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Autore Discussione: Francesca Basso Il discorso di Tsipras al Parlamento europeo e quelle ...  (Letto 2077 volte)
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« inserito:: Luglio 09, 2015, 06:50:28 pm »

LA CRISI GRECA

Il discorso di Tsipras al Parlamento europeo e quelle reazioni da stadio
Applausi e fischi al termine del discorso del premier greco a Strasburgo mentre il tempo per trovare una soluzione alla crisi greca diventa strettissimo


Di Francesca Basso, nostra inviata a Bruxelles

Un applauso lungo al termine del discorso del premier greco Alexis Tsipras: ma è quello dell’estrema sinistra e dell’estrema destra, ha attaccato il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber che gli rinfaccia di aver usato parole “inaccettabili” nei confronti degli europei che hanno prestato i soldi (i creditori internazionali sono stati definiti “criminali”) senza poi essersi scusato. E’ solo l’inizio di una serie di accuse verso la Grecia che ritornano oggi nell’audizione al Parlamento europeo riunito a Strasburgo, ma che anche ieri al vertice dei capi di Stato e di governo aleggiavano sostenute dai Paesi del Nord e dell’Est Europa, oltre che dalla Germania. Il gruppo dei Socialisti e Democratici, rappresentato da Gianni Pittella è più morbido, preferisce insistere sullo sforzo dell’Europa per evitare una Grexit, contesta certe “affermazioni estremiste di Tsipras, Schauble e Weber” e sottolinea lo sforzo del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker “per trovare una soluzione positiva: è un momento troppo serio per fare il tifo, bisogna unire le istituzioni”.

Ma alla fine l’Europarlamento si trasforma nelle curve di uno stadio, con chi è pro e chi è contro Tsipras, con chi è per l’Europa e l’euro e chi resta euroscettico. Anche nelle repliche – dopo che tutti i gruppi parlamentari hanno parlato – le posizioni di Tsipras, di Juncker e del presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, restano granitiche, con le istituzioni europee che non si fanno blandire nemmeno quando il premier greco dice che se i negoziati fossero stati solo tra governo ellenico e Commissione Ue un accordo sarebbe già stato raggiunto. Tsipras attacca duramente le tre istituzioni creditrici “divise sulle proposte” necessarie per una soluzione e “i negoziati a porte chiuse”, rivendicando il diritto di “un governo sovrano di decidere come distribuire il peso fiscale per centrare gli obiettivi di bilancio previsti” e caricare “più le imprese e meno i pensionati” invece di lasciarlo decidere ai tecnici. Accuse che Juncker ha rimandato al mittente, spiegando che “è vero che i negoziati sono avvenuti a porte chiuse ma in modo diverso dal passato” e che da quando è lui alla guida della Commissione Ue “le trattive sono state condotte al più alto livello politico dal presidente e dai commissari” mentre “prima erano i tecnocrati”. Ma soprattutto ha indirettamente accusato la Grecia di aver fatto fallire un possibile accordo lasciando il tavolo del negoziato.

A Tsipras è stato contestato anche di non avere detto tutto su quanto è avvenuto dietro le porte chiuse: “Io ho chiesto di tassare gli armatori e i tagli alla Difesa – ha sottolineato Juncker – mentre non ho mai chiesto tagli alle pensioni e ai salari minimi. Si devono dire come le cose si sono svolte. Abbiamo proposto 35 miliardi per aiutare la Grecia”. Stessa durezza è stata manifestata da Tusk: “La moralità è pagare i debiti che si devono agli altri. Non è vero che i creditori sono immorali e i debitori sono vittime. Non è possibile spendere più di quanto si guadagna e questa è l’origine della crisi greca, non l’euro”. Tusk ha evidenziato le posizioni diverse che ci sono sulla Grecia e la necessità di “unità”. Ma il dibattito al Parlamento europeo ha evidenziato tutte le divisioni. Il ppe Weber ha messo in fila una serie di accuse, a cominciare dalla mancanza di fiducia nei confronti di Atene: “A febbraio 2015 ha detto che avrebbe presentato un programma di riforme e finora non l’ha fatto: non ci sono le basi per un negoziato, lei così distrugge la fiducia dell’Europa”, ha detto il deputato del Ppe.

Il discorso di Tsipras è stato molto vago, ha parlato certo di riforme ma il problema per la Grecia è far tornare dei conti che sono ormai fuori controllo e infatti ha chiesto apertamente che venga affrontato il tema della sostenibilità del debito greco. Weber gli ha replicato che “se si parla di un taglio del debito, non sono le banche e i mercati finanziari a pagare ma la Spagna e il Portogallo, le infermiere polacche slovacche e i funzionari di Helsinki. La solidarietà sono i 35 miliardi proposti da Juncker e rifiutati dalla Grecia nonostante la situazione drammatica in cui si trova”.

Su questo Tsipras ha replicato che “la Grecia vuole un programma sostenibile per poter ripagare il debito”. La Grecia è pronta a rispettare “il funzionamento dell’Europa e della scelta democratica popolare”, ha detto Tsipras, sottolineando che lui è al governo “da cinque mesi e mezzo ma che i programmi di aiuti durano da 5 anni e mezzo e non hanno funzionato”. Ha anche accusato i creditori internazionali di avere imposto delle soluzioni che sono pesate sui lavoratori e sui pensionati mentre non sono stati toccati i più ricchi: “Il 10% dei greci gestisce il 56% della ricchezza nazionale e del rimasto fuori dal mirino dei programmi di salvataggio”. Tsipras non vuole “contrastare l’Europa ma quelle mentalità che fanno naufragare l’eurozona, la crisi greca è una debolezza di tutta la zona euro che ha prodotto la crisi autoalimentata del debito”. Ha concluso che si assumerà “la responsabilità storica” delle prossime decisioni. Per ora gli altri Paesi dell’Eurozona stanno aspettando che si prenda la responsabilità di un piano di “riforme concrete e credibili”. Il clima, è evidente, ormai è avvelenato e il tempo per trovare una soluzione pochissimo.

8 luglio 2015 | 12:01
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Da - http://www.corriere.it/economia/15_luglio_08/discorso-tsipras-parlamento-europeo-quelle-reazioni-stadio-0bb650d0-2557-11e5-85c7-ee55c78b3bf9.shtml
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