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Autore Discussione: Luigi Dell’Olio Kilometro Rosso: come può essere utile alle imprese  (Letto 1938 volte)
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« inserito:: Febbraio 04, 2018, 08:56:01 pm »

Kilometro Rosso: come può essere utile alle imprese
29 gennaio 2018

Di Luigi Dell’Olio

Cinquanta aziende, 1600 ricercatori, 45 laboratori. Localizzato in un territorio tradizionalmente vocato alla manifattura, il parco tecnologico – fondato dal presidente di Brembo Alberto Bombassei – da quasi dieci anni offre servizi a valore aggiunto per R&S all’ insegna dell’open innovation
«Quello che grande industria, Pmi e centri di ricerca universitari possono fare se lavorano insieme è di gran lunga superiore alla somma delle singole capacità». Salvatore Majorana, direttore di Kilometro Rosso, spiega così il successo del parco scientifico tecnologico. Localizzato a breve distanza dall’aeroporto bergamasco di Orio al Serio è diventato un caso di studio a livello internazionale per la sua capacità di produrre conoscenza e innovazione partendo dal tessuto tradizionale di un territorio storicamente vocato alla manifattura. «Non dimentichiamo che la provincia di Bergamo è la seconda per valore aggiunto della produzione manifatturiera in Europa, dietro alla vicina Brescia. Le basi per far bene, sfruttando la leva delle tecnologie per sviluppare tutto il potenziale industriale, della componentistica e della ricerca ci sono tutte».

La chiave della prossimità
Il 47enne pronipote del fisico Ettore Majorana è alla guida della struttura dallo scorso autunno. A lui spetta il compito di guidare parco scientifico tecnologico verso il decennale, che si festeggerà nel 2019. «Kilometro Rosso (nome che deriva dalla lunghezza della struttura, ndr) è nata dall’intuizione di uno dei massimi esponenti dell’imprenditoria locale, quella troppo spesso si definisce “tradizionale”, racconta il direttore. Il riferimento è ad Alberto Bombassei, presidente della Brembo, leader mondiale della tecnologia degli impianti frenanti a disco per veicoli. Pochi anni dopo la fondazione del Parco, un’altra famiglia di industriali bergamaschi ha creduto nel progetto: i Pesenti di Italcementi, società poi rilevata da Heidelberg Cement Group, una realtà tedesca che – dopo l’acquisizione – ha confermato di voler mantenere nel distretto tecnologico tutta la ricerca, un riconoscimento dell’eccellenza raggiunta su questo versante.

Il Progetto Cobra
Due colossi, ma attivi in ambiti molto distanti tra loro, ai quali si è aggiunto l’istituto di ricerca farmacologica Mario Negri, che pur mantenendo l’Headquarters a Milano, ha concentrato in questo distretto l’attività di ricerca pre-clinica. «Mondi diversi, che hanno trovato un terreno comune di ricerca nel Progetto Cobra, finanziato dall’Unione europea, il cui obiettivo è disegnare il futuro dei freni delle nostre automobili affinché siano il più possibile performanti e riducano il più possibile le emissioni inquinanti».

A livello industriale questo ha comportato lo studio prima e la sperimentazione di una soluzione innovativa nel processo di produzione di pastiglie freno. «La novità principale è costituita dalla sostituzione in questo processo della resina fenolica, il componente organico fino ad oggi maggiormente utilizzato nella produzione di pastiglie, con un materiale innovativo a base cementizia, che assicura minori risorse impiegate nelle fasi di lavorazione, con significativi risparmi di energia e di acqua utilizzata», spiega Majorana. Il progetto di ricerca che durerà complessivamente quattro anni e vede impegnati una quarantina di ricercatori con know-how differenti rappresenta un esempio di come, a differenza di quel che si sostiene di solito, cioè che le nuove tecnologie abbattono le distanze, ci sia la possibilità di lavorare gomito a gomito, e soprattutto di collaborare partendo da posizioni differenti. Con una struttura a fare da collante per amplificare le possibilità di innovazione.

