Il doppio allarme (inascoltato) della Mogherini: “Bisogna alzare la guardia contro il terrorismo”
Due lettere dell’Alto rappresentante per la politica estera, che La Stampa ha potuto visionare, ribadivano l’esigenza di «dare subito senso concreto agli impegni»26/06/2015
Marco Zatterin
Corrispondente da Bruxelles
Federica Mogherini aveva suonato l’allarme, con forza, ancora pochi giorni fa. In una lettera spedita il 18 giugno ai ministri europei, l’alto rappresentante per la Politica Estera Ue aveva avvertito i capi della diplomazia continentale dell’urgenza di reagire rapidamente all’aumento «esponenziale degli attacchi terroristi negli ultimi anni». Osservando il fenomeno in prospettiva, ricordava che «gli attacchi a Bruxelles, Parigi e Copenaghen hanno scosso il continente e sono un crudo richiamo alle sfide più significative per la nostra sicurezza collettiva». Era un appello a non restare con le mani in mano. Riferendosi alle molte decisioni e orientamenti pronunciati dall’Europa in questi mesi, ribadiva con risolutezza l’esigenza di «far sì che le intenzioni messe sulla carta corrispondano ad un’azione concreta e tangibile».
Un messaggio importante, che gli eventi di stamane (la strage di turisti in Tunisia, e l’attentato in un impianto gas vicino a Lione, in Francia, ndr) rendono tragicamente profetico. Le istituzioni non possono fare i miracoli se nelle capitali dei ventotto stati membri non c’è la sufficiente energia per andare avanti. L’Europa è fatta di Stati e politica, prima che di alti funzionari. In un secondo testo, inviato ieri al presidente del Consiglio Tusk in vista del dibattito sulla sicurezza svoltosi oggi al vertice europeo, la signora Mogherini ha riassunto le sfide dell’antiterrorismo. I leader ne hanno parlato, anche col segretario della Nato, Jens Stoltenberg. Poco prima erano deflagrate le notizie degli attacchi francesi. La peggiore notizia, nella mattina del giorno dopo la difficile decisione sulla ripartizione di 40 mila disperati.
IL CASO - Accordo al ribasso: ridistribuzione di 40 mila migranti, ma sarà volontaria (Marco Zatterin)
La lettera al polacco, di cui La Stampa ha letto una copia, riassume la fitta azione svolta dai servizi di Lady Pesc in questi mesi per «combattere e prevenire il terrorismo alla radice». È stato elevato il livello di attenzione e il dialogo politico. Fra le altre cose sono stati elaborati dei «pianti antiterrorismo», che comprendono i controlli alle frontiere, la sicurezza aerea, la messa a disposizione di nuovi fondi e l’offensiva contro gli estremismi violenti. Era la risposta ai fatti di Charlie Hebdo.
La vera chiave per l’antiterrorismo, assicura la signora Mogherini, sta comunque «nel combattere le radici e i fattori che originano il fenomeno», facilitando gli scambi interculturali, il dialogo civile e religioso. Un tempo cruciale, troppo spesso sottovalutato quando non si è in emergenza, vittima delle frequente mancanza di prospettiva.
«Dobbiamo agire con urgenza e decisione», si legge nella missiva a Tusk. E «per avere successo dobbiamo impegnarci in uno stretto coordinamento fra l’azione all’interno dei paesi e quella esterna – nonché fra i rilevanti protagonisti a livello europeo (Servizio esterno, Commissione, Antiterrorismo) e le capitali – perché l’impatto delle nostre riforme comuni sia massimizzato».
Oggi il richiamo è più che mai di attualità. Bisognerebbe che tutte le capitali non avessero bisogno dell’orrore per lavorare con la passione che la sfida richiede. Insieme e senza particolarismi.
Da -
http://www.lastampa.it/2015/06/26/esteri/il-doppio-allarme-inascoltato-della-mogherini-bisogna-alzare-la-guardia-contro-il-terrorismo-IFoSGxfoXh65681IKmN9CK/pagina.html
