Epigrafia
Enciclopedie on line
Epigrafia Branca dell’archeologia che studia le epigrafi (iscrizioni incise nel bronzo o nel marmo) antiche.
1. E. orientale
Lo studio dell’e. è fondamentale per le antiche civiltà orientali, in alcune delle quali il materiale epigrafico rappresenta quasi l’unica fonte di informazione. L’importanza capitale della e. egiziana è evidente ove si ricordi che i grandi testi storici, e non essi soltanto, sono incisi sulle pareti dei templi e su stele. Esclusivamente epigrafico (tavolette d’argilla con scritture cuneiformi) è poi il materiale documentario delle civiltà mesopotamiche, dalla sumerica alla babilonese e assira.
Un posto a sé ha l’e. ebraica antica, che inizia nel 10° sec. a.C. con il Calendario di Gezer e annovera tra i suoi documenti principali l’iscrizione di Siloe e gli ostraka di Samaria e di Lachis. Un altro gruppo di iscrizioni costituisce l’ e. aramaica: da quelle più antiche (10°-9° sec. a.C.) di Ḥamah, Sam’al, Arpad, Damasco, a quelle più recenti di Petra e di Palmira. Nella sfera dell’ e. araba preislamica rientrano le iscrizioni sudarabiche, del 1° millennio a.C. e dell’inizio del 1° millennio d.C., fonti uniche per la ricostruzione dell’antica civiltà yemenita, e le iscrizioni nordarabiche safaitiche, lihyanite e thamudene. Un ultimo gruppo semitico è costituito dall’ e. etiopica, che all’inizio dell’era cristiana testimonia il sorgere del regno di Aksum.
L’ e. turca preislamica presenta le iscrizioni dell’Orkhon e dello Ienissei, con i più antichi monumenti linguistici e storici dei popoli turchi (8° sec. d.C.).
L’ e. iranica è fra le più importanti per monumentalità di epigrafi (iscrizioni regali degli Achemenidi). Il patrimonio dell’e. iranica si è considerevolmente arricchito con le campagne di scavi intraprese a Persepoli e Susa, che hanno fornito testi di importanza storica e linguistica fondamentale. Ancora maggiore importanza storica ha l’ e. indiana, data la quasi totale mancanza di testi storici. Le più antiche iscrizioni usano i due alfabeti kharoṣṭhī (adattamento di quello aramaico) e brāhmī. Le prime epigrafi (3° sec. a.C.) sono quelle di Aśoka, importanti per la storia civile e religiosa. Più tardi alle iscrizioni su pietra (a contenuto votivo, commemorativo, catechistico) si aggiungono quelle numerosissime su piastre di rame (a contenuto giuridico).
L’ e. cinese rappresenta un sussidio prezioso alla tradizione scritta. Le prime iscrizioni (a carattere divinatorio, su gusci di tartaruga) risalgono al 14° sec. a.C.; di poco posteriori sono quelle su vasi di bronzo.
2. E. greca e romana
Le più antiche iscrizioni greche (prescindendo da quelle scritte nella lineare B, che appartengono al 13°-12° sec. a.C.) sembrano risalire all’8° sec. a.C. (per es., vasetto fittile del Dìpylon; scifo trovato a Ischia). Tra esse vi sono documenti storici di grande importanza, come le dediche agli dei per le vittorie contro i Persiani e gli epigrammi per i caduti in battaglia, le dediche dei Dinomenidi in seguito alle vittorie di Imera e di Cuma, testi di leggi (per es., di Gortina), di trattati, liste di tributi, inventari di santuari, decreti onorari, atti amministrativi, e, in età romana, lettere di consoli e di imperatori.
Nel campo dell’e. latina, che si apre con il cippo del Foro romano (metà 6° sec. a.C.), tra le varie categorie di iscrizioni hanno particolare importanza quelle onorarie, testi di leggi, liste di magistrati (➔ Fasti), le iscrizioni incise sui monumenti pubblici, i cippi miliari, i bolli dei mattoni, le iscrizioni graffite su tavolette cerate, o sulle pareti di edifici.
Dopo i primi tentativi di raccolte sistematiche, si attuarono, sotto gli auspici dell’Accademia di Berlino due grandiose imprese scientifiche: il Corpus Inscriptionum Graecarum e il Corpus Inscriptionum Latinarum (➔ Corpus inscriptionum), che continua tuttora le pubblicazioni. Altre raccolte hanno in parte colmato la lacuna sull’e. dell’Oriente greco, mentre per il patrimonio epigrafico in continuo accrescimento sono state create apposite pubblicazioni e bollettini. La consistenza dei rinvenimenti ha anche reso necessaria l’istituzione di banche dati informatizzate, come quella dell’Università di Heidelberg e del Centre for the study of ancient documents di Oxford, o l’elaborazione di appositi programmi come PETRAE (Programme d’enregistrement, de traitement et de recherches automatiques en épigraphie) dell’Institut Ausonius del CNRS di Pessac (Francia).
3. E. cristiana
Le iscrizioni cristiane, greche e latine, sono in gran parte funerarie; il gruppo più antico, del 1° sec. d.C., è quello del cimitero di Priscilla a Roma, caratterizzato dalla grande sobrietà, dall’uso di alcune formule, dall’uso di simboli e, dal 2°-3° sec., dall’apposizione del monogramma di Cristo. Alcune iscrizioni romane riguardano un gruppo di papi sepolti nel cimitero di Callisto (3° sec.), dove sono chiamati semplicemente ‘vescovi’; altre illustrano l’organizzazione gerarchica della Chiesa primitiva. Di singolare valore storico sono le numerose iscrizioni in versi, dettate da papa Damaso (366-84) in onore dei martiri, delle quali si sono conservati molti originali.
Le iscrizioni cristiane si moltiplicano straordinariamente con la diffusione del cristianesimo, sicché si tende a distinguere tra l’e. cristiana antica e l’e. cristiana medievale, che si fa iniziare variamente tra 6°, 7° e 8° secolo. Tra il 19° e il 20° sec. furono iniziate grandi raccolte sistematiche di e. cristiana (per es., G.B. De Rossi, Inscriptiones christianae Urbis Romae septimo saeculo antiquiores/">antiquiores; E. Diehl, Inscriptiones latinae christianae veteres; Inscriptiones christianae Italiae septimo saeculo antiquiore; altre raccolte sulle epigrafi della Gallia a cura di N. Gauthier; della Grecia a cura di H. Lietzmann).
Da -
http://www.treccani.it/enciclopedia/epigrafia/