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Autore Discussione: Fabrizio Roncone. Accampamenti con vista Colosseo. I gatti? Ce li siamo mangiati  (Letto 2054 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Ottobre 06, 2016, 09:20:25 am »

Non solo a Roma il degrado vive da tempo senza risposte adeguate dallo Stato.

ciaooo

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IL REPORTAGE viaggio nella Roma violenta

Accampamenti con vista Colosseo. «I gatti? Ce li siamo mangiati»
Spacciatori, sbandati e senza tetto hanno occupato Colle Oppio dov’è stata aggredita una turista

Di Fabrizio Roncone

E i gatti? Dove sono i gatti?
«Ih ih ih! Miao miao...» (sui quarant’anni, i capelli biondi, tanfo di vino nella voce ruvida dell’Est Europa).
I gatti: dove sono finiti?
Neanche a insistere. Questo immigrato ha gli occhi da matto. Però poi negli occhi chiari del matto c’è un guizzo improvviso di lucidità: e allora finisce di stendere la sua coperta alle inferriate della Domus Aurea e tira su con il naso, si asciuga il moccio sulla manica della camicia e si volta piano.
«Mangiati. Gatti mangiati. Tutti».

Non è facile capire dove finisca la verità e inizi l’incredibile, vedi e ti raccontano cose incredibili in questo parco che domina il Colosseo, tutto qui a Colle Oppio è fuori dalle regole e dentro l’indecenza, il pericolo, il crimine, l’emarginazione, la disperazione di immigrati e sbandati.
E allora sì, magari è vero che i gatti sono spariti perché qualcuno li ha arrostiti per cena (ipotesi che, tra un po’, verrà confermata anche da un netturbino): poi comunque ti accorgi che i resti dei fuochi da bivacco sono già dove comincia il prato, alla fine di via delle Terme di Traiano.

Colle Oppio, siringhe e panni stesi: il degrado dopo la riqualificazione
L’aggressione alla turista australiana, l’altra sera, è avvenuta sotto questo lampione sbilenco. L’hanno presa e trascinata dietro quel grosso oleandro in fiore: lo stupro e il trauma cranico, e il setto nasale rotto, e i graffi sulle braccia e sulle gambe e poi la ferita più profonda, nell’animo.

Passano due ragazzi di colore con alcuni cartoni sotto il braccio. Attraversano il viale e s’infilano in una specie di boscaglia che i giardinieri del comune hanno lasciato crescere e che adesso protegge l’accampamento. Sacchi a pelo e bottiglie di birra vuote, una chitarra senza una corda, un pacchetto di wurstel aperto, il gracchiare di musica brasiliana da una radio.

Dietro ogni cespuglio, una tana.
Dentro ogni tana, facce minacciose.

Il parco è diventato il più grosso deposito di droga a cielo aperto della città. Le dosi, bustoni di dosi d’hashish e marijuana e cocaina, sono nascoste nei tronchi degli alberi. Un paio di settimane fa, i carabinieri hanno cercato di bloccare un senegalese di 22 anni: ma quello, prima di arrendersi, s’è difeso a calci e pugni e all’ospedale sono finiti in tre.

Ne prendono uno, ne restano accampati a centinaia.

La signora Annunziata gestisce il chiosco di piazza Martin Lutero dal 1963. «Era un giardino del paradiso, questo posto. C’erano le staccionate e le rose tutto l’anno». Alza lo sguardo di rughe e rassegnazione su via Serapide: l’erba ha coperto l’asfalto, le radici lo hanno spaccato e ora i turisti camminano tenendo l’indice sulla cartina e credono di essersi persi.

«Where is Domus Aurea?». Dov’è la Domus Aurea chiede il capo-comitiva di un gruppo tedesco.
È lì.
E loro subito si girano tutti insieme e seguono con lo sguardo l’indicazione: ma non capiscono. Una meraviglia simile protetta da una rete metallica da cantiere, con palme secche e malate, senza un cartello, senza una segnalazione?
Sì, purtroppo siamo messi così (nonostante, appena pochi mesi fa, siano stati spesi 400 mila euro per riqualificare l’intera zona).

Alla fontana si lavano il viso, se va bene. Molti la usano come un gigantesco bidet. Il pit bull di un punkabbestia quasi azzanna una signora con il figlio. Un barbone lancia una bottiglia vuota contro una barbona che inizia a piangere e correre verso la scalinata che arriva in via Labicana.
Là sotto, appoggiati a quel muro, qualche notte fa, due ragazzi hanno deciso di fare sesso in piedi. Passava il tram, passavano le auto, e mentre gli urlavano dai, basta, fate schifo, dai tavolini di Gay Street, che sta lì di fronte, qualcuno ha deciso di riprendere la scena con il cellulare: il video, in rete, è ormai uno spot tragico su Roma.

Intanto torna su da un viottolo il fotografo Claudio Guaitoli, dice che ha trovato due colonnine-Sos fuori uso, con il pulsante bruciato. Una è proprio davanti l’ingresso della Domus Aurea. Dove c’è la comitiva tedesca di poco fa.

Sguardi torvi, aria indignata, le mani strette sul cancello. Chiuso.
I resti della villa di Nerone (che era rimasta abbandonata per anni, cadeva a pezzi, uno scempio assoluto) sono visibili solo su prenotazione. E solo il sabato e la domenica. «Why?», perché, chiede quello che parlotta un po’ di inglese. E chi lo sa perché. Però il Colosseo è aperto. Andate al Colosseo. Eccolo: non sembra di poterlo toccare con le mani?

A proposito: occhio alle mani che vi frugheranno nelle tasche e negli zaini. Piccoli predatori di origine nomade seguono le prede nella folla, e poi colpiscono. Decine di borseggi ogni ora. Cammini e sul marciapiede trovi i portafogli aperti e saccheggiati. Cammini e incontri turisti in lacrime. Che chiedono dove poter sporgere denuncia.
Non hanno capito che questo pezzo di Roma — tra i più famosi del mondo: l’Anfiteatro Flavio e il colle che lo sovrasta, una cartolina pazzesca — è fuori controllo. Infatti sono tornati anche i centurioni. E i venditori abusivi. Che aprono lenzuola e vendono di tutto. Un suk.

E un’ultima cosa: non cercate i vigili urbani; sono lì, che fumano e parlano al cellulare (ovviamente il comando scriverà e sosterrà che non è vero, che questa descrizione è inaccettabile e bla bla: ma i romani, e anche i turisti, sanno che è così).

Comunque, per le chiacchiere e le polemiche c’è sempre tempo.
Il buio è sceso veloce, nel riverbero giallastro dei lampioni.
Il peggio arriva adesso.
Non salite su quel colle.

5 ottobre 2016 | 07:37
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Da - http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_ottobre_05/accampamenti-vista-colosseoi-gatti-ce-li-siamo-mangiati-60767152-8abb-11e6-b600-82bab359d14d.shtml
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