LE RADICI DEL NORDEST
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Evasione da 4,6 milioni di euro: nei guai un'impresa conciaria di Arzignano
Giro di fatture false da 23 milioni. Sequestrati terreni, immobili e 2 società a un impresario domiciliato a Rovigo
Importava pelli dall'America latina aggirando il versamento dell'Iva (archivio)
VICENZA - Terreni, immobili, due società di capitali e 2,8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza a un imprenditore conciario: l'uomo è accusato di aver emesso fatture false per 23 milioni di euro, con una conseguente evasione delle tasse per circa 4,6 milioni di euro.
La ditta del settore conciario è di Arzignano, il titolare dell'azienda è domiciliato a Rovigo. Secondo quanto ricostruito dai finanzieri l'imprenditore, attraverso una sere di società "cartiere" importava pelli dall'America latina aggirando il versamento dell'Iva per poi rivendere il prodotto sotto costo.
Le fatture false complessivamente individuate dai finanzieri, e utilizzate dalla società conciaria tra il 2003 e il 2009, ammontano a circa 23 milioni di euro. Attraverso tali fatture l'impresa sarebbe riuscita a conseguire indebiti risparmi fiscali: ai soli fini Iva (ma il problema investe anche le imposte sui redditi), l'evasione accertata è risultata pari a circa 4,6 milioni di euro.
Venerdì 01 Giugno 2012 - 15:22 Ultimo aggiornamento: 20:04
da - http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=199751&sez=NORDEST#
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La Gdf di Vicenza scopre maxi frode: oltre 2.500 risparmiatori truffati, 12 persone denunciate
16 giugno 2012
La Gdf di Vicenza ha fatto venire alla luce una maxi frode creditizia che ha danneggiato oltre 2.500 risparmiatori. Denunciate 12 persone per attività abusiva di investimento, di emissione di moneta elettronica e di raccolta del risparmio, nonchè per omesse comunicazioni obbligatorie, bancarotta e abusivo ricorso al credito.
Distrazioni patrimoniali e falso in bliancio per oltre dieci milioni
Al centro della truffa una società di Bassano del Grappa, la 102 Capital, fallita insieme a due società edili collegate (la 102 Costruzioni e la Centotre Costruzioni) lasciandosi alle spalle distrazioni patrimoniali, falsi in bilancio e abusivo ricorso al credito per oltre 10 milioni di euro.
Operazioni con società a Panama e in Svizzera
La frode è stata perpetrata grazie a una rete di promotori compiacenti che hanno operato mediante siti dedicati e riconducibili alle società finanziarie con sede nella Repubblica di Panama e base operativa in Svizzera.
La 102 Capital e le società panamensi hanno svolto attività di intermediazione in cambi operando in maniera abusiva sul mercato delle valute "Foreign Exchange (cosiddetto "Forex", attività riservata esclusivamente ai soggetti autorizzati alla prestazione dei servizi di investimento) e hanno gestito le somme di denaro affidate dai clienti mediante contratti risultati essere veri e propri «prodotti finanziari» in assenza di alcuna autorizzazione e senza adottare le garanzie previste dalla legge a tutela dei risparmiatori. Le indagini, svolte con la collaborazione dell'Interpol, della Polizia federale elvetica, della Consob e delle corrispondenti autorità di vigilanza dei mercati di Spagna e Francia, hanno portato al sequestro dei beni dei dodici responsabili della frode.
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da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-16/vicenza-scopre-maxi-frode-103447.shtml?uuid=AbxXKItF
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Frode internazionale del settore orafo: evasi 70 milioni, sei aziende coinvolte
Venduti in nero 33 quintali d'oro. Indagini in Russia, Hong Kong e Croazia.
Nei guai anche 7 aziende di spedizioni, 15 denunce
VICENZA - Scoperto un sistema di frode nel settore orafo e accertata un'evasione di 70 milioni di euro grazie ad una vendita in nero di 33 quintali di prezioso che erano stati fatti credere falsamente esportati.
