non solo in tutti e 14 gli Stati una maggioranza dei cittadini esprime un'opinione negativa sul Dragone, ma in molti di questi, per esempio Germania, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Corea del Sud, l'incidenza dei critici è ai massimi da quando il sondaggio viene effettuato, una decina abbondante di anni. Il grafico sotto mostra in modo chiaro come le opinioni negative (linea blu) si siano impennate nel corso delle ultime due o tre rilevazioni.


La ragione del peggioramento più recente sono i giudizi assai critici sul modo in cui Pechino ha gestito l'epidemia di coronavirus. Un mezzo paradosso, considerato che la Cina è stata la primissima potenza a contenere il virus e al momento, nonostante un mini focolaio spuntato nella città di Qingdao, ha ritrovato una sostanziale normalità. Eppure la percezione negativa degli intervistati è probabilmente legata alla mancanza di trasparenza e al presunto ritardo nella comunicazione iniziale dell'epidemia, che avrebbe permesso al virus di propagarsi. Tra i cittadini dei 14 Paesi interpellati, il 61% ritiene che Pechino abbia gestito male Sars-Cov-2, molto peggio dell'Unione europea o dell'Oms. Solo gli Stati Uniti ottengono un "voto" peggiore. Allo stesso tempo anche la sfiducia nei confronti di Xi Jinping si impenna: il 78% degli interpellati non pensa che il presidente cinese sia in grado di fare "le cose giuste" per il mondo. Di nuovo: tra i leader globali solo Trump ha un voto peggiore.

 

Nel commentare questo sondaggio così negativo, i media di regime hanno dato la colpa alla propaganda anticinese degli Stati Uniti, che con argomenti spesso poco solidi o vere illazioni hanno continuato ad attribuire alla Cina le responsabilità della pandemia. E' una spiegazione plausibile, considerato l'oggettivo successo di Pechino con il virus. Ma spiega solo a metà, la metà che fa comodo al regime. Alla base di questa ondata di sfiducia globale verso Pechino infatti c'è anche l'atteggiamento molto aggressivo della propaganda e della diplomazia cinesi durante la crisi sanitaria, quando il regime non ha esitato a usare toni aspri o notizie false per difendere la propria immagine. E in un orizzonte ancora più ampio, a penalizzare la reputazione del Dragone è il crescente autoritarismo mostrato dalla leadership di Xi Jinping negli ultimi mesi, dalla stretta su Hong Kong alle esercitazioni militari attorno a Taiwan, dalla rieducazione delle minoranze musulmane alle minacce di ritorsioni contro le potenze straniere, colpevoli di questa o quella "ingerenza".

 
E così, ancora una volta, l'ennesima, il virus sembra aver solo accelerato dinamiche che erano già all'opera. Parallelamente alla crescita della sfiducia verso la Cina dei cittadini occidentali, c'è stata anche una presa d'atto da parte dei loro governi, in particolare quelli europei, che Pechino è un interlocutore poco affidabile, un concorrente e un rivale, oltre che un partner. La sostanza è che mai negli ultimi anni il Dragone aveva avuto un'immagine internazionale (o almeno "occidentale") così negativa. Il problema è che al suo interno il regime sembra invece godere di un apprezzamento molto solido da parte dei cittadini, anche e soprattutto per il modo in cui ha gestito l'epidemia. I fattori e le dinamiche di consenso interni alla Cina sono sempre più disallineati, se non addirittura contrapposti a quelli di consenso esterno. Detto in altre parole: ciò che per il regime è utile a cementare il Paese e consolidare il proprio potere, l'assoluta priorità, lo rende sempre più ostile agli occhi dell'Occidente.

 

Letture cinesi

Come ogni vacanziere che si rispetti, anche io negli ultimi giorni mi sono dedicato al poliziesco, ma con caratteristiche cinesi. Ho letto Processo a Shanghai, l'ultimo episodio della saga del commissario Chen Cao creata dal giallista cinese, ma residente negli Stati Uniti, Qiu Xiaolong. Questa volta l'eclettico commissario Chen (che qualcuno ha definito "il Montalbano cinese") indaga su dei casi di omicidio verificatisi a Shanghai, ma come sempre la sua è soprattutto un'indagine sull'evoluzione della Cina, la ricerca di uno spazio per il diritto e per la giustizia in un sistema in cui la giustizia è subordinata ad altro. Interessante punto di vista sulla Cina, ma quanto a letteratura, francamente, è molto meglio Camilleri.

 
Per questa settimana è tutto. Racconterò il mio ritorno in Cina, con tamponi e quarantene varie, su Twitter e Instagram.

Buon Hotpot a tutti!

Filippo


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