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Autore Discussione: Luciana Cimino. - Grillo chiama la piazza...  (Letto 2118 volte)
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« inserito:: Agosto 04, 2013, 09:22:48 am »

Grillo chiama la piazza...

Nuti: «Mai con il Pd»

Di Luciana Cimino
3 agosto 2013


A distanza di meno di 24 ore dal verdetto su Berlusconi, Beppe Grillo lancia uno dei suoi ultimatum che, come sempre, fanno appello alla piazza. Non piace al comico genovese il «tempismo» con cui si è ritornati a parlare di riforma della giustizia. Tanto meno le intenzioni di trovare un largo arco di condivisione tra i partiti su cui lavorare. «Le coincidenze non esistono - si legge sul suo blog - e questa fretta di riformare la Giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta». Per il Movimento 5 Stelle è solo una strategia per far durare il governo delle larghe intese. «Letta Nipote la vuole. Servirebbe a tirare a campare», dice corredando il testo di insulti verso il presidente del consiglio, colpevole di aver «persino invitato a votare Pdl piuttosto del M5s».

INSULTI
Un colpo a Letta, uno ai giornalisti, come è solito. «Lo capisco. Deve tenere il pallino del governo delle larghe intese voluto da Napolitano. Difficile ritornare nel retrobottega a giocare a Subbuteo invece di fare annunci quotidiani, puntualmente disattesi, con tweet ripresi in modo entusiasta da tutti i giornalai nostrani. I famosi Lecca Letta».

Ma al netto degli insulti il contenuto del post di Grillo è un chiaro messaggio rivolto direttamente al Presidente della Repubblica. «Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente», dice, aggiungendo che «il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori». E di nuovo fa appello all’immutabilità della carta costituzionale, sebbene solo fino a pochi mesi fa fosse lui stesso a giudicarla vetusta, a partire proprio dalla questione vincolo di mandato per i parlamentari.

LA COSTITUZIONE
Al nuovo Grillo adesso la Costituzione piace. «La Giustizia non si tocca - scrive - la Costituzione non si tocca. Messaggio inviato. Quirinale». Dice il portavoce del M5s che «questo governo e questo parlamento non sono legittimati a modificare le regole del gioco», che «la Costituzione non può in alcun modo essere modificata da un partito di nominati guidati da un pregiudicato».

Giovedì era stato il più veloce a commentare la sentenza: «Berlusconi è morto. Viva Berlusconi», ieri invece ha cambiato idea: l’ (ex) cavaliere è vivo, sta bene ed è ancora in “affari” con i democratici, che sono il vero bersaglio del comico. «La condanna per frode fiscale per Mediaset ha una conseguenza. La revoca delle concessioni delle frequenze televisive nazionali che non possono essere assegnate a un pregiudicato.
Per le sue comparsate a reti unificate gli resteranno sempre le reti Rai a guida pdmenoellina».

Con Berlusconi si limita a poche righe di contumelie, «c'è però un'altra revoca, quella di Cavaliere della Repubblica, un titolo impensabile per un condannato. Potrebbe essere sostituito da Fantino della Repubblica, più appropriato». Poi ammette «accanirsi contro Berlusconi è però ingeneroso. In vent'anni non ha fatto tutto da solo».

VIDEOMESSAGGIO CRIMI
All’ex premier ci pensa Vito Crimi che in un video messaggio sul sito dei 5 Stelle in cui chiede al presidente della Giunta per le elezioni, Dario Stefano (Sel), di «convocare già lunedì» la Giunta e sulla base delle norme del 2012 sulla “incandidabilità sopravvenuta”, «prendere atto delle implicazioni incontrovertibili e incontestabili circa la conseguente decadenza» da senatore di Silvio Berlusconi dopo la sentenza definitiva di condanna sui diritti tv emessa ieri dalla Cassazione. «Chiederemo contemporaneamente - aggiunge Crimi - al presidente del Senato una deliberazione dell'Aula immediatamente per la sua decadenza perchè ogni futura deliberazione del Senato potrebbe essere illegittima».


DECADENZA BERLUSCONI
Per il senatore M5S il voto dell'Aula per la decadenza «non può che essere una mera presa d'atto» in applicazione delle norme. «Sarebbero irragionevoli scelte difformi da parte di Palazzo Madama». E conclude, «non ci sono più scuse, riteniamo sia necessario restituire al Parlamento la dignità che merita». Grillo invece ha il compito di buttare tutto nei suoi consueti calderoni, amalgamati dal solito concetto/totem: «sono tutti uguali». Dunque il comico scrive: «Aspettiamo, con atteggiamento bipartisan, gli esiti di altri processi, primo fra tutti quello del Monte dei Paschi di Siena a guida pdimenoellina. A proposito, Penati, l'ex braccio destro di Bersani, che fine ha fatto? Forse è stato prescritto come un Berlusconi qualsiasi?».

da - http://www.unita.it/italia/grillo-chiama-la-piazza-br-contro-il-colle-e-contro-il-pd-1.514437
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