Denunciate 15 persone per contrabbando, falso ideologico, appropriazione indebita e reati fiscali. Coinvolti sette rappresentanti doganali di note case di spedizioni di Vicenza e sei aziende orafe. Le indagini sono state condotte in Russia, a Hong Kong, e in Croazia. I finanzieri hanno ricostruito i flussi finanziari per 36 milioni provenienti da conti cifrati in paradisi fiscali ed hanno recuperato, nell'ultimo biennio, nel settore orafo, una base imponibile di oltre 370 milioni di euro.
Il meccanismo e i numeri della frode. Dopo due anni di indagine i finanzieri hanno scoperto che alcune società italiane, molte del Vicentino, (che recavano quali formali cessionarie imprese russe, cambogiane, coreane, ucraine) avevano fatto fittizie esportazioni di merci preziose a società di Hong Kong risultate inesistenti o cessate prima delle transazioni. Le operazioni erani rese possibili grazie alla connivenza di alcuni rappresentanti indiretti in dogana, dipendenti di case di spedizione. Le operazioni fittizie, dal 2005 al 2009, hanno riguardato oro e preziosi per circa 1.380 chili (valore di oltre 26 milioni e mezzo di euro). Sarebbero inoltre state fatte false esportazioni di merci preziose per altri 950 chili (11 milioni di euro), formalmente dirette a società russe e mai giunte a destinazione. E ancora falso export ad una ditta croata: erano però falsi gioielli in simil oro per 800 chili (20 milioni). Inoltre è stato accertato un contrabbando di merci preziose dalla Corea del Sud, messe in un deposito doganale privato di una casa di spedizioni vicentina, con falsa indicazione in fattura dell'acquirente nazionale (che risultava essere la stessa casa di spedizione) per poi essere falsamente inviate a ditte russe, accompagnate da documentazione emessa da una ditta orafa vicentina. In tal modo sono stati portati in Italia, 50 chili di oro (mezzo milione di euro). Le merci fittiziamente esportate per 56 milioni di euro, in realtà, erano già state cedute in nero in Italia (evasione 10 milioni di Iva).
Da accertamenti su documenti extracontabili è emersa anche la vendita in nero di altri 275 chili di oro (4 milioni). Nell'inchiesta sono coinvolte 6 società, una delle quali dichiarata fallita su iniziativa della Procura della Repubblica che ha inoltrato una rogatoria alle autorità di Hong Kong e una richiesta di mutua assistenza amministrativa, per il tramite del Comando Generale del Corpo, all'organo collaterale russo. I pagamenti venivano fatti di solito alle società cedenti in parte in denaro contante e tramite bonifici bancari provenienti da ulteriori 26 società, tutte con sede in Paradisi finanziari: i pagamenti in tal modo tracciati ammontano ad oltre 36 milioni di euro.
Le indagini hanno fatto emergere anche false fatture emesse, a favore di una società di spedizioni, dal 2005 al 2008, da una società di Hong Kong, cessata nel 1998, per "prestazioni di pubblicità e consulenza" per 430mila euro: sui conti correnti di un ex amministratore della stessa società italiana, il cui stipendio netto era di mille euro al mese, sono stati rilevati versamenti in contante per 450mila.
Mercoledì 13 Giugno 2012 - 09:30 Ultimo aggiornamento: 16:16
da - http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=202090&sez=NORDEST
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Italia
30/09/2012 - LA STORIA
Vicenza, azienda di ingegneria assume il baby hacker che ha craccato il registro
Denunciato alla magistratura il 16enne di origine indiane trova un posto in un’azienda «Non discuto il reato, è in gamba»
VICENZA
Denunciato alla magistratura per aver violato i registri informatici della scuola, un giovane hacker di origine indiana potrebbe ora avere il posto di lavoro pronto in un’azienda della zona, specializzata di ingegneria per il web. È il rapido percorso scuola-azienda compiuto da uno studente appena maggiorenne dell’istituto «Marzotto» di Valdagno (Vicenza), che nei giorni scorsi, assieme ad un compagno, era stato denunciato dai carabinieri per aver «craccato» con un programma di sua ideazione il computer della scuola.
