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Autore Discussione: L'ex ministro PASSERA: «L'Ingegnere ha deluso tutti»  (Letto 3391 volte)
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« inserito:: Agosto 31, 2013, 08:42:06 am »

DICHIARAZIONI AL VELENO

«Carlo De Benedetti? Nei miei confronti ha un suo problema psicologico»

L'ex ministro Passera: «L'Ingegnere ha deluso tutti»

Passera si leva un sassolino dalla scarpa


Nel dicembre 2012 Carlo De Benedetti definì Corrado Passera «un eccellente assistente». Fedele all'adagio secondo il quale «la vendetta è un piatto che si mangia freddo», il ministro dello Sviluppo economico del governo Monti, tornato privato cittadino, ha aspettato un po' di mesi ma si è tolto il suo sassolino dalla scarpa. «De Benedetti - ha detto intervistato da Nioola Porro nella trasmissione Virus di Rai 2 - ha nei miei confronti un problema psicologico. Quando io ho cominciato a lavorare con lui era una vera speranza per l'industria e il capitalismo italiano. Poi ha deluso tutti». Parole non leggere, che del resto fanno il paio con quello che lo stesso Ingegnere aveva riservato a lui. Il 4 dicembre 2012 al direttore de Il Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli che chiedeva se anche Passera, come Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli, possa essere considerato un power broker, De Benedetti aveva risposto: «Macché power broker! Scherziamo, ma di che parli?». De Benedetti aveva poi ribadito di aver assunto Passera «quando era stato bocciato alla promozione in McKinsey. E' venuto da me Abravanel, che mi ha parlato di questo ragazzo che non era riuscito a diventare partner e mi ha detto che mi sarebbe potuto risultare utile. Lo e' stato, anche perché ha un carattere tutto arrotondato, mentre io ho un carattere tutto spigoloso».

29 agosto 2013 | 23:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/economia/13_agosto_29/passera-de-benedetti-ha-problema-psicologico_49901b9e-10ea-11e3-abea-779a600e18b3.shtml
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 31, 2013, 08:44:02 am »

Passera, la trasparenza la applichi prima a sé stesso

Da azionista di Intesa al Campus Biomedico, dalla Lario hotel a Villa D'este, dall'operazione Alitalia (con i debiti a carico nostro) a Super Ministro. Faccia lo sforzo di allontanarsi dai suoi affari e noi faremo lo sforzo di credere che agirà nell'interesse generale.

Milena Gabanelli e Giovanna Boursier


MILANO - «Se l’insalata costa di più perché l’Iva è aumentata, io ne vendo di meno, ma la benzina che metto nel furgone quando vado all’ortomercato adesso è più cara, anche se carico 10 cassette invece di 20!», mi dice il fruttivendolo. Lo stesso giorno, in ascensore, incontro il vicino del piano di sopra: «A fine gennaio non mi rinnoveranno il contratto alla Coop e quindi venderò la macchina perché non so con cosa pagare l’assicurazione». Siamo in recessione e sarà dura “quasi” per tutti. Le ragioni sono state spiegate e rispiegate, ma quel “quasi” fa la differenza e chi governa un paese non può non sapere che, quando la maggior parte dei cittadini è allo stremo, prima di chiedere “ancora uno sforzo”, occorre dare almeno l’impressione che i primi a “sforzarsi” siano proprio coloro che decidono per tutti. Corrado Passera è Ministro dello Sviluppo, Infrastrutture, Trasporti e i suoi ministeri dovranno, più di altri, partorire una crescita che per ora non si intravede. Considera giustamente prioritario saldare i debiti della Pubblica Amministrazione e pensa di farlo con i titoli di stato. Obiezione: l’azienda creditrice con questi titoli potrà pagare gli stipendi ai suoi dipendenti? In caso affermativo, perché non allargare questa modalità al mensile degli onorevoli...

IL MINISTRO - Come ministro deve controllare e decidere se finanziare quelli che fino a ieri erano suoi clienti o soci nella grande industria italiana (dall’editoria alle telecomunicazioni, dai trasporti al settore energetico). Lo farà nell’interesse generale, della banca o di questa o quella società partecipata? Tra l’altro la crisi è stata generata anche da quel potere finanziario che lui prima deteneva, e allora ci chiediamo: non c’era proprio nessun altro all’altezza di quell’incarico? Certamente sì, ma Monti ha scelto Passera e Passera ha accettato. Per sistemarsi, visto che per le banche non sono più i tempi delle vacche grasse? O per spirito di dedizione alla grande causa? Poco importa, ma se davvero gli sta a cuore l’uscita dalla palude, ha l’opportunità di dimostrarlo liberandosi subito di tutti quei vischiosi, possibili conflitti. Le ombre e i sospetti uccidono e, in questo momento, la forma è anche sostanza.

