SILVIO PELLICO
Dei doveri degli uomini
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CAPO NONO.
Vero patriota.
Per amare la patria con vero alto sentimento dobbiamo cominciare da darle in noi medesimi tali cittadini di cui non abbia ad arrossire, di cui abbia anzi ad onorarsi. Essere schernitori della religione e dei buoni costumi, ed amare degnamente la patria, è cosa incompatibile, quanto sia incompatibile l'esser degno estimatore d'una dònna amata, e non riputare che vi sia òbbligo d'èssere fedele.
Se un uòmo vilipènde gli altari, la santità coniugale, la decènza, la probità, e grida: «Patria, patria!» non gli credere. Egli è un ipòcrita del patriotismo, egli è un pessimo cittadino.
Non v'è buòn patriòta, se non l'uòmo virtuoso, l'uòmo che sènte ed ama tutti i suòi doveri, e si fa studio di seguirli.
Ei non si confonde mai nè coll'adulatore dei potènti, nè coll'odiatore maligno d'ogni autorità: èsser servile ed èssere irriverènte sono pari eccèsso.
Se egli è in impièghi di govèrno, militari o civili, il suo scòpo non è la propria ricchezza, ma sì l'onore e la prosperità del principe e del pòpolo.
S'egli è cittadino privato, l'onore e la prosperità del principe e del pòpolo sono egualmente suo vivissimo desiderio, e nulla che vi si opponga òpera egli, ma anzi tutto òpera che può a fine di contribuirvi.
Ei sa che in tutte le società vi sono abusi, e brama che si vadano correggèndo, ma abbòrre dal furore di chi vorrèbbe corrèggerli con rapine e sanguinose vendette; perocchè di tutti gli abusi questi sono i più terribili e funèsti.
Ei non invòca nè suscita dissensioni civili, egli è anzi coll'esèmpio e colle paròle moderatore, per quanto può, degli esagerati e fautore d'indulgènza e di pace. Non cèssa d'èssere agnèllo, se non quando la patria in pericolo ha bisogno d'essere difesa.
Allora divènta leone: combatte e vince, o muòre.
Da -
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