Dovrà pure affrontare i guai con la giustizia, ma il 10 che vanta in informatica e la dimestichezza nel forzare i sistemi di sicurezza dei pc sembra garantirgli un lavoro sicuro. Un’azienda di ingegneria, la «Ceremit» di Thiene - riporta oggi il «Corriere del Veneto» - ha già contatto un avvocato per offrire l’assistenza legale al giovane quando dovrà affrontare il Tribunale. Poi gli offrirà una possibilità di occupazione.
«Non discuto il reato - precisa uno dei responsabili della Cermit, Alessandro Petracca - spetta alla magistratura accertare. Ma quel ragazzo sembra essere veramente in gamba, e dobbiamo dargli una possibilità. Molti dei consulenti delle aziende americane sono stati prima degli hacker».
da - http://lastampa.it/2012/09/30/italia/vicenza-azienda-di-ingegneria-assume-il-baby-hacker-che-ha-craccato-il-registro-w7w0ugPwQskjJKjGtGUZ3N/index.html
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VICENZA
« Rasato a zero come gli ebrei» per punizione
Indagati due allenatori di nuoto
L'avrebbero inflitta a un bambino perché non si sarebbe impegnato
La procura della città veneta apre un'inchiesta
I capelli rasati a zero «come agli ebrei» e una croce disegnata in cima alla testa per non essersi impegnato a sufficienza in una gara internazionale di nuoto. È la lezione inflitta da due istruttori e un'atleta di una piscina ad un ragazzino vicentino di 11 anni. A denunciare l'episodio, avvenuto nel maggio scorso, i genitori del bambino, che hanno presentato ad agosto un esposto contro i tre, indagati dalla Procura per abuso di mezzi di correzione. Saranno interrogati l'8 novembre prossimo.
PUNITO - Al rientro da una serie di gare di nuoto tenutesi a Locarno, in Svizzera, il ragazzino si è presentato ai genitori con la testa completamente rasata, ad eccezione di una porzione di capelli a croce. L'undicenne ha spiegato di essere stato punito in questo modo dal capo degli allenatori di 52 anni e dalla sua vice di 28, i quali avrebbero lasciato l'esecuzione materiale della lezione ad una atleta più anziana della comitiva. Davanti agli altri baby atleti il taglio dei capelli sarebbe stato minacciato, ma non attuato, anche nei confronti di un secondo ragazzino, i cui familiari hanno presentato a loro volta un esposto denuncia.
«LA CROCE ERA IL SIMBOLO DELLA SVIZZERA» - Gli istruttori si sono difesi sostenendo che è abitudine rasare i capelli in occasione delle gare e che la croce rappresentava solo il simbolo della Svizzera. Hanno negato, invece, il riferimento antisemita. La Procura ha delegato la squadra mobile di Vicenza a svolgere indagini approfondite sulla vicenda. Dalle maglie del riserbo degli investigatori si apprende che il caso viene trattato con la massima delicatezza, tenuto conto della giovane età del protagonista. La società di nuoto vicentina di cui facevano parte i due istruttori ha deciso di sospenderli cautelativamente, in attesa che la magistratura faccia piena luce sull'accaduto.
«LA TESTA COMPLETAMENTE RASATA»- «Lo abbiamo stabilito immediatamente dopo aver raccolto la denuncia dei genitori del bambino - spiega il responsabile - per difendere i bambini e dare modo agli istruttori di spiegare le loro ragioni nelle sedi opportune». L'uomo conferma di aver visto lui stesso il bambino due giorni dopo il rientro dalla Svizzera e di aver notato «che la testa era completamente rasata». «Se fosse vera - commenta - è una cosa che si allontana totalmente dai valori sportivi che professiamo». A stigmatizzare l'episodio è anche il sindaco della cittadina teatro della vicenda. «La società di nuoto - rileva - ha fatto bene ad allontanare i tre perchè la punizione scelta è assolutamente poco felice». (Fonte: ANSA).
Redazione Online
2 novembre 2012 | 22:19© RIPRODUZIONE RISERVATA
da - http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_02/vicenza-bambino-rasato-ebrei-allenatori_95de86e8-2531-11e2-974b-22431e7be0ba.shtml
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