IL CONFLITTO - Possiede 7 milioni e mezzo di azioni di Intesa San Paolo: le venda domattina, invece di continuare a dire “Le venderò”. Capiamo che è una disgrazia, perché quando le ha comprate valevano di più, ma è un gesto che l’avvicinerebbe a tanti disgraziati veri. Inoltre ci toglierebbe il pensiero obliquo che, da azionista di Intesa, possa interferire nelle scelte che rigurdano Ntv, la società di Montezemolo e Della Valle (di cui Intesa possiede il 20%), che dovrebbe partire a gennaio e far concorrenza a Trenitalia. Poi c’è lo 0,11% di partecipazioni nel Campus Biomedico Spa, una società per azioni con sede a Milano, legata all’omonima università privata di Roma, con annesso Policlinico, nata nel ’93 per volontà dell’Opus Dei. Certamente il suo investimento ha ragioni etiche e non di profitto, ma siccome questa società è legata a un’università e a un centro di ricerca che ruotano nell’orbita dei finanziamenti pubblici, sarebbe bene che il ministro ne uscisse. Anche per indicare la volontà di un distacco da un mondo (quello dell’Opus Dei) che non brilla per trasparenza, parola che invece il Ministro usa spesso. Dovrebbe liberarsi anche di quel 10.77% del Day Hospital International Srl che sta ad Aosta ed appartiene al gruppo D.H.I. Dovrebbe essere un centro diagnostico e forse anche una clinica privata. Il centro era nato per mandare gli eventuali utili alla sanità africana, ma sembrerebbe in perdita e quindi nulla di fatto per gli Africani.

IL PASSATO - Nella sua storia professionale c’è una liquidità consistente parcheggiata per una decina d’anni nella zona franca di Madeira (come ha recentemente scritto Gerevini sul Corsera), perché facendosi due conti era più conveniente. C’è il fratello piazzato nel cda della NH hotel, a zero stipendio ma a grande conflitto, visto che Intesa è azionista al 44%. Poi c’è l’eredità della famiglia d’origine, un 33% della Lariohotels Spa, che a sua volta ha una piccola quota dell’hotel Villa d’Este di Cernobbio (dove ogni anno si riunisce il gotha di finanza, politica e imprenditoria). Anche da questo sarebbe opportuno allontanarsi per sgombrare il campo da malignità. La maggioranza della società Villa D’Este (il più lussuoso albergo del mondo) la compra Loris Fontana, l’operazione è finanziata da Intesa, che sta anche nel patto di sindacato. Nulla di male, se questo non sembrasse il surrettizio controllo dei grandi alberghi del lago di Como. Il gruppo Fontana poi lo ritroviamo nella cordata Alitalia.

ALITALIA - E su Alitalia val la pena di rinfrescare la memoria: nell’estate del 2008, Intesa San Paolo, ex alleata di Air One, viene nominata da Berlusconi advisor di Alitalia. L’Amministratore Delegato Corrado Passera deve fare un piano e trovare una cordata. ll piano si chiama "Fenice" e prevede che debiti, passivo ed esuberi siano a carico dello Stato, mentre l’attivo finisca dentro una nuova società, che si fonda con Air One. La cordata nasce il 27 agosto e si infila in uno strumento già esistente e messo a disposizione da Intesa, che si chiama Cai (una srl che prima produceva passamaneria..). Intesa da advisor diventa socio e fra i soci c’è pure Air One, il che significa: fine della concorrenza sulla rotta Roma–Milano. Ciò è vietato dalle norme antitrust, ma il giorno dopo - con un decreto ad hoc - le norme vengono sospese. Intesa, amministrata da Passera, è stata quindi prima advisor, poi socia e sicuramente anche creditrice di alcuni soci, compresa Air One. A valutare Alitalia per conto del governo, invece, c'è Banca Leonardo, che ha dentro alcuni dei soci che comprano: Benetton, Ligresti, Tronchetti Provera...

REGOLE - Insomma, una storia che di regole, trasparenza e libera concorrenza - di cui oggi il ministro si riempie ogni giorno la bocca - ne ha ben poca. A tre anni di distanza, mentre stiamo ancora pagando i debiti di Alitalia, è possibile che debba prendere posizione sulla fusione con Air France o sul destino stesso dell’azienda. Ecco, con questo curriculum, perché oggi dovremmo pensare che il Passera-super Ministro sarà “sopra le parti”? È veramente difficile ma, non avendo alternative, si può fare uno sforzo, a condizione che ne faccia uno anche lui: quello di liberarsi di tutti gli ingombri. Subito, non quando gli fa comodo, visto che ai comuni cittadini non è stato concesso di scegliere quando prendersi la mazzata. Dimostri che anche nel suo ambiente si possono avere ideali nobili. Coraggio, ci stupisca!

Milena Gabanelli e Giovanna Boursier

28 dicembre 2011 (modifica il 3 dicembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/passera-trasparenza-applichi-prima-se-stesso/28444d0e-3147-11e1-b43c-7e9ccdb19a32.shtml
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