L’iniziativa
Kilometro Rosso è un progetto interamente privato che attualmente vede insediate una cinquantina di aziende, con oltre 1.600 ricercatori, tecnici e addetti, e 45 laboratori di ricerca. I progetti di ricerca e sviluppo che hanno beneficiato di finanziamenti (nazionali o europei) sono 21 per un valore di circa 80 milioni di euro. I brevetti depositati nel 2016 (ultimo consuntivo disponibile) ammontano a 48, e sono circa 10mila le persone, tra visitatori e delegazioni, che vengono ospitati ogni anno nel corso di incontri ad hoc e attraverso un centinaio di eventi organizzati e co-promossi. Detto dei numeri, qual è in concreto il ruolo svolto da Kilometro Rosso? «La nostra funzione è offrire servizi a valore aggiunto per aggregare imprese dalla forte propensione innovativa, istituzioni scientifiche e centri di ricerca», spiega Majorana.

Vince chi adotta il principio collaborativo
L’obiettivo, sottolinea l’esperto, è trovare terreni comuni di collaborazione. Ma le opportunità di ricerca non bastano se non sono supportate da un approccio costruttivo da parte di tutti. «Tradizionalmente siamo un Paese di piccole e medie imprese in concorrenza tra loro e orientate a diffidare l’una delle altre», sottolinea Majorana. «Questo modello non è più sostenibile nell’era dell’economia globale. Così, pur non rinunciando alle ridotte dimensioni, è indispensabile mettersi in gioco, condividere esperienze e proposte con chi lavora fianco a fianco per progettare soluzioni condivise capaci di affermarsi sul mercato».

In sintesi, il principio che anima la struttura è la cosiddetta Open Innovation: in un contesto globalizzato è opportuno condividere le attività di ricerca e innovazione per ottimizzarne i risultati e rimanere competitivi. Questo spiega i grandi investimenti sulle strutture (laboratori, uffici e spazi multifunzionali occupano circa 82mila metri quadrati) all’interno di una superficie fondiaria che sfiora i 40 ettari. La connessione è garantita da un anello in fibra ottica di 3 km.

                                                                    Itema
Il successo di Kilometro Rosso è anche dato dal know-how e dalla creatività diffusa nel nostro Paese, che emerge in alcune delle imprese ubicate nel parco tecnologico. E’ il caso di Itema, multinazionale attiva nella fornitura di soluzioni per la tessitura. L’azienda è l’unico produttore al mondo a fornire telai con le tre migliori tecnologie di inserzione della trama: pinza, aria e proiettile, con un ampio portfolio prodotti e un costante impegno nel ricercare innovazioni e avanzamenti tecnologici per i suoi telai. Con 10 sedi, 4 siti produttivi e più di 800 addetti nel mondo, Itema è oggi portabandiera a livello globale della capacità imprenditoriale, dell’alto contenuto tecnologico e dell’eccellenza del made in Italy.

Il focus principale è orientato al contenuto tecnologico delle sue macchine per la tessitura. Inaugurato nella primavera del 2014, ItemaLab rappresenta per l’azienda la volontà di creare un vero e proprio incubatore di ricerca avanzata orientato al raggiungimento di nuove frontiere in ambito scientifico e tecnologico. Da questo punto di vista è strategica la sua collocazione all’interno di un distretto dell’innovazione dedicato alla crescita delle idee, alla sperimentazione e al dialogo tra gli innovatori provenienti dal mondo accademico, dell’azienda e della scienza, in un proficuo incontro tra realtà differenti con in comune la tensione all’innovazione e al progresso tecnologico.

                                                               Intellimech
Da segnalare anche la storia di Intellimech, nata nel 2007 per mettere in pratica i principi della fabbrica intelligente che solo di recente sono divenuti obiettivo condiviso sia a livello delle aziende, che delle istituzioni. Si tratta di un consorzio privato di aziende finalizzato alla ricerca interdisciplinare nell’ambito della meccatronica per applicazioni in settori industriali differenti. Supportato dalla Camera di Commercio di Bergamo e promosso da Kilometro Rosso e Confindustria Bergamo, è per le sue dimensioni una tra le più importanti iniziative private italiane nel settore. Offre ricerca e consulenza sui processi e prodotti, fa sperimentazioni per applicazioni future, attiva collaborazioni con le università e gli enti di ricerca, si occupa della formazione e dell’aggiornamento costante dei tecnici.

Da - https://www.industriaitaliana.it/il-chilometro-dellinnovazione/


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