CARLO CORNAGLIA - Capitan Disfatta
Ha girato l’Italia in largo e in lungo,
dappertutto è spuntato come un fungo,
palmo a palmo ha battuto la Toscana,
ha fatto della Puglia la sua tana,
di concionare preso dalla smania
si è fiondato in Liguria ed in Campania.
Quella dell’uom che vien da una caverna
è una campagna elettorale eterna.
Disse a mo’ di gallina che starnazza:
“Da premier tornerò su questa piazza!”
e “Al voto vinceremo sette a zero!”,
ma gli elettor gli han fatto un culo nero.
In Puglia ed in Campania al vil leghista
latore del messaggio populista
han detto: “E’ van che tu qui intorno giostri,
abbiamo già i populisti nostri!”
La Toscana, leghista alla vigilia,
ha poi fatto la fine dell’Emilia,
niente Lega nei rossi baluardi
e l’Arno ha mormorato alla Ceccardi
come il Piave: “Non passa lo straniero!”
Se nel Veneto fu trionfo vero
Il vincitor non è Salvini, è Zaia
che il prode Capitano alquanto inguaia
coi voti per la lista degli inizi.
“Qui si lavora senza far comizi!”
Anche il voto in Liguria è una vittoria
ma è per Toti, non per Matteo la gloria.
Il connotato del cazzaro verde
è l’essere vincente quando perde,
l’eroe che quando vince se le prende,
il tipo che si appanna quando splende.
In quest’ultimo turno in meridione
i voti persi son quasi un milione
e la Lega in versione nazionale
è vittima di un crollo colossale.
In sordina la base disapprova,
vuol “Più Giorgetti e meno Casanova!”,
vuole chiudere l’ora del Papeete,
più birra e men mojito per la sete.
Come sempre Salvini tira dritto:
“Sono deluso ma non son sconfitto.
Con le grandi città ci rifaremo:
a Roma ed a Milano vinceremo,
a Napoli, a Torino ed a Bologna!”
I sindaci verran con la cicogna.
Da Capitan Fracassa in un sol fiato
è Capitan Disfatta diventato.
Carlo Cornaglia
(24 settembre 2020)
Scritto giovedì, 24 settembre, 2020 alle 17:06 nella categoria Carlo Cornaglia. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.
Un commento a “CARLO CORNAGLIA - Capitan Disfatta”
----
• E Sem scrive:
25 settembre 2020 alle 10:26
Nella cinematografia popolare africana la violenza quotidiana dei "potenti" viene rappresentata quasi sempre in chiave comica: il popolo paga, ride e continua a subire. I nostri ducetti, non solo di destra, dediti all' antico mestiere della prostituzione intellettuale sollazzano il popolino mansueto con farse demenziali imposte dai tiranni economici, mangiafuoco sanguinari (o meglio piromani che godono come ricci nel bruciare piedini, manine ed alucce dei loro burattini). Un barattolo di mais soffiato geneticamente modificato, un divano sotto costo pagabile in comode rate dal 2023, uno schermo grande grande, tanti "mi piace" stanno sostituendo pian pianino la vecchia vaselina.
Da -
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=30633